25 novembre, non solo una data contro la violenza sulle donne. Manifestazioni e convegni in programma

Il 25 novembre è una data drammaticamente importante. E’ la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Non è solo un’enunciazione, ma una realtà drammatica e violenta. La violenza di genere è quotidiana, a volte sottile, altre forte, terrificante. Ogni giorno in Italia dobbiamo registrare una sconfitta del diritto, della convivenza, della libertà e dell’umanità. Ogni giorno si deve ricordare che donna e uomo sono “UGUALI” in tutto e per tutto. Certamente permangono le differenze riproduttive e estetiche, ma null’altro. E non si può differenziare e/o discriminare solo in nome di differenze genetiche. Lo abbiamo già fatto in passato con risultati crudeli e ora ci siamo ricascati perché questa volta è più “raffinata” la discriminazione e la violenza. S’insinua subdolamente con la giustificazione dell’amore, della gelosia, della protezione, della religione interpretata dagli uomini, delle pulsioni ormonali di qualche imbecille.

Sempre più donne, nonostante tutto, sono al timone di aziende e governi locali e nazionali. Però ancora servono le “quote rosa”, ancora si parla di “uguaglianza di salario”. La pandemia ha fatto riemergere un passato che sembrava ormai un ricordo: le donne sono state quelle più penalizzate nel mondo del lavoro. La casalinga non è un lavoro, ma un “dovere” e tanti altri stereotipi che sono difficili a morire per ignoranza e a volte per convenienza.

Per tutti questi motivi e per tanti altri è giusto e importante ricordare il 25 novembre. E’ giusto ricordarlo in ogni città paese, borgo italiano. E’ giusto ricordare, come ha fatto la Fidapa Centro Italia e la sezione di Orvieto il 24 novembre, quelle donne che oggi soffrono per le discriminazioni assurte a leggi dello stato come in Afghanistan. E’ giusto che a ricordare siano prima di tutto gli uomini insieme alle donne, uno vicino all’altra…

Programma 25 novembre

16,30 – Piazza della Repubblica
L’Albero di Antonia (AdA) invita la cittadinanza a partecipare alla giornata internazionale contro la violenza. Accanto alla manifestazione di denuncia e contro-narrazione si terrà la performance musicale del gruppo “Tusciamannate”, appassionate della musica popolare, dei canti e delle danze tradizionali del Centro Sud Italia: calabresi, siciliani, salentini e romani. Il canto polifonico e gli strumenti tradizionali, chitarra, organetto e tamburello, ripropongono celebri e coinvolgenti brani musicali che narrano storie d’amore: passioni lontane o ostacolate, amori che diventano avversione, relazioni che amore non sono ma violenza fino a esplodere in femminicidio. Altri brani parlano del lavoro faticosissimo e sottopagato.

ore 18.30 – Piazza della Repubblica
La facciata del Palazzo Comunale di Orvieto sarà illuminata di rosso e, lungo il loggiato, saranno posizionati 100 palloncini rossi a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio.

Programma 27 novembre

ore 16.00 – Sala plenaria della Fondazione CRO in Piazza Febei
La Fidapa presenta il convegno “Violenza sulle donne: Prevenire, Contrastare, Educare”.
Saranno presenti Francesca Compagnucci, presidente Fidapa sezione di Orvieto, Anna Maria Turchetti, presidente distrettuale Fidapa Centro Italia e la sindaco Roberta Tardani. Tra gli interventi Irma Conti, presidente dell’associazione Donne Giuriste Italia, Luciana Delfini, consigliera per i rapporti internazionali della stessa associazione; Aldo Manuali, pedagogista e giudice onorario del Tribunale per i Minori di Perugia; la sociologa Paola Quattoni.
Modera l’incontro Paola Morelli, avvocato e vice-presidente di Fidapa sezione di Orvieto.

17,30 Lo Scalo -Community Hub di Orvieto Scalo
L’Albero di Antonia (AdA) invita la cittadinanza a partecipare alla presentazione del libro “Storie di genere”. Il secondo volume scritto da L’Albero di Antonia, edito dal Cesvol-Centro servizi volontariato, è stato presentato a Umbria Libri a Terni lo scorso 29 ottobre. Alla lettura di brani, a cura delle lettrici Daniela Viola e Alessia Cardinali, si alternerà l’accompagnamento di chitarra di Andrea Vincenti e la voce di Martina Maggi, cantautrice di grande talento di Orvieto, assunta alla ribalta nazionale per aver lavorato in progetti folk, rock-blues e canto multistilistico.




La difficile gimkana tra green e super pass. Il giro di vite giusto per non richiudere

Green Pass, ora super green pass, tamponi, scadenze, terza dose, è sempre più un ginepraio la vita ai tempi della pandemia. Intanto chiariamo subito, la pandemia è ancora nel pieno e anzi ha deciso di spingere sull’acceleratore. In Italia i contagi stanno salendo costantemente anche se con ritmi molto più lenti che in altri Paesi d’Europa. Il merito? E’ di una campagna vaccinale che va avanti in maniera sostenuta anche per la dose “booster”. Un bel risultato, sicuramente, che conferma la grande voglia di ripartire dell’Italia. Ci sono anche i no-vax e i no-green pass, in molti casi le due cose coincidono. Manifestano per una supposta “libertà” di scelta nonostante i maggiori costituzionalisti dicano l’esatto contrario. Sì perché quando si parla di malattia ci si deve affidare alla scienza, che ha spiegato in tutte le salse che allo stato attuale le uniche armi di prevenzione sono vaccino e distanziamento interpersonale, oltre al rispetto delle più elementari norme igieniche; quando si parla di leggi e di Costituzione si deve fare riferimento agli esperti, ai docenti universitari, ai costituzionalisti e così via. Purtroppo in Italia proliferano invece gli esperti da social. La laurea in social è diffusissima purtroppo per loro, però, non ha valore e per fortuna per tutti noi.

Le fake anti-vaccino sono numerose, alcune anche fantasiose, con fondamento scientifico? Assai poche, o meglio, il dubbio sui possibili effetti collaterali c’è, così come c’è per ogni medicinale e ogni vaccino che viene somministrato. E’ così, quando il fisico si trova al suo interno elementi chimici può reagire in maniera avversa. Di scientifico c’è poco altro. C’è invece da sottolineare che la tecnica dei vaccini Pfizer e Moderna è attualmente allo studio per una lunga serie di altri destinati a combattere la diffusione di patologie gravi e gravissime, compresi alcuni tumori. Chissà, allora, cosa si dirà quando dalla sperimentazione si passerà alla somministrazione di questi vaccini. Facciamo una piccola previsione…”perché lo Stato non li inserisce fra la prestazione gratuite?”. Sì perché molto spesso la memoria è corta, anzi cortissima e gli stessi che oggi urlano e gridano al complotto giudaico-capitalista, domani saranno quelli che chiederanno l’accesso universale a tali future cure sempre contro lo stesso nemico.

I numeri ci raccontano la realtà. Oggi la diffusione del virus è molto alta per le fasce di età più giovani e tra i no-vax convinti, soprattutto i ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva sono quasi tutti rientranti in queste categorie. Ma il vaccino non immunizza, è la vulgata più comune fra i resistenti. E’ esattamente così. Scienziati e medici hanno sempre spiegato che il vaccino rende più difficile la vita al virus, ma molto più difficile perché si è meno contagiosi e ci si contagia che più difficoltà. Nel caso di contagio, poi, si riduce fortemente il rischio di essere ricoverati e di morte. In un’ideale bolla di solo vaccinati, ad esempio, si potrebbe tornare ad una vita normale con piccole attenzioni dettate dal buonsenso. Nel caso in cui si fosse in presenza di soggetti fragili allora la vaccinazione sarebbe fortemente auspicabile per evitare rischi francamente inutili.

L’Italia non vuole e soprattutto non può permettersi un nuovo duro e lungo stop delle attività lavorative e il giro di vite appena approvato dall’esecutivo va letto in tal senso. Basta chiusure, se non strettamente necessarie per la salute pubblica, e sì ad un valore diverso tra chi in questi mesi ha dimostrato senso civico, da una parte, e ha compiuto tutti gli atti necessari per proteggersi dalla malattia dall’altra. Sì a maggiori libertà per chi rispetta le leggi anche quando non piacciono, però devono assolutamente esserci maggiore rigore e più controlli altrimenti si rischia di vanificare ogni sforzo.

Ora che si avvicinano le Feste, con le luci, lo shopping, gli eventi è giusto dare un guro di vite per quelle attività che tanto hanno sofferto in questi due anni ma gli imprenditori stessi devono essere i più rigorosi e attenti alle regole per non trasformarsi in “prenditori” e poi vittime al prossimo eventuale lockdown perché i cittadini e non solo una parte di essi, non possono sopportare un nuovo blocco soprattutto se questo sarà dovuto a scarso rispetto delle regole, controlli leggeri e, magari, positivi in quarantena che invece escono tranquillamente certi, o quasi, di farla franca.