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Bonus edilizi, più controlli e maggiori costi con lo sconto in fattura

Ci sono importanti novità in tema di detrazioni per ristrutturazioni edilizie, bonus facciate e c.d. ecobonus, che questa volta non riguardano il superbonus 110% ma tutti gli altri bonus ordinari attivi ormai da anni e che consentono la detrazione dall’imposta nella dichiarazione dei redditi; si tratta di novità non proprio positive per i beneficiari delle detrazioni perché, istituendo l’obbligo della asseverazione tecnica e del visto di conformità, impongono maggiori vincoli, obblighi e controlli rafforzati da parte dell’Agenzia delle Entrate e, non da ultimo, anche maggiori costi.

Ma andiamo con ordine.

Le detrazioni di imposta del 50% per ristrutturazioni edilizie, del 50 o 65% per interventi di efficientamento energetico c.d. ecobonus così come il bonus facciate al 90%, esistono ormai da anni anche se sono state via via modificate nel tempo, ma sono generalmente diffuse per la loro semplicità di applicazione; infatti, la documentazione con fattura e bonifico “parlante” delle spese sostenute consente automaticamente di detrarre la spesa in quote annuali nella dichiarazione dei redditi.

Nel 2020 con il “Decreto Rilancio” 34/2020 fu istituita, per le spese sostenute nel 2020 e 2021, una nuova ed ulteriore modalità di utilizzo delle detrazioni di imposta, consentendo ai beneficiari di scegliere in alternativa alla consueta detrazione fiscale due nuove forme di utilizzo: lo sconto sul corrispettivo dovuto o “sconto in fattura” mediante il quale l’importo della detrazione viene trasferito all’impresa esecutrice dei lavori che acquisisce il credito a parziale pagamento della fattura, oppure la conversione delle detrazioni in credito di imposta cedibile a Istituti di credito ottenendo in cambio la corrispondente liquidità. Queste diverse opzioni erano sostanzialmente mutuate dalla normativa che regolamenta il superbonus 110%, che prevede sin dalla sua istituzione queste diverse forme di utilizzo del beneficio.

All’approssimarsi della scadenza del 31 dicembre 2021 dalla quale, secondo le disposizioni del D.L. 34/2020, non sarebbe più stato possibile ottenere lo sconto in fattura né cedere il credito, il DDL di bilancio 2022 contiene la proroga fino al 2024 delle detrazioni per bonus ordinari e della possibilità di optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito ma nel frattempo, con il D.L. 157/2021 già immediatamente in vigore, sono previsti nuovi e stringenti adempimenti per poter beneficiare delle opzioni, e precisamente l’obbligo che la comunicazione dell’opzione sia accompagnata dalla asseverazione tecnica di congruità delle spese e dal visto di conformità della documentazione fiscale.

Questi obblighi esistono già per quanto riguarda le procedure di superbonus 110% ma, con l’intento di limitare i rischi di indebito beneficio fiscale o vere e proprie frodi attuate mediante la documentazione di lavori che possono sfuggire al controllo, e non a caso il Decreto 157 è stato da subito ribattezzato “decreto antifrode”, per poter utilizzare la detrazione a pagamento delle fatture oppure per poterlo cedere ad un Istituto finanziario, sarà necessario che un tecnico abilitato asseveri la congruità dell’intervento e delle relative spese sostenute e che un intermediario abilitato – commercialista o caf certifichi con il visto di conformità la regolarità della documentazione fiscale relativa all’intervento. E’ importante sottolineare che in entrambi i casi, asseverazione tecnica e visto di conformità, intervengono professionisti a ciò abilitati che si assumono la responsabilità di quanto asseverano, e che sono per questo obbligati a produrre una adeguata copertura assicurativa a garanzia di quanto vanno ad attestare.

Ma non finiscono qui le novità del “Decreto antifrode” infatti, mentre sino ad oggi l’Agenzia delle Entrate recepiva automaticamente le comunicazioni di sconto in fattura o cessione del credito riservandosi il controllo di merito nei 5 anni successivi, da oggi, ferma comunque restando la possibilità di controllo nei 5 anni, l’Agenzia delle Entrate potrà sospendere preventivamente gli effetti della comunicazione fino a 30 giorni per la verifica di eventuali profili di rischio, termine entro il quale potrà respingere la richiesta nel caso il rischio fosse ritenuto effettivo. Questo con ogni probabilità comporterà una dilatazione dei tempi di conclusione delle pratiche di sconto in fattura e di liquidazione delle cessioni del credito, ma soprattutto comporterà una sostanziale incertezza riguardo al buon fine della pratica di sconto o di cessione, ragione per la quale gli interventi dovranno da oggi essere valutati più attentamente e tutte le procedure tecniche, amministrative e fiscali curate con la massima attenzione.




Schermaglie tra Lega e Pd di Orvieto sul nuovo Piano Sanitario Regionale

Duro botta e risposta tra la Lega e il Pd di Orvieto sulla questione sanità e il nuovo Piano regionale appena approvato in preadozione dalla giunta guidata da Donatella Tesei.

Il Comunicato della Lega

“Plaudiamo al buon lavoro dell’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto e della presidente Tesei, che con la preadozione del nuovo piano sanitario regionale stanno dimostrando lungimiranza ed attenzione alle esigenze dei territori”.
Così la nota della Lega Comprensorio Orvietano e del gruppo consigliare Lega Salvini per Orvieto.
“Prima di criticare a prescindere, in maniera strumentale – affermano- invitiamo la sinistra locale a leggere approfonditamente i contenuti del Piano che sarà comunque oggetto di confronto e dibattito in Commissione e in Assemblea legislativa. Ci teniamo a precisare che il Piano sanitario regionale adottato in Umbria applica per la prima volta, a distanza di quasi sette anni e dopo dieci anni dall’ultimo documento, i principi del DM 70/2015 sugli standard ospedalieri, al fine di rendere i servizi più specializzati ed ancora più attrattivi ed efficienti, sempre più a misura di cittadino. Ringraziamo l’assessore Coletto e la giunta Tesei, per la vicinanza e l’attenzione che stanno dimostrando verso il nostro comprensorio, e per collaborazione con il sindaco di Orvieto, Tardani e con la maggior parte  degli altri sindaci dell’orvietano”. “Per il nosocomio di Orvieto e la medicina del territorio – spiegano i leghisti- sono previsti  dieci milioni di euro di investimenti ed entro dicembre, è in programma la realizzazione dell’hospice con cinque posti letto. Inoltre per abbattere le liste d’attesa, tra novembre e dicembre, sono state calendarizzate tre giornate di visite domenicali. Ad Orvieto è stata già installata una seconda nuova Tac all’avanguardia che consentirà una maggiore interazione con gli specialisti delle aziende ospedaliere dell’Umbria, verranno poi implementate le dotazioni strumentali per la terapia intensiva e verrà adeguata la terapia sub intensiva. Per quanto riguarda il Pronto Soccorso, verrà riqualificato ed ampliato,e  comprenderà anche un’ area di semi intensiva con un progetto pilota che rimodulerà il servizio sulla scorta dell’esperienza Covid. In programma c’è anche il potenziamento del servizio di screening senologico con una unità dedicata. Questi sono solo alcuni degli interventi che verranno effettuati nella nostra struttura”.
“Non capiamo – proseguono – su che base l’opposizione continui a dire che la sanità ad Orvieto verrà depotenziata. Il nuovo documento punta a snellire le procedure, riducendo gli sprechi e le poltrone, meno dirigenti e più prossimità e servizi al cittadino. L’obiettivo che si sta proponendo la Regione Umbria è quello di ripulire la sanità, eliminando la solita politica del poltronificio, tanto cara alla sinistra. Per anni, e le inchieste e gli scandali lo stanno dimostrando, la sanità in Umbria è stata spremuta, vittima di clientele e favoritismi”.
“Ora grazie alla Lega- concludono dal carroccio- si entra in una nuova fase, la politica torna a mettere al centro il cittadino, a lavorare per soddisfare i suoi bisogni. Deve essere la sanità al servizio del cittadino e non viceversa. Evidentemente questo approccio guidato dal buon senso,  ad una parte politica ancora legata ai retaggi del passato non sta bene. Se ne faranno una ragione”.

Il comunicato del PD

La salute non può essere un diritto di pochi e la Presidente Tesei, con il silenzio della Sindaca Tardani, non possono demolire la rete di servizi ai cittadini con una nuova geografia dei distretti sanitari, facilitando la deriva privatistica del nostro sistema sanitario.

Questo è invece lo scenario che delinea il nuovo Piano Sanitario Regionale, preadottato dalla giunta Tesei. Le scelte dalla Presidente e dell’Assessore Coletto, e la “nuova fase” cui la Lega locale plaude, peraltro non sorprendono, rispondendo alla chiara volontà di “lombardizzare/venetizzare” l’Umbria importando un modello che, trapiantato nel contesto di un sistema sanitario come il nostro, non può che determinare la situazione allarmante cui stiamo assistendo e che stanno subendo cittadini ed operatori.

Accorpamento e perdita di autonomia dei territori, cinque macroaree disomogenee tra di loro, troppo vaste per dare risposte efficienti ed efficaci alle esigenze dei cittadini; la figura del coordinatore che rischia di essere un concentrato di poteri e di responsabilità incompatibili con la necessità di sintesi tra i vari distretti; completa disattenzione al tema delle dotazioni di personale, del tutto inadeguate come nel caso del nostro Ospedale: questo il quadro allarmante e contorto tratteggiato dal nuovo piano sanitario regionale.

Un orizzonte inaccettabile ed incompatibile con la necessità impellente di garantire accessibilità, qualità delle cure ed efficienza.

Desta inoltre preoccupazione l’annunciata creazione di un Hospice territoriale all’interno del nostro Ospedale. Tralasciando la totale incongruenza di inserire un servizio del “fine vita” all’interno di un nosocomio e l’utilizzo di forza lavoro del territorio, già martoriato dal carico di lavoro e mortificato dalle scelte politiche, non si intravede alcuna prospettiva di rilancio dell’Ospedale, sempre e solo annunciata e puntualmente disattesa nei fatti. Ospedale che, nonostante le parole rassicuranti dell’Assessore Coletto, è stabilmente sovraccarico.

Le interminabili liste d’attesa, tema su cui il piano non prevede alcun intervento strutturale, e l’impossibilità di prenotare una visita specialistica o un esame diagnostico in tempi ragionevoli, non lasciano ai cittadini altra alternativa che rivolgersi alla Sanità privata, per chi ne ha la possibilità, aprendo di fatto una ferita all’equità e al contrasto alle diseguaglianze nella tutela della salute.

E’ indispensabile un’inversione di rotta, che, a partire dalla programmazione del PNNR. sappia investire su una riorganizzazione lungimirante e sul potenziamento della sanità territoriale e di prossimità in grado di dare risposte alle esigenze reali e ai diritti primari dei cittadini.

E’ tempo che i rappresentanti dei numerosi comitati spontanei a difesa del diritto alla salute, che continuano a lanciare grida di allarme a tutt’oggi inascoltate, siano coinvolti nel processo, per una riorganizzazione della sanità che parta dalla base.

La Presidente Tesei, l’Assessore Coletto, la Sindaca Tardani, la Lega devono rassegnarsi alla forza della nostra Costituzione che riconosce quanto fondamentale sia un sistema sanitario concepito sul principio universalistico. E questo non è negoziabile. Il Partito Democratico di Orvieto e dell’Orvietano non si sottrae al dovere di difendere il presidio della nostra sanità pubblica, aprendo una discussione costruttiva sul potenziamento e sull’organizzazione dei servizi del territorio e del nostro Ospedale, risorsa e patrimonio pubblico di confine.




Gestione delle liste d’attesa in sanità, parola d’ordine “fare rete”

Rete e appropriatezza: sono le due parole chiave  per la gestione delle liste d’attesa in sanità. Rete perché bisogna “fare sistema” tra le aziende sanitarie e ospedaliere per dare risposte rapide ed efficienti alla domanda di cura dei cittadini, mentre l’appropriatezza garantisce che un intervento diagnostico o terapeutico sia adeguato rispetto alle esigenze del paziente evitando un surplus di esami e visite.
L’inquadramento e la gestione delle liste di attesa sono state al centro di una conferenza stampa tenutasi a Perugia dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, dall’assessore alla Salute, Luca Coletto e dal direttore alla Salute e Welfare, Massimo Braganti. Presenti i direttori della Aziende sanitarie e ospedaliere.  
 “Quello delle liste d’attesa in sanità – ha detto l’assessore Coletto – è un problema annoso che interessa il territorio nazionale, reso più complesso a seguito della pandemia. Abbiamo chiesto in sede di Conferenza delle Regioni che il finanziamento messo a disposizione nel novembre 2020 potesse essere sfruttato nel 2021. C’è stato un accesso a queste risorse che potranno essere utilizzate anche per la gestione delle liste di attesa e quindi per le visite ambulatoriali svolte anche nelle strutture private accreditate che rappresentano un’ulteriore finestra per la  gestione delle liste il cui ritardo per l’Umbria nel marzo del 2020 aveva portato a un volume di 283 mila prestazioni accumulate. Ora – precisa Coletto –  ne rimangono all’incirca 83 mila, che è ancora un numero importante, e per gestire il quale stiamo organizzando un programma di gestione non più perimetrato all’interno del distretto di appartenenza. Quindi, il piano di smaltimento delle prestazione prevede oltre, ovviamente, al coinvolgimento delle aziende ospedaliere, la sinergia tra le Asl, nonché lo svolgimento delle prestazioni di sabato e domenica”.    
Dati alla mano il direttore Braganti ha messo in risalto come “la situazione dell’Umbria sia sovrapponibile a quella di altre Regioni e che comunque nei mesi di luglio e agosto 2021 si è riusciti a recuperare un gran numero di prestazioni superando il livello pre- pandemia e quindi quello del 2018-19”.  
“Durante la pandemia – ha aggiunto – la Regione ha centrato gli obiettivi dimostrando una forte resilienza (fonte Mes Sant’Anna –Pisa) garantendo l’attività di screening che non ha subito interruzioni nel 2020 e 2021, così come, non hanno subito interruzioni, dalla ripresa delle attività (estate 2020) le vaccinazioni obbligatorie. Tutto ciò – ha ricordato Braganti –  mentre dal 28 dicembre 2020 sono iniziate le vaccinazioni covid che hanno fortemente impegnato i professionisti”.  
Il direttore Braganti ha poi aggiunto che “l’analisi delle prestazioni erogate nel primo semestre del 2021 ha permesso di studiare la capacità produttiva delle aziende sanitarie e, conseguentemente, pianificare le attività di recupero delle prestazioni non erogate e da erogare.  Il 75-80 per cento delle prestazioni sono riferibili a 19 specialità con criticità e problematiche diverse. Il lavoro di programmazione ha evidenziato che 9 specialità avevano la capacità di riorganizzare i servizi per recuperare le prestazioni in maniera autonoma con un impatto neutro sull’organizzazione. Le restanti dieci specialità sono state oggetto di programmazione specifica con interventi mirati per programmare il recupero delle prestazioni da erogare in un tempo limite (primo quadrimestre 2022)”.
Le azioni immediate puntano a una riduzione dei tempi di esecuzione delle prestazioni specialistiche con ritorno al passo pre-COVID compatibilmente con l’andamento dell’epidemia e sempre mantenendo le misure di sicurezza, alla prenotazione obbligatoria da parte dello specialista nei casi in cui ritenga necessari ulteriori esami diagnostici e nella programmazione dei controlli (agende di II° livello), al miglioramento dell’integrazione tra aziende ospedaliere e sanitarie delle agende CUP di I° livello, alla cancellazione dall’elenco dei percorsi di tutela degli utenti che rifiutano l’appuntamento proposto.
Tra le azioni immediate è prevista l’attivazione un tavolo regionale con un approccio di gestione per i progetti conformemente a quanto previsto anche nel Piano sanitario e l’aumento dell’offerta specialistica, sia ricorrendo all’apertura serale/prefestiva/festiva, sia acquistando prestazioni dalle strutture private convenzionate.
 “In una Regione come l’Umbria con una popolazione che conta una forte percentuale di persone anziane   – ha detto la presidente Tesei che ha concluso l’incontro – è molto importante che il sistema sanitario possa contare su una rete territoriale che garantisca la presa in carico del paziente pianificando visite e controlli periodici soprattutto per i pazienti con patologie croniche. Ciò evita accavallamento delle prestazioni da una parte, ma anche disservizi. Quello delle liste di attesa – ha aggiunto la presidente –  è un argomento molto sentito dai cittadini perché afferisce al tema della salute, sul quale abbiamo fatto chiarezza, analizzando le cause per poi trovare delle soluzioni, anche se va ricordato, che durante la pandemia l’attività non si è mai fermata”.
In chiusura la presidente ha voluto ricordare che ancora l’emergenza sanitaria non è finita “che se anche l’Umbria in questo momento dal punto di vista epidemiologico è in una situazione di stabilità, è necessario continuare a mantenere tutte le misure di prevenzione e ha rinnovato l’invito alla vaccinazione”.




La Regione approva il piano degli interventi di consolidamento da 3 milioni di euro per Orvieto e Todi

La giunta regionale ha approvato, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche, il piano triennale degli interventi di consolidamento, manutenzione e salvaguardia dei territori interessati da fenomeni franosi nei Comuni di Orvieto e Todi. Si tratta in totale di 3 milioni di euro per tre anni che fanno parte degli Accordi di Programma tra la stessa Regione e i Comuni interessati e vanno a valere sulla risorse messe a disposizione dalle legge n. 160 del 27/12/2019, “salvaguardia del patrimonio paesistico, archeologico, storico ed artistico delle città dai movimenti franosi attuali e potenziali”

“In sostanza – ha affermato Melasecche – abbiamo dato attuazione all’Accordo di Programma sottoscritto nel giugno 2020 tra la Regione Umbria e i Comuni di Orvieto e Todi che prevede la ripartizione dei fondi nella misura del 55% al Comune di Orvieto e del 45% al Comune di Todi. I due comuni ci hanno trasmesso i piani che prevedono gli interventi da effettuare nel triennio 2020-2022 con l’indicazione delle operazioni da eseguire e i relativi cronoprogrammi annuali e la giunta regionale li ha approvati. Ovviamente – ha concluso Melasecche – con la necessaria comunicazione al Ministero della Transizione ecologica ed all’Autorità di Distretto del Bacino dell’Appennino Centrale, per consentire una rapida effettuazione di interventi che sono molto importanti per la difesa dei territori di Orvieto e Todi”.




“Comitato CiCasco” e CSCO presentano al DigiPass un progetto di solidarietà indirizzato agli studenti delle superiori

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Raffigura l’inclusione, la tela pittorica che il Comitato di volontariato sociale ciCasco – Metti in moto l’inclusione” ha donato alla Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto e che sarà collocata all’ingresso della sala DigiPass della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” gestito dalla fondazione stessa. Un quadro realizzato lo scorso 4 settembre dai bambini che hanno partecipato al Laboratorio creativo curato dall’artista Agnieszka Zawisza per rappresentare il DigiPass come luogo in cui crescere a livello didattico, educativo ed emotivo ed abbattere le differenze che sono una ricchezza e una opportunità di crescita verso la nuova cultura della diversità. La donazione del quadro è stata anche l’occasione per illustrare alle dirigenti ed ai docenti degli istituti scolastici il progetto comune del Comitato “ciCasco” e della Fondazione CSCO/Digipass finalizzato alla promozione dell’inclusione sociale. Il progetto, che risponde ad un bando del gruppo Mediaset, intende promuovere l’inclusione attraverso la produzione di piccoli video a cui potranno partecipare le scuole del territorio, ovvero: singoli studenti, classi o gruppi di studenti avranno la possibilità di realizzare un video della durata di 30 secondi per spiegare cos’è per loro l’inclusione nelle sue varie sfaccettature e che, in ambito scolastico, significa anche una maggiore apertura della scuola alla comprensione dei bisogni di ciascuno studente per il superamento di varie problematiche socio-relazionali. I ragazzi, seguiti dagli insegnanti lavoreranno alla realizzazione dei video, mentre il montaggio finale verrà effettuato al DigiPass che metterà a disposizione professionalità con competenze digitali e i docenti del corso Filmaker Factory e Visual Media della Sezione Audiovisivi della Fondazione Centro Studi Città di Orvieto.  

All’incontro hanno partecipato, il presidente del Comitato di volontariato sociale “ciCasco – Metti in moto l’inclusione”, Leandro Tortolini, le dirigenti delle Scuole superiori di Orvieto Cristiana Casaburo e Lorella Monichini, la pittrice Agnieszka Zawisza, la rappresentante del Cesvol, Laura Rossi e la presidente della Fondazione CSCO, Liliana Grasso la quale ha evidenziato, tra l’altro, l’importanza delle rete dei DigiPass dell’Umbria nel dare risposte anche di carattere sociale nella direzione della promozione della cultura della solidarietà. 




Il 27 novembre a “Lo Scalo-Community Hub” L’Albero di Antonia presenta il libro “Storie di genere”

Sabato 27 novembre alle 17,30 a “Lo Scalo – Community Hub” di Orvieto Scalo, l’associazione L’Albero di Antonia presenta il volume Storie di genere, per contribuire alla conoscenza e alla riflessione sulla violenza maschile sulle donne. Il cuore pulsante del libro sono le cinque storie di violenze di genere scaturite dalla voce diretta delle sopravvissute che difficilmente riescono ad avere ascolto pubblico, prigioniere di relazioni familiari di potere imposte da uomini spesso incapaci di instaurare relazioni affettive e paritarie.   Un fenomeno sociale distruttivo, quello della violenza di genere, ancora pervicacemente diffuso all’interno delle famiglie. Le narrazioni del libro fanno emergere i fili rossi che accomunano le storie di violenze e indicano la possibilità di uscirne trovando una strada per rinascere. La voce delle donne svela anche i comportamenti ripetitivi e comuni degli uomini abusanti, solitamente nascosti o accettati dalla cultura patriarcale. L’emergenza pandemica ha drammaticamente accresciuto il fenomeno e nel libro è rimarcato il forte sbilanciamento del sistema produttivo tra i generi con conseguenze lavorative, sociali e psicologiche. Il volume propone anche utili strumenti pratici per usare un linguaggio non sessista, in modo che le donne non restino invisibili. Le tematiche sono state approfondite ed ampliate dai contributi di esperte, professioniste ed associazioni: Elena Liotta psicoterapeuta, formatrice, supervisora, Elena Borsetti educatrice e counselor AMA, Paola Polimeni insegnante e operatrice AdA, Il Filo di Eloisa associazione culturale Eloisa Manciati. Le immagini sono tratte dagli elaborati pittorici delle donne che hanno partecipato ai laboratori espressivi dell’AdA, tenuti dall’arte terapeuta Daniela Haase

Il periodo di pandemia e le limitazioni sociali derivanti hanno sollecitato l’elaborazione del libro che riprende e mette in forma di scrittura l’esperienza avuta nel gruppo di Auto Mutuo Aiuto (AMA) “la violenza riguarda tutte” organizzato da L’AdA nel 2019. I gruppi AMA sono uno dei percorsi offerti dall’associazione per rafforzare l’autostima e l’elaborazione delle violenze subite attraverso la condivisione delle esperienze e la mutualità nel gruppo. Storie di genere è il secondo volume scritto da l’AdA, edito da Umbria Volontariato Edizioni (UVE) del Cesvol – Centro Servizi Volontariato; la collana del volontariato è stata presentata a Umbria Libri a Terni, lo scorso 29 ottobre.

L’Albero di Antonia invita la cittadinanza a partecipare alla giornata internazionale contro la violenza, giovedì 25 novembre alle ore 16,30 a Piazza delle Repubblica, in un incontro musicale.




Preadottato in giunta regionale il Piano Sanitario Regionale, meno distretti e sanità in rete

“Un Piano sanitario che arriva dopo 10 anni e che tiene conto di tutte le modifiche innovative introdotte dal decreto ministeriale n. 70 del 2015 che era stato recepito, ma non inserito in una programmazione scritta”: riassume così l’assessore alla Salute della Regione Umbria, il Piano sanitario 2021- 2025, preadottato dalla giunta regionale per poi avviare l’iter di partecipazione fino all’approvazione definitiva da parte dell’Assemblea legislativa.  
“Nel nuovo Piano dal titolo ‘Umbria, la salute al centro’ – ha spiegato l’assessore Coletto – non si parla solo del sistema sanitario, ma c’è un forte collegamento con l’ambito socio- sanitario, con l’obiettivo finale di migliorare le prestazioni erogate in ambito socio- sanitario, in particolare quelle legate ai Livelli essenziali di assistenza”.
Tra le novità introdotte di rilievo è la diminuzione del numero dei distretti sociosanitari, che da 12 diventeranno 5, “ma questo non va visto come una penalizzazione – garantisce l’assessore Coletto –  visto che i distretti saranno inglobati pur mantenendo la loro identità. Il cambiamento infatti, ha solo lo scopo di accorciare la catena di comando per rendere più agevole il governo”.
Le aziende ospedaliere invece rimarranno 2, così come due saranno ancora le aziende sanitarie territoriali, “anche se questa decisione – prosegue l’assessore –  è in mano al Consiglio regionale”.
I fondi del PNRR verranno utilizzati anche per la revisione e l’implementazione della rete territoriale, privilegiando la costituzione di Case e Ospedali di Comunità prioritariamente attraverso la riconversione di strutture esistenti, tenendo conto della distribuzione demografica della popolazione ed a seguito di processi di concertazione.
Tra le novità ci sono anche l’introduzione di servizio di verifica sia contabile che tecnico scientifico e la Commissione regionale per la valutazione degli investimenti che stabilirà l’opportunità degli acquisti per importi superiori a 200 mila euro.
La peculiarità di questo Piano come detto, è l’integrazione socio sanitaria che si articola negli ultimi 5 capitoli dedicati proprio a questo ambito.  
Storicamente – è scritto nel piano – il nostro sistema di welfare si è sviluppato su filiere parallele, separate per competenze (il sociale, il sanitario, educativo, lo scolastico, il lavoro, etc.), incentrate sulla logica del bisogno e sull’offerta di risposte diversificate per categorie, aree di intervento, età delle persone, livelli di gravità. Porre al centro della programmazione regionale i bisogni dei cittadini ed i loro diritti impone un suo ripensamento fondato sul protagonismo della persona, considerata nella sua unitarietà.
Di fronte a bisogni sempre più complessi e articolati, anche a seguito dell’emergenza Covid 19, è necessario rafforzare la governance complessiva, puntando sull’integrazione delle politiche, dei servizi, degli interventi, delle risorse e sulla valorizzazione del capitale relazionale, al fine di accrescere la qualità della vita nelle comunità locali.
Obiettivo strategico della nuova programmazione regionale è quello di superare l’attuale frammentazione e settorializzazione, attraverso un rafforzamento della programmazione integrata, del monitoraggio e della valutazione.
Il consolidamento ed il rafforzamento dell’integrazione sociosanitaria si inserisce, quindi, in un percorso virtuoso volto ad evitare duplicazioni di interventi, ad un uso più efficiente ed efficace delle risorse professionali e finanziarie, alla prontezza, appropriatezza e continuità delle risposte a vecchi e nuovi bisogni puntando, nel contempo, sulla prevenzione.
Per meglio orientare l’attuazione di politiche volte ad incentivare pratiche di innovazione sociale si rende necessaria una revisione dei percorsi di autorizzazione e di accreditamento delle strutture operanti nel sociale, con particolare riferimento alle prestazioni sociali a rilevanza sanitaria, cioè tutte le attività che hanno l’obiettivo di supportare la persona in stato di bisogno.
Gli ambiti del sociale e del sanitario, seppur distinti per settori di attività, andranno riallineati entro un quadro di integrazione e innovazione, così come anticipato nel documento del 2020 “Riorientare l’azione regionale nelle politiche sociali in Umbria”.




“L’olio in cattedra” convegno-evento dell’Istituto Professionale e Alberghiero Luca Coscioni, un successo della scuola

Sono giorni intensi per l’Istituto Professionale e Alberghiero “Luca Coscioni“ di Orvieto.  L’11 novembre si è tenuto un convegno sul tema dell’olio di oliva in tutte le sue declinazioni, partendo dagli aspetti antropici, organolettici, fino alla commercializzazione e gli abbinamenti di un prodotto nobile come l’olio, appunto.  Nei giorni scorsi è stata pubblicata la ricerca di Eduscopio sulle migliori scuole dell’Umbria e sia per la categoria degli alberghieri che per quella dei professionali nella Provincia di Terni “il Professionale” è primo in classifica per la percentuale di studenti che trovano lavoro nei 12 mesi dal diploma.  Una bella soddisfazione che viene completata anche dall’ottima performance dell’Istituto Lorenzo Maitani per l’indirizzo tecnico-economico che per quello tecnico-tecnologico.  Insomma, le scuole orientate alle professioni ad Orvieto funzionano.

Ma il vero clou è stato il convegno sull’olio dello scorso 11 novembre. Cristiana Casaburo, la dirigente scolastica, ha aperto i lavori con un breve excursus storico e culturale sull’olio.  Importante anche il parterre dei relatori a partire da Bruno Cirica, agronomo di fama, che nella sua lectio magistralis ha illustrato le cultivar in Umbria.  Eugenio Ranchino, agronomo e titolare dell’omonimo frantoio ha spiegato nei particolari la classificazione e le certificazioni di qualità dell’extra-vergine. Anna Perali, docente di scienze degli alimenti dell’istituto Luca Coscioni, ha presentato il progetto “L’olio in cattedra” che ha come obiettivo quello di far conoscere in tutti i suoi aspetti un prodotto identitario del nostro territorio, creando, per questo, una rete tra le aziende, le scuole e il territorio stesso.  Il professor Piergiorgio Marconi ha invece, parlato degli abbinamenti dell’olio e della versatilità del prodotto con cui realizzare insolite combinazioni, tra cui il gelato.

Roberta Giorgi, docente dell’istituto Professionale, ha poi invitato i titolari delle aziende a presentare l’olio “novello” delle varie  produzioni  e a spiegarne le caratteristiche. Per ringraziare i relatori e le aziende che hanno sposato il progetto, la DSGA Tiziana Bocchino ha donato loro dei piatti decorati con il logo dell’evento, realizzati dal laboratorio Malentacchi. Era presente al Convegno anche l’azienda “Spadoni” da anni produttrice di macchinari per la spremitura e la conservazione dell’olio.

Il convegno si è concluso con una cena a tema, in cui sono stati presentati piatti della tradizione umbra, con l’olio nuovo donato dai frantoi, realizzati dagli studenti di Cucina, guidati magistralmente dal docente Giuseppe Solombrino, in collaborazione con i docenti Davide Aprile e Alessandro De Matteis.   Nicola Palumbo, docente di sala bar, invece ha realizzato un cocktail d’autore all’olio d’oliva, presentato agli ospiti dagli allievi, accompagnati dal docente di indirizzo Nicola Giangiordano. Anche gli studenti di accoglienza turistica, insieme al docente Alessio Ricchezza, hanno saputo gestire brillantemente l’organizzazione del convegno, in cui erano presenti le dirigenti Scolastiche Isabella Olimpieri dell’Istituto Orvieto-Montecchio, Antonella Meatta dell’istituto Orvieto-Baschi, Cristina Maravalle dell’Istituto Onnicomprensivo di Fabro, insieme ad alcuni docenti delle scuole primarie e secondarie di secondo grado.   Gli ospiti, durante la cena, hanno potuto apprezzare anche le competenze e le abilità degli studenti e capire il valore dell’Istituto Professionale per il comprensorio Orvietano, territorio vocato al turismo, all’artigianalità e alla tutela dei prodotti agroalimentari, punto di forza dell’identità della regione Umbria.




Due persone di Baschi denunciate dai Carabinieri per maltrattamenti e abbandono di un cane

Nella mattinata del17 novembre ad Orvieto, i militari dell’Aliquota Radiomobile del locale Comando Compagnia Carabinieri al termine di una veloce attività investigativa hanno deferito in stato di libertà alla competente Procura della Repubblica di Terni, per i reati di “maltrattamento di animali” e di “abbandono di animali”, una donna 38enne orvietana ed un uomo di Todi di 39 anni, moglie e marito. Nel pomeriggio del 16 i Carabinieri sono intervenuti, a seguito di una indicazione anonima, in un terreno di proprietà dei predetti, sito nel comune di Baschi, dove era stata segnalata la presenza di un cane tenuto in condizioni non idonee. Sul posto, a seguito di un sopralluogo effettuato anche con l’ausilio di personale medico\veterinario dell’Azienda USL di Terni, è stato accertato che il cane, di razza rottweiler, era effettivamente denutrito, presentava sintomi di atrofia muscolare e debolezza, nonché evidenti lesioni cutanee e che, infine, viveva in un ambiente con carenti condizioni igieniche. L’animale è stato posto sotto sequestro ed affidato al canile sanitario di Sangemini.




Stefano Olimpieri, “all’incontro sulla sanità ha torto chi non c’era e sul Csco, no alla chiusura ma sì alla sostenibilità”

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Stefano Olimpieri, capogruppo del “Misto” in consiglio comunale sottolinea la grande importanza dei progetti presentati durante la conferenza sulla sanità che si è svolta il 15 novembre a Orvieto. “Mi sembrano progetti di valore ma staremo sempre vigili per capire se vengono rispettati i tempi”. Una stoccata anche agli assenti, a partire dai sindacati, “gli assenti hanno sempre torto. Tutti potevano entrare per ascoltare e conoscevano la data”.

Per quanto riguarda il Centro Studi Olimpieri ha ribadito che la sua non è una battaglia contro ma per la valorizzazione del Centro Studi. “Io non voglio chiudere ma solo capire se sia sostenibile perché nel caso non lo fosse allora non si può chiedere che a pagare sia sempre il cittadino”.