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Vetrya, game over. Liquidatore sarà Katia Sagrafena e si procede per ottenere il concordato in continuità indiretta

Come annunciato nel comunicato ufficiale dello scorso 23 ottobre si è svolta in seconda convocazione il giorno 11 novembre l’assemblea straordinaria dei soci di Vetrya SpA che ha deliberato la messa in liquidazione della società. L’assemblea ha anche deciso di nominare quale liquidatore Katia Sagrafena, attuale consigliere di amministrazione.

Nel comunicato ufficiale della società è scritto che “la documentazione inerente i punti all’ordine del giorno dell’Assemblea è a disposizione del pubblico presso il sito internet della Società. Per ulteriori informazioni si rinvia al verbale assembleare che sarà pubblicato nei termini e secondo le modalità previste ai sensi di legge e di regolamento sul sito internet della Società, sezione “Investor”. Prosegue intanto l’attività di richiesta, supportata da primari professionisti e Studi Legali nazionali, di concordato preventivo con continuità indiretta attraverso società che rileveranno le Aree/Direzioni aziendali per la quale è prevista la prosecuzione”.

L’assemblea è stata dichiarata valida in seconda convocazione l’11 novembre mentre alla prima del 10 novembre non è stato raggiunto il quorum “costitutivo”




Una nuova vita e una nuova sede per il Centro Gianni Rodari

Finalmente il Centro studi “Gianni Rodari” di #Orvieto ha una casa accogliente, ha una missione, ha un futuro. In questi due anni, malgrado le difficoltà della pandemia, questa amministrazione è riuscita a fare quello che per troppo tempo era stato rinviato, accantonato con il serio rischio di perdere l’eccezionale patrimonio di cultura e di sapere che abbiamo la fortuna di custodire nella nostra città. Ora il Centro studi ha una sede all’interno della biblioteca comunale, uno spazio confortevole che consente oltre a una migliore fruibilità delle opere e delle pubblicazioni dello scrittore piemontese anche una maggiore interazione con la biblioteca stessa che sempre più prende forma come vera e propria piazza del sapere della nostra città.

Oggi il Centro studi, grazie al prezioso lavoro di Maria Adelaide Ranchino, ha una vetrina sul Mondo con il grande lavoro di catalogazione ufficiale che è ora disponibile pubblicamente a chi ne voglia usufruire per studi e approfondimenti. E già tante persone da tutto il Mondo stanno tornando a interessarsi del grande patrimonio di cui disponiamo e a richiederlo. Un grande archivio di oltre 1500 opere che si arricchirà con ulteriori donazioni che arriveranno dalla famiglia Rodari che ora – grazie al nostro lavoro – è tornata a credere in Orvieto e nelle potenzialità d questo Centro studi. Oggi il Centro studi ha un futuro con progetti e iniziative in cantiere per rendere sempre più conosciuto questo tesoro.

Stiamo anche ragionando su quale sia la forma giuridica migliore per dare le gambe al Centro studi per iniziare a correre, con modalità che consentano di aprirsi alla città e di raccogliere risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle che garantisce il Comune di Orvieto. La costituzione di una Fondazione di partecipazione è l’ipotesi alla quale stiamo lavorando.

Quello di oggi è un nuovo inizio, fortemente voluto da chi ora amministra questa città, e che rende merito anche al lavoro silenzioso degli uffici che in questi anni hanno continuato a intrattenere rapporti con la famiglia Rodari. Ringrazio il nuovo CdA e in particolare Alda Coppola a cui ho delegato di rappresentarmi, ringrazio le scuole e le associazioni che hanno partecipato questa mattina all’inaugurazione del Centro che vogliamo sia punto di coordinamento e di riferimento per loro e per tutte le iniziative collegate a Rodari. “Certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova”, scriveva in una sua favola. E noi oggi abbiamo aperto una nuova strada.




Su Vetrya e le aziende del settore VAS interviene Chiara Caimmi presidente di AssoCSP

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di Chiara Caimmi, presidente di AssoCSP, l’Associazione dei fornitori di contenuti e servizi a valore aggiunto per telefonia cellulare (Content Service Providers). L’Associazione, nata nel 2009, raggruppa e rappresenta le principali aziende italiane e multinazionali leader nel settore del mobile content.

Egregio Direttore,

abbiamo notato che il Suo giornale ha denunciato i problemi occupazionali della società Vetrya. Si è appreso, da quanto letto su vari articoli, che 137 famiglie rischiano di perdere la propria fonte di sostentamento a causa del crollo del fatturato della società battezzata come nuova “Google italiana”.  Invero, la vicenda umana che sta interessando gli incolpevoli dipendenti di Vetrya, verso cui AssoCSP esprime massima solidarietà, è comune a tantissimi lavoratori impegnati nella filiera dei cd. VAS (Valued Added Services) che, attualmente, si trovano sguarniti di opportune forme di tutela.

Come noto, infatti, come tantissime società Content Service Provider (i cd. CSP), Vetrya era attiva nella catena del valore della fornitura di servizi premium. Tuttavia, mentre quest’ultima aveva sempre dichiarato che i servizi a valore aggiunto rappresentavano solo una linea del business aziendale, molti CSP erogavano esclusivamente VAS.  Conseguentemente, con la chiusura del mercato dei servizi a sovrapprezzo, determinata dalla delibera AGCOM (delibera n.10/21/CONS, la cui impugnazione pende dinanzi al TAR) probabilmente derivante anche dall’apertura di un’indagine avviata dalla Procura di Milano, tali aziende, in primis, sono entrate in crisi, con dirette conseguenze sui loro lavoratori. Insieme con i CSP è stato messo alla corda un intero indotto: si tenga in considerazione, a tal fine, che la filiera dei VAS coinvolgeva – oltre che i CSP e gli operatori telefonici – società di call center, di creazione di contenuti, di controlli antifrode, di sviluppatori e di tanti altri professionisti.  La crisi del mercato, pertanto, ha investito un’intera filiera di operatori ed innumerevoli posti di lavoro, che ben potrebbero mettere a disposizione dell’intero Paese il know how acquisito nell’ottica di favorire lo sviluppo tecnologico sui sistemi digitali e in particolare su quelli di pagamento.

Per tali ragioni, il problema richiederebbe un intervento diretto del legislatore nazionale, nonché maggiore attenzione da parte del Governo.  Non è questa la sede per addentrarsi nel sistema che ha portato agli scandali che hanno interessato il mercato dei VAS. È sufficiente sottolineare, tuttavia, che la decisione di AGCOM di disporre il barring dei servizi, determinando il crollo del mercato, è apparsa sin da subito sproporzionata: essa ha infatti determinato il fallimento di tutte le società coinvolte, indistintamente, senza intervenire per risanare il mercato ed appurare meriti e responsabilità.  Eppure, AssoCSP, da sempre impegnata a tutela della categoria, aveva da tempo segnalato le criticità del sistema all’AGCOM e al Comitato VAS, sottolineando gli interventi da adottare per rimuoverle: il rispetto dei regolamenti già vigenti, la rimozione del conflitto di interesse, il ripristino della trasparenza. Ciononostante, l’Autorità aveva scelto di soprassedere, salvo poi procedere a adottare una misura tanto estrema quanto ingiusta.

In questo contesto, l’art. 21 del disegno di legge sulla concorrenza 2021 ha previsto la modifica dell’art. 1, comma 3 quater del d.l. n. 7/2007 (convertito con legge n. 40/2007), disponendo il divieto espresso per gli operatori di telefonia e di comunicazioni elettroniche di attivare, senza il previo consenso, espresso e documentato, del consumatore o dell’utente, servizi in abbonamento da parte degli stessi operatori telefonici o di terzi, inclusi i cd. servizi premium.  Tale modifica, invero, non appare soddisfacente. La scelta di internalizzare i flussi di attivazione dei servizi a sovrapprezzo ponendoli nella responsabilità degli Operatori di telefonia, sebbene assunta allo scopo di garantire la trasparenza della filiera, modalità in essere nel mercato VAS da vari anni, ha determinato infatti ulteriori problemi, atteso che le misure di controllo che questi avrebbero dovuto implementare (come appurato dalle delibere AGCOM 191/20/CONS; 190/20/CONS; 224/21/CONS) non sono state sufficienti. Il problema nasce da una sorta di conflitto di interessi per cui l’Operatore è colui che controlla e colui che guadagna, quindi, come già avvenuto nel mercato VAS, non è indifferente al numero di abbonamenti ai servizi a sovrapprezzo.  Va vista con favore, tuttavia, la scelta della politica nazionale di intervenire sul tema, accendendo i riflettori sul mercato dei VAS. Si tratta, infatti, di una formidabile occasione per avviare un confronto partecipato, per cui si fornisce la propria disponibilità, che possa condurre all’adozione di misure in grado di ripristinare il mercato, salvaguardare i posti di lavoro e garantire la tutela dei consumatori.

Solo in questo modo sarà possibile non solo fornire sostentamento ai dipendenti di Vetrya, ma soprattutto supportare tutte le piccole aziende e le tante famiglie che ruotano intorno alla filiera dei servizi premium, individuando soluzioni di continuità per quei CSP che hanno bruscamente subito la risoluzione dei contratti da parte degli Operatori e perso le customer base costruite in anni di investimenti.  Considerando l’attenzione che ha dato il suo giornale sulla vicenda dei lavoratori di Vetrya, si auspica che nello stesso modo possa procedere a dare voce a chi si trova nella stessa o peggiore situazione.

Chiara Caimmi – Presidente AssoCSP