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Anac da ragione a Moscetti e al direttore Francesca Caproni, tutto in regola nella nomina del presidente

“Dopo il TAR anche ANAC conferma la correttezza del nostro operato, eravamo certi di aver seguito le regole e agito nell’esclusivo interesse delle comunità del Trasimeno e dell’Orvietano. Ci auguriamo che ora anche le tre amministrazioni di Panicale, Piegaro e Parrano che avevano sollevato la questione di inconferibilità dell’incarico di presidente ne prendano atto e comincino a dare il loro contributo fattivo all’attività del nuovo consiglio direttivo, visto che in questi mesi, nonostante il danno di immagine e le energie impegnate per la causa che si è voluto sollevare strumentalmente, il Gal ha comunque lavorato conseguendo importanti risultati”. Annuncia il presidente Gionni Moscetti.

La risposta dell’Autorità Nazionale Anticorruzione arrivata in questi giorni e chiarisce una volta per tutte “l’insussistenza dell’ipotesi di inconferibilità dell’incarico del Presidente del Gal Trasimeno-Orvietano in quanto tale Ente non è qualificabile quale ente di diritto privato in controllo pubblico”.  Voglio quindi ringraziare pubblicamente la struttura tecnica del Gal, – continua il presidente – della quale non ho mai dubitato in particolare il nostro direttore che è anche responsabile dell’Anticorruzione, il nostro responsabile amministrativo nonché avvocato, Michele Contartese, come pure il segretario del Comune di Orvieto. Purtroppo troppo spesso la politica pensa di risolvere le sue contraddizioni con la giustizia ma, anche questo nostro risultato dimostra che non è questa la strada da percorrere”.   Dispiace che a tanto clamore sollevato nell’annunciare l’incarico ad avvocati di grande fama a spese dei cittadini per affrontare questa battaglia, che non era difficile capire che sarebbe arrivata a questo risultato, completamente negativo per i ricorrenti, non sia seguita nemmeno una nota di presa d’atto.

Soddisfazione anche da parte del direttore del Gal Francesca Caproni che commenta “non ho mai avuto dubbi sulla correttezza delle procedure, confermata da ANAC e qualche mese fa dal TAR che hanno fatto proprie le nostre ragioni opposte al ricorso dei tre Comuni. Avevo espresso già da tempo sulla stampa e sui media rassicurazioni sulla correttezza del nostro operato e, nonostante questo, sono stata pesantemente attaccata, fino alla diffamazione. C’è stata grande speculazione, si è giocato perfino sulla pandemia, in sfregio della democrazia, pur di trovare quel vantaggio politico che non potevano avere applicando processi e comportamenti democratici”.




Il Commissariato di Orvieto denuncia tre persone per truffe online

Sono tre gli episodi di truffa online scoperti dagli investigatori della Polizia di Stato di Orvieto, grazie ad accurate indagini, avviate alcuni mesi fa dalla squadra anticrimine del Commissariato di Pubblica Sicurezza, dopo che le vittime dei raggiri si sono rivolte agli agenti raccontando di come sono cadute nella rete di persone senza scrupoli, che questa volta però sono state identificate e denunciate per truffa.

Il primo episodio risale a fine settembre, quando un 45enne di Orvieto si è presentato negli uffici del Commissariato di Piazza Cahen per sporgere denuncia contro ignoti, in quanto aveva ricevuto una bolletta del Servizio Elettrico Nazionale per un importo di 767,01 euro, relativa ad una fornitura intestata a lui ed alla moglie deceduta. Quando l’uomo aveva chiamato il servizio clienti, aveva scoperto che a nome della moglie defunta risultavano intestate altre nove utenze, con contratti attivati in varie parti d’Italia, prevalentemente in Piemonte e uno in Campania. Dalle indagini effettuate, è emerso che la maggior parte dei residenti agli indirizzi presenti nei contratti erano estranei alla vicenda, mentre, due persone – padre e figlio – rispettivamente di 53 e 24 anni, residenti in provincia di Caserta, hanno fornito versioni contrastanti in merito all’attivazione del contratto dell’energia elettrica, contratto che poi è risultato essere stato registrato in modo fraudolento, motivo che ha portato alla denuncia dei due.

Nel secondo caso, ad essere stato truffato è un uomo di 59 anni residente a Castel Viscardo, che ha versato la somma di 250 euro su una carta Sisal Pay Money per l’acquisto di un cellulare che non ha mai ricevuto. L’uomo aveva visto il telefonino sul sito online Marketplace di Facebook, messo in vendita da una donna sul suo profilo e aveva telefonato per accordarsi sulle modalità di acquisto del cellulare; gli veniva chiesto di fare una ricarica di 250 euro su una carta Sisal Pay Money e gli veniva inviata – tramite foto – una copia della ricevuta di Poste Italiane dell’avvenuta spedizione (spedizione mai avvenuta in verità). Le indagini hanno permesso di risalire all’intestatario della carta Sisal Pay, un 36enne residente a Pompei (NA), che risultava anche intestatario della scheda telefonica usata per la transazione; l’uomo, con precedenti penali per reati simili, è stato denunciato, mentre gli accertamenti volti ad identificare la donna del profilo Facebook hanno dato esito negativo.

 Il terzo episodio è sicuramente quello più efferato, in quanto perpetrato ai danni di una signora non completamente autosufficiente, alla quale è stato prosciugato il conto alle Poste. La signora ha riferito agli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Orvieto che a fine marzo aveva ricevuto un SMS, da un numero sconosciuto, in cui le si inviava un link da scaricare per fare un aggiornamento sul proprio conto corrente postale. Dato che la donna, una 63enne orvietana, aveva davvero un conto alle Poste, ha tentato di cliccare il link, senza però riuscire ad aprirlo. Immediatamente dopo, aveva ricevuto una telefonata da un numero privato e una voce femminile, dopo averle assicurato di essere una dipendente delle Poste, le aveva detto che avrebbe provveduto lei a fare gli aggiornamenti necessari, chiedendole di fornirle telefonicamente i codici di accesso al conto personale, cosa che la signora faceva. Controllando il conto personale, avendo realizzato che potesse trattarsi di un raggiro, aveva riscontrato che subito dopo la telefonata, con la donna che si era spacciata per un’impiegata delle Poste, erano stati effettuati due addebiti di 2.990 euro ciascuno e poco prima che la signora riuscisse a bloccare il conto, un terzo addebito per un importo di 2.860 euro. Gli accertamenti effettuati hanno portato all’individuazione di un numero utilizzato per le operazioni fraudolente di phishing, il 3314180xxx, intestato ad un 20enne della provincia di Caserta, che è stato rintracciato e che, fornendo spiegazioni non plausibili in merito alla documentazione presentata per l’intestazione della SIM card, è stato denunciato per truffa; le indagini sono ancora in corso per identificare gli intestatari delle tre diverse carte PostePayEvolution, sulle quali sono confluiti i tre addebiti.

La Polizia di Stato, già da anni, ha avviato delle campagne di informazione, sia sui social, che sulla stampa, per mettere in guardia da truffe e raggiri, attuati tramite contatti telefonici o via internet, come il phishing (una particolare tipologia di truffa realizzata sulla rete Internet attraverso l’inganno degli utenti che si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli).

La Polizia di Stato avverte che i cybertruffatori agiscono anche tramite invio di sms che contengono dei falsi messaggi di richiesta di aggiornamenti o di acquisti on line che invitano a cliccare su dei link, contenuti nel messaggio dai quali viene scaricato un file che, installato sul cellulare, permette ai malfattori di accedere al dispositivo ottenendone il controllo e di impossessarsi dei dati sensibili. Pertanto, password, dati delle carte, codici Otp, Pin, credenziali, chiavi di accesso all’home banking o altri codici personali entrano a far parte della banca dati dei truffatori del web. Si tratta del cosiddetto fenomeno di smishing, termine che deriva dall’unione delle parole sms e phishing, dove l’ultimo termine indica la “pesca” dei dati. La Polizia di Stato invita a verificare le informazioni sul sito ufficiale dell’ente che invia il messaggio, evitando di utilizzare il link contenuto ma digitandone il nome direttamente sulla barra degli indirizzi (Url). In caso di sospetti si può effettuare una segnalazione sul sito https://www.commissariatodips.it/ Commissariato di PS online: sportello per la sicurezza degli utenti del web, un commissariato di P.S. online al passo con i tempi dei social network che permette di avere delle risposte immediate, in tempo reale, per evitare di cadere nelle tante trappole che ci sono online.




Cgil dell’orvietano, “no alla chiusura degli sportelli bancari nei piccoli comuni”

La CGIL è fermamente convinta che la chiusura di sportelli di istituti di credito, soprattutto posti in piccoli comuni dell’orvietano, sia un ulteriore elemento che contribuisce alla regressione del territorio in termini sociali ed economici. Le filiali dislocate sui territori, sono state costruite nel tempo su solidi rapporti di fiducia tra comunità e banca e spesso hanno costituito un sostegno importante per economie famigliari e per le piccole imprese.

Occorre vigilare affinché la progressiva telematizzazione dei servizi bancari, per una fascia importante di cittadini, non venga a costituire problema e isolamento, a fronte soprattutto della elevata età demografica di questi tessuti di comunità, tenendo conto che il nostro ambito è quello più “anziano” dell’Umbria e tra i primi in Italia. Il nostro sindacato al tavolo ha sostenuto tutto ciò, anche nella misura della difesa occupazionale, altro punto cardine e prioritario. Non condividiamo in ogni modo la chiusura di questi sportelli.