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Un uomo investito da un pirata della strada a Bardano ricoverato in ospedale

Nel pomeriggio di domenica 14 novembre a Bardano un cittadino orvietano di 60 mentre attraversava la strada è stato investito da un pirata della strada che dopo l’impatto è scappato senza fermarsi a prestare soccorso. Sono arrivati immediatamente i soccorsi con l’ambulanza che ha portato l’uomo in ospedale dove è stato sottoposto ad un delicato intervento per gravi fratture al femore oltre ad un trauma cranico.

Gli investigatori stanno passando al vaglio i filmati delle telecamere per risalire all’identità del colpevole.




Don Luca Conticelli spiega l’importanza delle nuove luci di Sant’Andrea nella liturgia

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La Chiesa di Sant’Andrea da qualche giorno ha qualcosa di diverso. Basta entrare per accorgersene. Luce, una luce intensa che illumina le volte, l’altare, le piccole imperfezioni e poi c’è quel cielo stellato che ti avvicina all’infinito. La luce ha però un significato più profondo, legato alla religione in generale e soprattutto alla liturgia. Il battesimo, la Pasqua con il passaggio dal buio alla luce…Don Luca Conticelli si spiega questi passaggi e sottolinea la grande importanza della comunità in cammino che si apre, che ospita che aiuta il prossimo, proprio il proprio vicino prima di tutto.




13 novembre, il “compleanno” del Duomo

Tutti, troppi, ce l’hanno col “fuori scala” di questo incredibile solenne monumento. Certo, è la prima cosa che salta all’occhio. Che ci fa sto popò de “ottavameravigliadelmondo” in un posto come Orvieto? Perché hanno copiato la facciata del duomo di Siena? Quesiti che rivelano una evidente carenza di Conoscenza. Della Storia e della Storia del Luogo e della costruzione della sua cattedrale. Marcel Reymond nel suo ‘L’antica facciata del duomo di Firenze’ è perentorio e lapidario nell’asseverare che il modello ispiratore originario tricuspidale (di tante facciate famose da Siena a Firenze S. Maria Novella e S. Croce, a St. Urbain a Troyes, etc.) sia proprio il nostro duomo di Orvieto: perché se è vero come è vero che a Siena avevano intrapreso l’opera una quarantina d’anni prima che ad Orvieto è altrettanto vero che quella si interruppe per varie ragioni, soprattutto finanziarie. Il duomo di Orvieto invece da quel 13 novembre del 1290 ininterrottamente fino a metà Trecento fu completato nella mirabile facciata tricuspidale prima di tutti. Ed infatti a Siena ripresero qualche secolo dopo a tirar su la facciata avendo come traccia il nostro Duomo, il Duomo di Orvieto. Perciò, rispetto a quei quesiti di cui si diceva è vero l’esatto contrario. Nessun errore. Nessuna esagerazione. Tutto creduto e voluto. No, non si sono sbagliati i nostri concittadini di sette secoli e mezzo fa a voler realizzare questa opera pazzesca che gemina dalla Rupe vulcanica e si staglia verso il Cielo, non hanno erroneamente voluto esagerare costruendo una meravigliosa mostruosità architettonica fuori scala rispetto al resto urbano che sovrasta.

Non c’è da stupirsi. Orvieto era capitale di uno Stato vasto che dalla Vald’Orcia e Valdichiana, alla Teverina e Lago di Bolsena, giungeva alle Maremme, da Corneto all’Argentario, alle Terre Aldobrandesche dall’isola del Giglio fino all’Amiata. Romea Germanica e Francigena, Micaelica e Lauretana solcavano il Contado (e alleati, amici, signori, feudatari, nobili e cavalieri, almeno centocinquanta di loro provenienti da tutto il territorio orvietano comitale e oltre, scesero col papa nelle fondamenta a benedire la pietra angolare, come riportano le cronache medievali). Papa Urbano IV (che eletto non andò mai a Roma) vi stabilì la Sede Apostolica con la Curia e da Orvieto istituì il Corpus Domini nel 1264 per l’universo cristiano, con l’officio ancora usato di Tommaso D’Aquino, anch’egli con Bonaventura da Bagnoregio, Ugone di Provenza, Alberto Magno, nello Studium orvietano, creato nel 1013 da papa Benedetto e dall’imperatore Enrico il santo. No dunque, nessuno sbaglio. Il Fuori Scala è stato proprio stabilito e realizzato. Perché Orvieto è un Altare, un’Ara Etrusca. Perché i primi esseri umani riconobbero la sacralità di questo Luogo nato dalle lave dei vulcani vulsiniesi nell’antico oceano primordiale. Sull’ara antica Luogo Celeste dei Padri Etruschi; sull’altare maggiore rupestre dei Credenti, dei Fedeli, dei Cavalieri, dei Monaci e degli Eretici, è stato fondato questo sublime immenso Tabernacolo del Duomo di Orvieto che racchiude e custodisce gelosamente un altro tabernacolo incorruttibile di marmo che ancora in sé contiene un incredibile scintillante tabernacoloreliquiario di Luce, custodia e scenografia del Mistero della Salvezza, del Dono Eucaristico, il Lino santo intriso di Sangue del Cristo e l’ostia tramutata in Carne. Il Corpo e il Sangue di Gesù. La Sindone di Orvieto. Urbisveteris Civitas Eucharistica Supra Montem Posita. Orvieto la Città del Corpus Domini.

Silvio Manglaviti-Orvieto Città del Corpus Domini




Unione dei Comuni, la scommessa del sindaco di Ficulle Maravalle per promuovere “l’orvietano tutto”

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Torna prepotentemente di attualità la questione dell’unione dei comuni. Le municipalità dell’alto orvietano, con l’esclusione per ora di Montegabbione, e l’aggiunta di Porano stanno per dare mandato ad un ente emanazione della presidenza del consiglio dei ministri di mettere in campo un’unione di 9 Comuni e cioè Fabro, Ficulle, Parrano, Monteleone, Allerona, Castel Viscardo, Castel Giorgio, Baschi e Porano. Il sindaco di Ficulle, Gian Luigi Maravalle, è stato sempre convinto della validità di una rete pronta ad offrire servizi ai cittadini. Oggi, poi, sempre di più i progetti vengono valutati se hanno una valenza territoriale ampia ecco quindi che essere uniti è determinante anche nel confronto con la Regione.