L’ordine degli architetti incontra sindaco, vice-sindaco e dirigente tecnico per discutere le problematiche del settore

Lo sorso 7 settembre il nuovo consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Terni, rappresentato dal presidente, Stefano Cecere, dal vice presidente, Rocco Olivadese, dal tesoriere, Alberto Tiberi, e dal consigliere con delega agli affari generali, Moreno Polleggioni, ha incontrato ad Orvieto, nel più ampio quadro degli incontri di presentazione previsti con le amministrazioni locali del territorio provinciale, il sindaco della città, Roberta Tardani, il vice sindaco con delega all’edilizia ed all’urbanistica, Mario Angelo Mazzi, ed il dirigente del settore tecnico, Marco Roberto Rulli.

Nel corso del colloquio sono state esposte agli interlocutori, suggerendone anche le possibili soluzioni, alcune delle criticità incontrate dagli iscritti nello svolgimento della professione, inerenti la gestione delle pratiche edilizie e dell’archivio dell’Ufficio Urbanistica, alle modalità di accesso agli atti, alla disponibilità ed all’accessibilità dal portale web dell’Ente del Piano Regolatore Generale e degli atti della giunta d’interesse per la categoria, auspicando una tempestiva risposta da parte degli uffici interessati, e proponendo nel contempo l’istituzione di un tavolo tecnico permanente di confronto, sulle tematiche afferenti l’edilizia e l’urbanistica, tra l’Ordine e l’amministrazione comunale per il loro monitoraggio.

Sia il sindaco, cui va il ringraziamento dell’Ordine per la disponibilità e l’ospitalità offerte, che Mazzi e Rulli, questi in particolare per gli aspetti tecnici ed operativi, ai quali il consiglio esprime gratitudine per la fattiva collaborazione dimostrata, hanno riconosciuto la fondatezza dei temi esposti ed accolto favorevolmente la proposta di istituire il tavolo tecnico che si riunirà con cadenza trimestrale con la partecipazione un membro del Consiglio.

Nei prossimi giorni l’Ordine esporrà, formalmente, al Comune di Orvieto le criticità e le soluzioni proposte, e la richiesta di ufficializzare l’istituzione del tavolo tecnico.




I carabinieri recuperano parte degli strumenti rubati da Mr. Tamburino

Lo scorso maggio, durante la notte, alcuni ladri hanno forzato la porta d’ingresso del centro di aggregazione giovanile Mr. Tamburino affidato all’associazione “P285”, rubando via gran parte degli strumenti musicali e il materiale per l’amplificazione audio.

Immediatamente in città, profondamente colpita dall’episodio, si è mossa una gara di solidarietà per aiutare l’associazione a riprendere la propria attività di formazione alla musica. I Carabinieri hanno immediatamente iniziato ad indagare sul fatto e proprio in queste ultime ore è arrivata la svolta. I militari hanno individuato un 42enne residente a Panicale, pregiudicato e la sua abitazione è stata sottoposta alla perquisizione che ha permesso di ritrovare alcuni degli strumenti musicali trafugati, un mixer ed un subwoofer che sono stati immediatamente riconsegnati ai ragazzi dell’associazione P285. L’uomo è stato invece denunciato per ricettazione all’autorità giudiziaria.




Incidente tra Attigliano e Fabro, il responsabile senza patente e assicurazione

Nella giornata di domenica 12 settembre Sulla A1 nel tratto compreso tra Attigliano e Fabro si è verificato un tamponamento a catena . Nell’incidente sono rimasti coinvolti 4 veicoli, tre erano incolonnati per il traffico rallentato mentre il quarto ha tamponato gli altri. Sul posto è intervenuta la polizia stradale di Orvieto per i primi soccorsi, la gestione della viabilità e i rilievo tecnici di rito per tentare di ricostruire la dinamica del sinistro.

Tutti i passeggeri delle auto coinvolte hanno riportato, fortunatamente, solo lievissime contusioni. Dopo gli accertamenti di rito è emerso che il conducente del veicolo che ha tamponato quelli incolonnati era sprovvisto di patente di guida e assicurazione per questo gli agenti polstrada hanno proceduto al sequestro del mezzo mentre a carico della persona sono state elevate sanzioni per più di 5500 euro.




Il gran finale per “LOV100” il 18 e 19 settembre, la due giorni dedicata a Livio Orazio Valentini

Sono gli ultimi giorni per “LivioOrazioValentini100”, la mostra diffusa interamente dedicata al grande artista orvietano nel centenario della nascita. L’esposizione dislocata a Palazzo Coelli, sede della Fondazione CRO, Museo dell’Opera del Duomo, Museo Faina e Palazzo Negroni, sede del CSCO, è stata inaugurata lo scorso 19 giugno permettendo ai visitatori di ammirare le 150 opere in location espositive di grande rilievo e con interessanti contaminazioni tra moderno e classico. Alle opere in esposizione vanno poi aggiunte quelle presenti in città tutte censite nella monografia “Livio Orazio Valentini 100. Opere 1045-2004: figurativo-informale-postquaternario” curata da Massimo Duranti e Andrea Baffoni, il primo vero catalogo completo con circa 200 opere tra dipinti, ceramiche, sculture e opere seriali.
 
La mostra chiuderà ufficialmente il 19 settembre ma ci sono ancora due grandi appuntamenti per chi ancora non ha visitato l’esposizione.
Per sabato 18 settembre, alla vigilia della chiusura ufficiale del progetto avviato sul finire del 2019 dall’Associazione Livio Orazio Valentini, “Livio Orazio Valentini 100. Finissage e non…“.  Appuntamento alle 10 al monumento granatieri di Piazza Cahen per una visita itinerante nel centro storico, nei luoghi di Livio Orazio Valentini, “Orvieto Narrante. Livio Oravio Valentini: un secolo di storie” curata dal Touring Club Italiano del territorio di Orvieto. Alle 17,30 ci si sposta al MODO per “Riflessioni su arte pubblica, città d’arte e turismo”, introducono Laura Cicognolo, presidente FIDAPA BPW Orvieto, e Silvia Valentini, presidente dell’Associazione Valentini. Tra gli interventi Alessandro Bosi, docente all’Università di Parma, Mino Lorusso, giornalista e scrittore, Alessandra Cannistrà, curatrice del MODO. A condurre l’incontro sarà il giornalista e scrittore orvietano Guido Barlozzetti.

Per tutte le informazioni e le prenotazioni obbligatorie 348.2250432 – assliviooraziovalentini@gmail.com

 




Il Dante barbuto in mostra al Museo Faina dal 14 settembre al 14 novembre

Si terrà dal 14 settembre al 14 novembre 2021, al Museo “Claudio Faina” in piazza Duomo a Orvieto, la mostra “Il vero volto di Dante Alighieri – L’avventura di un quadro”. 
Al centro dell’esposizione il singolare dipinto di un autore ignoto, da almeno sessant’anni custodito nell’ufficio del Sindaco di Orvieto, che raffigura Dante Alighieri con la barba, una fedele descrizione che del Sommo Poeta fa il suo primo biografo, Giovanni Boccaccio, nel Trattatello in laude di Dante scritto tra il 1351 e il 1355 («Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso»). L’iniziativa, organizzata dal Comune di Orvieto e dalla Fondazione per il Museo“Claudio Faina”, aprirà i battenti il 14 settembre, data della morte di Dante Alighieri di cui quest’anno si celebra il settecentesimo anniversario.

Il quadro, probabilmente realizzato nei decenni finali del Cinquecento, lo raffigura in maniera completamente diversa dall’iconografia ufficiale e rappresenta una rarità. Dante viene immortalato con la barba solo in miniature presenti in alcune versioni illustrate della Divina Commedia mentre altre due immagini che lo ritraggono con pizzetto e baffi sono state rintracciate in un disegno di Tito Lessi (1858-1917) e nel “Ritratto di Dante” del pittore russo Il’jaRepin (1844-1930) esposto al Kostroma State Historical-Architectural and Art Museum“Il primo accenno al quadro –  ha spiegato il curatore della mostra, Giuseppe Maria Della Fina – si trova in un articolo de L’Osservatore Romano del 22 novembre 1967 a firma di V. Presicci, recuperato e valorizzato di recente da Aldo Lo Presti. L’inquadramento cronologico e stilistico si deve allo storico dell’arte Michele Maccherini. Di certo la barba sul volto di Dante è autentica e non è stata aggiunta successivamente come hanno confermato le analisi effettuate dai restauratori del Consorzio Pragma, Valentina Romé, Davide Rigaglia e Massimiliano Massera. Il quadro, insieme ad altri – ha aggiunto – arrivò probabilmente in Comune nel 1927 trasferito dopo la soppressione della Sottoprefettura di Orvieto che a sua volta aveva acquisito opere d’arte provenienti almeno da due antiche nobili famiglie orvietane: Pandolfi Alberici e Gualterio. In mostra, insieme al quadro di Dante, interessato da un intervento di ripulitura ad opera di Chiara Munzi e Giuseppe Ammendola di Keorestauro, ci saranno anche un dipinto di Petrarca attribuito allo stessa mano del Dante, una versione del 1927 del ‘Trattatello di Boccaccio’ e la cartolina tratta dal dipinto di Tito Lessi, entrambi provenienti dalla collezione privata di Aldo Lo Presti, e due statue di Papa Bonifacio VIII realizzate nel 1297 per essere posizionate sulle porte di ingresso alla città. Il pontefice, citato con parole durissime nella ‘Divina Commedia’, ebbe infatti un’influenza considerevole nella vita politica di Orvieto. Per gentile concessione della Bonelli Editore, inoltre, saranno esposte anche la copertina e le tavole del racconto a fumetti ‘PapeSatànAleppe!’, inserito nello speciale n. 38 di Martin Mystère dell’agosto 2021, che s’ispirano  al Dante con la barba di Orvieto”.
“Il ritratto del Dante con la barba di Orvieto
 – ha sottolineato Michele Maccherini, storico dell’arte dell’Università degli Studi de L’Aquila – si presenta come un unicum e sembra essere ispirato dal frontespizio della ‘Comedia’ di Francesco Sansovino uscita a Venezia nel 1564 di cui si ebbero due riedizioni nel 1578 e nel 1596. La data del dipinto deve quindi essere successiva ad una delle tre edizioni del volume. Sempre nella stanza del Sindaco di Orvieto, accanto al ritratto di Dante con la barba e frutto di uno stesso progetto intellettuale e anche dello stesso pennello, si trova un ritratto di Petrarca. Quest’ultimo consente di formulare almeno un’ipotesi sul contesto artistico in cui venne creato. Una certa vivezza del ritratto, certe sottolineature epidermiche, la rotondità delle forme, una sorta di morbidezza neoraffaellesca, il tutto ancorato all’universo della maniera moderna, sembra indicare soluzioni nate nell’ambito dei fratelli Zuccari”. 
“Riscoprire
 – ha detto il sindaco di Orvieto e Assessore alla Cultura, Roberta Tardani – significa mostrare nuovo interesse verso qualcosa di dimenticato o scarsamente valorizzato e questo abbiamo fatto, osservando con uno sguardo diverso e con curiosità quello che avevamo avuto sempre sotto agli occhi. Ma determinante è stato poi il lavoro della Fondazione per il Museo ‘Claudio Faina’ e del presidente Daniele Di Loreto nell’andare a cercare se quella raffigurazione del Sommo Poeta, così distante dall’iconografia ufficiale, fosse in realtà diffusa o, al contrario, unica. Oggi si cercano storie e quel dipinto ne racconta una. La storia di un pittore che, con ogni probabilità negli ultimi decenni del Cinquecento, ha voluto dare vita alle parole con cui nientemeno che Boccaccio aveva descritto Dante Alighieri. In quel momento, magari inconsapevolmente, l’autore del nostro quadro ha scattato un’istantanea unica e oggi, sicuramente, inedita. Ma questo è solo la premessa del racconto perché il Dante con la barba non ci consente solo di ‘riscoprire’, ma anche di andare a rileggere un pezzo della storia della città. Quella dei capolavori di Luca Signorelli che dipinge la Cappella di San Brizio lasciando una delle raffigurazioni più iconiche del Sommo Poeta, quella del pozzo di San Patrizio così legato al concetto del Purgatorio dantesco narrato nella Divina Commedia, lo stesso dove Dante ‘incontra’ le nobili famiglie orvietane dei Monaldeschi e Filippeschi. Una lunga e bellissima storia, la nostra, che non dovremmo mai stancarci di guardare con occhi sempre diversi e curiosi”.
“Questa mostra nasce per caso
 – ha affermato il presidente della Fondazione per il Museo “Claudio Faina”, Daniele Di Loreto – dalla diversa curiosità con cui abbiamo osservato quel quadro nello studio del Sindaco che avevamo visto chissà quante altre volte senza mai coglierne l’aspetto più singolare, una rarità iconografica che ci era sempre sfuggita. Una mostra che nasce per caso ma con una grande passione per la cultura, questa non casuale, senza la quale nulla si potrebbe realizzare”. 
La mostra “Il vero volto di Dante Alighieri sarà compresa nel biglietto di ingresso del Museo Etrusco e Civico “Claudio Faina” (4,50 euro intero, 3 euro ridotto) mentre sarà gratuita per i residenti del Comune di Orvieto esibendo un documento d’identità alla biglietteria. Il catalogo della mostra, edito da Intermedia Edizioni, è a cura di Giuseppe M. Della Fina con testi di Aldo Lo Presti, Michele Maccherini, Francesco Federico Mancini e Teresa Nocita. 

Per informazioni www.comune.orvieto.tr.it – www.museofaina.it




Il centro vaccini di Orvieto dall’11 settembre torna a Bardano

La direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2 e la direzione del distretto sociosanitario di Orvieto comunicano agli assistiti che il punto vaccinale territoriale di Orvieto verrà trasferito e sarà operativo, da sabato 11 settembre alle ore 8, nei nuovi locali di Bardano, in via dei Vasari, nelle adiacenze dei servizi SerD e Csm dell’Azienda Sanitaria.
L’hub vaccinale di Orvieto, attivato temporaneamente nel periodo estivo presso la palestra
dell’istituto scolastico di Sferracavallo per consentire l’esecuzione dei lavori di miglioramento dei locali di via dei Vasari, tornerà quindi attivo in prossimità della sua sede naturale al fine di consentire il regolare svolgimento delle lezioni scolastiche nella scuola elementare.
Dopo lo spostamento degli arredi e gli interventi di sanificazione, la palestra tornerà infatti nella piena disponibilità della direzione didattica dell’istituto di Sferracavallo in vista della prossima riapertura dell’anno scolastico.
Si informano gli assistiti del comprensorio Orvietano, già prenotati per la seduta vaccinale o che
intendono recarsi con accesso diretto (senza prenotazione) alla postazione dell’Azienda Usl
Umbria 2 che

  • La palestra della scuola di Sferracavallo è operativa ancora la mattina del 10
    settembre. Nel pomeriggio gli assistiti dovranno invece recarsi, per ricevere la dose
    vaccinale, al presidio ospedaliero “Santa Maria della Stella” di Orvieto.
  • Dalla giornata di sabato 11 settembre, a partire dalle ore 8, gli assistiti dovranno
    recarsi al nuovo hub vaccinale in via dei Vasari, località Bardano
    , opportunamente indicato
    dalla segnaletica stradale e ubicato in prossimità dei servizi Asl del SerD e del Csm.



CGIL, “la lettera del sindaco Tardani è fuori tempo massimo e sembra mettere le mani avanti”

La lettera che la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, ha inviato alla presidente della Regione Umbria, nella quale esprime la sua preoccupazione per la situazione della sanità orvietana è per la Cgil un segnale allarmante. Da quasi due anni infatti la CGIL denuncia e segnala le difficoltà e le criticità della sanità del territorio orvietano, ad ogni nostro grido di allarme la sindaca, la sua maggioranza politica e i dirigenti della Usl Umbria 2 hanno sempre risposto che le nostre denunce erano false e che tutto andava per il meglio.
Adesso che la situazione è drammaticamente evidente a tutti, anche a quelli che finora hanno fatto finta di nulla, politici, dirigenti, amministratori, la sindaca scrive una lettera “aperta”, come se la partecipazione decisionale alle politiche sanitarie a livello regionale non sia una prerogativa dei Comuni stessi.
Stiamo parlando di Salute, un diritto fondamentale di tutti i cittadini: non ci si può appellare con una lettera aperta al “buon cuore” della presidente Tesei. Le politiche sanitarie e le ragioni dei territori e dei cittadini che vi abitano si discutono e si fanno valere nelle sedi istituzionali opportune, a tempo debito, non quando ormai le stesse politiche regionali hanno impoverito e abbandonato un sistema sanitario di un intero territorio.
La lettera della Sindaca è un “mettere le mani avanti”, un tentativo di sfuggire alla responsabilità politica di non aver agito prima nell’interesse dell’intera comunità.
Scrive la sindaca che ha avuto una serie di confronti con il personale sanitario e con gli ordini professionali: se avesse avuto anche la lungimiranza di convocare le organizzazioni sindacali, in primis la Cgil, avrebbe potuto ricevere un contributo di idee e proposte proprio attraverso quel personale medico ed infermieristico di cui tanto si tessono le lodi, quando le stesse non costano nulla.
Quanto scritto dalla sindaca sembra un copia incolla delle denunce che a mezzo stampa e con manifestazioni pubbliche questa organizzazione più volte ha diffuso.
La prima domanda che la prima cittadina dovrebbe porsi, se veramente vuole difendere la sua comunità è la seguente: le carenze, le dimenticanze, la mancanza di concorsi pubblici sono solo frutto di insipienza e incapacità o forse dietro c’è una nascosta volontà di depotenziare il servizio pubblico per favorire la sanità privata?

Giorgio Lucci
FP CGIL Terni




Il Pd, “sanità orvietana al collasso. Una lettera ci salverà?”

Riceviamo e pubblichiamo la risposta del PD di Orvieto alla lettera aperta scritta dal sindaco Roberta Tardani alla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, sulla situazione critica della sanità orvietana.

i buoni propositi sono utili solo ad infondere vane speranze nella cittadinanza orvietana e negli operatori sanitari ma sono privi di qualunque fondatezza viste le carenze che tuttora sussistono presso il nosocomio orvietano. La Regione Umbria mantenga gli impegni presi più volte con questo territorio affrontando concretamente le problematiche urgenti che riguardano la sanità locale!

Così tuonava dai banchi della minoranza l’allora consigliera Tardani.

Oggi Sindaco, Tardani, dopo mesi di silenzi ed imbarazzi, in risposta alle innumerevoli sollecitazioni sul tema Sanità, giunto ad una situazione drammatica per il nostro territorio, piegato da criticità ormai insostenibili, scrive una lettera aperta alla Presidente Tesei. Una lettera affinché la Regione si accorga di noi. Un timido richiamo alla Presidente, con la quale si rivendica un rapporto di reciproca collaborazione e si ringrazia per l’attenzione fino ad oggi dimostrata, ma a cui ci si rivolge attraverso una lettera aperta diffusa a mezzo stampa, ad uso e consumo dei lettori.

Chi per anni ha denunciato la subalternità del nostro territorio alle determinazioni che promanano da Perugia, indirizza alla Regione, ed al suo nuovo governo, un garbato invito a trovare soluzioni “senza ulteriore indugio”. E lo fa senza rinunciare ad un attacco a “chi usa la vicenda sanità a fini di strumentalizzazione politica”, dopo aver ignorato ogni appello ad un’azione corale, ad un impegno concreto e risolutivo delle carenze strutturali, strumentali, organizzative e di personale che gravano sul nostro ospedale e sulla capacità di erogare servizi sanitari ai cittadini (era luglio 2020 quando in consiglio fu bocciata dalla maggioranza la mozione PD, sostenuta dalle altre forze di minoranza, con la quale si chiedeva un impegno per la ripresa a pieno regime dei servizi del nosocomio ed un potenziamento dello stesso).

Che lo strumento “epistolare” risulti stonato e inappropriato è testimoniato dai fatti.

Quei fatti che continuano a denunciare cittadini, operatori, rappresentanze sindacali e che abbiamo cercato con ogni mezzo di portare all’attenzione del Sindaco, sollecitando un intervento tempestivo che scongiurasse l’aggravarsi di una situazione ormai precipitata. Alle interrogazioni consiliari si è scelto spesso di non rispondere (calpestando regole e buona norma). Si è scelto di non vedere, minimizzare e tacciare di strumentalizzazione ogni istanza. Si è scelto di aggrapparsi al consolidato “è colpa di quelli di prima”, un refrain che dopo due anni non regge più. Si è scelto di non assecondare le nostre richieste di un tavolo con le forze politiche e sindacali. Si è scelta la passerella con L’assessore Coletto al Santa Maria della Stella e le promesse che con la squadra dei migliori tutto sarebbe stato risolto. Si è scelto di non agire con determinazione nei confronti degli organismi dirigenziali a livello amministrativo e politico. Si è scelta l’”arma” della lettera aperta, con la quale si confeziona l’illusione di difendere il diritto alla sanità pubblica, ormai in agonia, mentre prospera e fiorente è la sanità privata, ad unico beneficio di chi può permettersela.

Tutto ciò non sorprende, era scritto a chiare lettere nel programma elettorale della Presidente Tesei.

C’è chi ha scelto e sostenuto questo programma ed ora, faticando con imbarazzo a sostenere altro, non batte i pugni ma scrive lettere.

Nella sua il Sindaco stigmatizza il fatto che in piena pandemia l’opposizione non abbia recepito il doveroso senso di unità di tutta la comunità. Ci domandiamo se compito dell’opposizione non fosse quello di denunciare un’assenza regionale che il Sindaco oggi sostanzialmente ammette.

Meglio tardi che mai.

Ora, dopo esserci domandati come si possa essere ottimisti sul futuro di una sanità pubblica allo sbando quando a governarci sono i “pasdaran” della sanità privata, ci auguriamo che il Sindaco ci renda pubblicamente partecipi della risposta della Presidente e, ove non arrivasse o risultasse la sequenza del nulla, ne tragga le dovute conseguenze. Stiamo parlando della salute, del lavoro e della vita dei cittadini.

PD di Orvieto




“Cara sindaco, bene la lettera, ma è ora di agire per la questione della sanità orvietana, lo faccia!”

Carissima sindaco,

si sa, quando ci si decide a scrivere una lettera aperta è perché si è stanchi di non avere risposte su un certo argomento da chi le deve dare e lo si vuole far sapere. Dunque lei ci fa sapere che è stanca di non avere risposte dalla presidente Tesei. Ne prendiamo atto. Ma non è certo una bella cosa, anzi, si renderà conto, siamo di fronte ad un gran problema. Io tempo fa le ho scritto una lettera aperta sulle questioni della sanità a cui lei non ha risposto. Ora lei sulle stesse questioni scrive una lettera aperta alla presidente Tesei. Spero che questa sua non resti, come la mia, senza risposta. Sarebbe un bel guaio, perché se un sindaco snobba un consigliere comunale poco male, il sindaco fa solo una figuraccia istituzionale, ma se un presidente di regione non risponde a un sindaco le conseguenze sono pesanti, e non riguardano il presidente ma il sindaco. Mi auguro dunque, per il bene suo, e se è consentito soprattutto della città e del territorio, che la presidente risponda, e lo faccia con argomenti credibili e impegni non aleatori.

Detto ciò, la sua lettera non è da buttar via: pone all’attenzione della presidente i problemi a tutti noti: organico, servizi ospedalieri, attrezzature, medicina territoriale, nomina del direttore di presidio, permanenza del distretto. Si potrebbe anche dire alla buonora! Si dimentica di dire, e non è cosa buona, che la pressione della pandemia non giustifica le file, la privatizzazione delle prestazioni, la transumanza all’interno e fuori regione. Sofferenze, disagi, spese, per i cittadini francamente né giustificabili né comprensibili. In compenso ha finalmente sposato una tesi non sua ma che evidentemente ormai l’ha convinta, quella del ruolo interregionale del nostro ospedale. Cosa che però non va buttata là così, va invece adeguatamente articolata. Non può ignorarlo, questa del ruolo interregionale del nostro ospedale è una sfida che non riguarda solo la sanità, riguarda il ruolo del territorio. Richiede una strategia, alleanze, iniziative adeguate, altrimenti siamo solo al trionfo delle parole.

Nonostante ciò, senza giri di parole le dico che questa è una lettera sbagliata. Mi auguro ovviamente che non si tratti di tattica, perché in tal caso l’errore sarebbe doppio, ma in ogni caso con questa iniziativa lei denuncia apertamente: 1. che i problemi ci sono oggi e c’erano ieri, quando lei stizzosamente li negava; 2. che le sue richieste, non so se talvolta trasformate o meno in proteste o proposte, in regione non arrivano o se arrivano non trovano orecchi attenti; 3. che per avere un po’ di attenzione, non essendo evidentemente ascoltati, si è costretti ad invocarla platealmente. No, sindaco, questa non è una bella cosa.

E non lo è anche perché, mentre si invoca attenzione, non ci si allontana di un millimetro da ciò che sarebbe dovuto già avvenire, non nonostante la pandemia ma proprio in ragione delle conseguenze della pandemia. In altre parole si chiede, quasi fosse un favore, ciò che una sana amministrazione della sanità avrebbe dovuto comunque assicurare, visti anche i provvedimenti normativi e i finanziamenti statati. E invece siamo alla sensazione di uno smantellamento progressivo o quasi. Non si intravede né un progetto né una strategia. Ed è l’aspetto che mina dalle fondamenta la forza di una iniziativa peraltro così inusuale.

Sindaco, poi va detto, non era necessario per l’efficacia della sua iniziativa partire con la solita tirata contro le presunte strumentalizzazioni politiche e la ricerca di visibilità di chi pone all’attenzione problemi che esistono. Lei sa che i problemi sono veri e seri. Sa bene che è più di un anno e mezzo che da sponde diverse, dentro e fuori dalle istituzioni, le chiediamo di organizzare una strategia credibile di difesa dei servizi per la salute. Ci ha sempre risposto che le nostre erano strumentalizzazioni perché andava sempre tutto bene. Ora ammette, ne prendiamo atto, che le nostre non erano strumentali lamentele. In verità sa che tra poco arriviamo dove il pan si cuoce, perché le decisioni sul nuovo Piano sanitario sono prossime. È probabile che la sua mossa significhi che non ha ricevuto alcuna assicurazione oppure che ha già deciso di accontentarsi di qualunque cosa si deciderà a Perugia. Sarebbe questo l’errore esiziale, di cui mi auguro che non vorrà mai rendersi responsabile.

Sindaco, questo, non può non saperlo, non è il tempo delle cose minimali e del tirare a campare. Ci vuole una strategia forte e un coinvolgimento largo di tutte le forze del territorio per cambiare un destino di emarginazione che oggi appare segnato. Prenda il coraggio dell’iniziativa adeguata al bisogno. Le proposte le sono state fatte, di contenuto e di strategia. Si decida ad aprire il confronto che già da tempo le è stato chiesto.

Le lettere aperte in splendida solitudine non risolvono, rischiano anzi di apparire ed essere una confessione di debolezza. Riunisca allora i capigruppo consiliari con il compito di elaborare insieme una proposta complessiva. Riunisca i colleghi sindaci del territorio. Si confronti con i suoi colleghi delle maggiori città della provincia. Promuova un consiglio comunale aperto. Questo è il livello a cui è necessario portare oggi la questione sanità del nostro territorio, che è la questione delle questioni, quella che determina non solo la qualità dei servizi ma il ruolo stresso della nostra area nelle strategie complessive di sviluppo della regione.

Lo faccia, è il suo compito!




GAL-TO e Comuni insieme per celebrare Perugino e Signorelli nel 2023, una grande occasione per i territori

Il 6 settembre a Città della Pieve è stato presentato il protocollo d’intesa tra il GAL Trasimeno-Orvietano, i Comuni di Città della Pieve, Cortona, Orvieto e Todi e le diocesi afferenti ai territori che sancisce la collaborazione tra i vari enti per le celebrazioni, nel 2023, dei 500 anni dalla morte di Cristoforo Vannucci detto il Perugino e di Luca Signorelli.  A coordinare la presentazione il conduttore televisivo Bruno Vespa che ha sottolineato la grande importanza della programmazione plaudendo gli Enti che hanno dato vita al protocollo d’intesa con grande anticipo sulla data della doppia importantissima celebrazione.  Sono intervenuti Gionni Moscetti e Francesca Caproni, rispettivamente presidente e direttore del GAL, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il senatore Luca Briziarelli, Laura Teza, docente all’Università degli Studi di Perugia, i sindaci delle città coinvolte, Fausto Risini, Antonino Ruggiano, Luciano Meoni e Roberta Tardani, Riccardo, Dominga, Enrica e Marta Cotarella, Ruggero Parrotto, della Fondazione Famiglia Cotarella.  La prima domanda di Vespa è stata per Luca Briziarelli, ideatore del progetto che ha spiegato come l’idea è nata per riuscire “a lavorare in sinergia tra territori di confine per sostenere l’offerta turistico-culturale e per riscoprire quell’Italia centrale che troppo spesso è schiacciata nel dibattito Nord/Sud

Bruno Vespa, Donatella Tesei (al centro), sen. Luca Briziarelli (a destra)

Anche la presidente Donatella Tesei, ha plaudito all’iniziativa e garantito il sostegno della Regione dell’Umbria al Protocollo, che parte nei tempi giusti e che si coordinerà anche con altri eventi ed iniziative che si realizzeranno nell’intero territorio Umbro. Ha assunto inoltre l’impegno a mantenere e far crescere i rapporti istituzionali con tutte le regioni del centro Italia. 

Del progetto è parte integrante e attiva il privato con la famiglia Cotarella e l’omonima FondazioneRiccardo Cotarella, in particolare ha voluto sottolineare che “la collaborazione tra pubblico e privato sicuramente andrà a creare un valore aggiunto e l’impegno in sinergia è la testimonianza della serietà dell’intero progetto”Dominga Cotarella si è concentrata in

Dominga Cotarella

particolare sui prossimi appuntamenti orvietani, “il programma Orvieto Città del Gusto e dell’Arte che si svolgerà dal 27 settembre al 3 ottobre rappresenta il primo e vero banco di prova del progetto e l’occasione per approfondire ulteriormente il protocollo d’intesa che abbiamo appena sottoscritto”.  Il GAL è il soggetto coordinatore, un ruolo di vitale importanza per l’intero progetto.  Sarà compito dell’ente andare a coinvolgere gli altri enti omologhi proprio per creare una rete di cooperazione interregionale che è la vera novità del progetto Perugino e Signorelli.  Tutti gli intervenuti, infatti, hanno insistito sulla necessità di superare le barriere dei “campanili” che troppo spesso hanno rallentato se non bloccato lo sviluppo in particolare del turismo e della promozione di ampio respiro di territori limitrofi ed omogenei per storia, cultura, prodotti enogastronici e non solo.  Il GAL ha una grande esperienza in questo campo e nel riuscire ad intercettare i programmi europei con i relativi finanziamenti ma soprattutto nel progettare oltre il territorio singolo ma andando a stabilire connessioni e contaminazioni tra aree confinanti promuovendone lo sviluppo e nuove partnership, anche tra privati e miste con il pubblico.

La serata si è conclusa invitando gli intervenuti all’evento di Orvieto e annunciando una prossima presentazione del progetto a Roma.