Il vescovo Sigismondi lascia Foligno per dedicarsi alla Diocesi di Orvieto-Todi

Per Monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, sono giorni particolari quelli che sta vivendo. Il 29 giugno, infatti, è stato il 35° anniversario di sacerdozio e il 1° come vescovo della città di Orvieto. Ma le notizie non finiscono qui. Proprio lo scorso 26 giugno è arrivata la nomina del nuovo vescovo della Diocesi di Foligno, Mons. Domenico Sorrentino. Così ora Mons. Gualtiero Sigismondi potrà dedicarsi a tempo pieno alla Diocesi di Orvieto-Todi.

Dalla redazione di OrvietoLife i più sinceri auguri!!!!




Allarme per il livello del fiume Paglia, temperatura dell’acqua troppo alta

Lo scorso 23 giugno il livello idrometrico del fiume Paglia al Ponte dell’Adunata era meno di un metro di altezza e l’innalzamento delle temperature il giorno successivo e nei giorni seguenti è motivo di forte preoccupazione a seguito dell’incremento della siccità su base annuale. E’ la sintesi del report per immagini (pubblicato giovedì scorso da sardegnareporter.it) curato dal geologo ambientale Endro Martini, Presidente di Italy Water Forum 2024 e di Alta Scuola che afferma “mercoledì scorso il livello idrometrico del fiume Paglia era ridotto al minimo, non superava neanche un metro di altezza con una portata che è ai minimi storici. Abbiamo effettuato un sopralluogo con la Protezione Civile sul Fiume Paglia e l’acqua è quasi ferma. Nel punto del Ponte dell’Adunata abbiamo raggiunto un picco di ben 34 gradi e 6 alle 14:30 del 23 Giugno e  assistiamo a repentini innalzamento con 23,1 gradi alle 7 del mattino. Ringrazio Luca Gnagnarini e Gian Paolo Pollini, coordinatori tecnici e operativi della Funzione Associata di Protezione Civile di Orvieto per i dati che ho avuto modo di avere in diretta”.  Ad Orvieto, infatti, la Funzione Associata di Protezione Civile è al lavoro per la tutela dell’acqua dando attuazione al Progetto ACARO / Adattamento ai cambiamenti climatici ed azioni di resilienza nelle Aree Interne del sud-ovest dell’Orvietano

“Sul territorio dei Comuni di Orvieto, Allerona, Porano, Castel Viscardo e Ficulle che hanno sottoscritto anche il ‘Contratto di Fiume per il Paglia – spiegano  al riguardo Luca Gnagnarini e Gian Paolo Pollini – nei prossimi giorni, tra luglio e agosto, saranno installate 9 stazioni meteo, 5 delle quali saranno dotate di sensori per la misurazione dell’umidità al suolo. Tali strumentazioni serviranno per monitorare le precipitazioni, le temperature di aria e suolo e a raccogliere dati per l’eventuale monitoraggio di dissesti idrogeologici. Tutti i dati confluiranno presso la nostra Sala Operativa in località Fontanelle di Bardano e verranno elaborati con altri dati provenienti dal Centro Regionale di Protezione Civile”. “Il progetto A.C.A.R.O – aggiungono – ha come Ente capofila il Comune di Orvieto per l’area interna sud-ovest Orvietano ed Alta Scuola (ente di Diritto Privato controllato dalla Regione Umbria e dai Comuni di Orvieto e Todi) per tutte le competenze in materia scientifica. Il progetto previsto dal bando regionale Programma di Sviluppo Rurale per l’Umbria 2014-2020 è frutto di un Accordo di Partenariato pubblico-privato siglato nel 2019 per realizzare azioni congiunte per la mitigazione del cambiamento climatico ed approcci comuni ai progetti e alle pratiche ambientali nell’ambito della strategia Area Interna ‘Sud Ovest Orvietano’”.

“Si tratta di un intervento molto importante di approntamento di apparecchiature tecnologiche di ultima generazione – sottolinea da parte sua l’assessore alla Protezione Civile del Comune di OrvietoCarlo Moscatelli– in quanto il nostro territorio è molto sensibile dal punto di vista idrogeologico pertanto, avere la possibilità di studiare le informazioni e i dati che esso ci restituisce e quindi di prevedere in prospettiva eventuali fenomeni è senza dubbio una svolta nella gestione del suolo e delle emergenze”.“

Invitiamo le tv – aggiunge Endro Martini – a venire con noi e mostreremo la stazione idrometrica per far vedere una situazione che è davvero complessa. Poca acqua e si ripete la situazione del Luglio del 2012 quando ci fu la dichiarazione di emergenza per carenza d’acqua e 4 mesi dopo ci fu invece troppa acqua con alluvione. Vogliamo portare in Italia il Forum Mondiale dell’Acqua del 2024 perché siamo convinti che il nostro Paese possa dare un contributo importante a livello internazionale. Quel Forum rappresenterà una delle ultime opportunità per l’uomo per evitare di raggiungere il punto di non ritorno previsto per il 2030”.  Mentre il IX Forum, rimandato di un anno a causa della pandemia, si svolgerà a Dakar nel marzo del 2022, il comitato promotore della candidatura dell’Italia a sede del X FORUM MONDIALE DELL’ACQUA presieduto proprio da Endro Martini sta preparando, infatti, i dossier ambientali e climatici in vista dell’evento Italy Water Forum 2024  ( https://www.italywaterforum.it/news-cats/news/ ). Enti e Associazioni possono candidare il loro progetto di adesione al Comitato Promotore trovando tutte le informazioni su www.italywaterforum.it

Del comitato promotore fanno parte: il Sacro Convento di Assisi, il Comune di Firenze, il Comune di Assisi, il Consiglio Nazionale dei Geologi, ISPRA, la Protezione Civile Nazionale, l’Istituto Nazionale di Urbanistica, il Comune di Ferrara, l’Associazione Nazionale delle Bonifiche e Irrigazioni, il Rotary International Club di Ottaviano, Meteo Giuliacci, Skopìa srl, Cae srl, Agronomist World Academy Foundation, Iat srl, Water Right and Energy Foundation, Graphisphaera, Triumph Group International, Archeoclub d’Italia e il Centro Studi Alta Scuola dell’Umbria, istituto specializzato nella manutenzione e valorizzazione dei centri storici e del quale fanno parte Regione Umbria, Comune di OrvietoComune di Assisi, Comune di Todi, che è stato l’animatore del progetto. Sull’urgenza di agire concorda Massimiliano Fazzini geologo, climatologo, Coordinatore del Team sul Rischio climatico della Società Italiana di Geologia Ambientale e docente dell’Università di Camerino che sostiene: “l’ondata di caldo di matrice subtropicale subcontinentale – un mix di condizioni azzorriane e sub sahariane – sta apportando condizioni di caldo intenso, con valori di 4-6°C oltre le medie del periodo ma non particolarmente afoso (i tassi di umidità relativi non sono mediamente così elevati) ed i termometri, in particolare sulla Sicilia centrorientale, hanno toccato valori superiori ai 40°C. Se dobbiamo definire statisticamente eccezionali questi valori possiamo localmente farlo in quanto eguagliano o localmente persino superano i valori massimi ivi registrati per la terza decade di giugno ma è altresì evidente che nell’ultimo ventennio, numerose sono state le avvezioni di caldo ‘africano’ foriere di valori termici ben al di sopra delle medie se non da record.  Il clima sia più ‘estremo’ lo possono osservare tutti – precisa – ma se un certo valore di qualunque parametro meteorologico si propone molto raramente, statisticamente esso viene inquadrato come evento raro e non dipende direttamente dal cambiamento climatico in atto ma se si verifica una ripetitività più o meno costante, ad esempio una o più volte ad estate o ogni anno, allora è molto probabile che il valore sia il risultato del riscaldamento globale in atto. Il connubio tra punte di calore estreme e maggiore frequenza delle ondate di calore (almeno 5 giorni con temperatura massima maggiori di 34°C) e l’irregolarità delle precipitazioni (sempre meno frequenti ma più intense) sta favorendo una maggiore evaporazione e soprattutto il depauperamento naturale delle risorse idriche di qualità. La mancanza di acqua di qualità diverrà una delle problematiche più ‘bollenti’ da affrontare, anche in Italia già nel prossimo decennio. In tal senso, stiamo tentando di anticipare scientificamente i tempi, proponendo tra l’altro lo svolgimento del Forum Mondiale sull’acqua del 2024, in Italia. Fatto sta che, termicamente parlando, la famosa soglia degli 1,5°C in più rispetto all’era pre-industriale stabilita al COP 21 è oramai vicina e gli effetti sull’ambiente fisico e sugli ecosistemi potrebbero davvero rivelarsi drammatici, forse irreversibili come affermato in questi giorni dall’ONU”.




Incidente in A1, tre persone ferite e traffico bloccato

Poco dopo le 15 in A1, ad 1 km circa dal casello di Orvieto, un furgone per cause ancora in corso di accertamento da parte della Polizia Stradale è sbandato finendo contro il guard-rail. Si sono formate code per traffico fermo per 3km circa. Sul posto dell’incidente sono intervenuti, oltre la Polstrada anche tre ambulanze del 118 e i Vigili del Fuoco. All’interno del furgone una famiglia con una ragazza trasportata a Terni in codice rosso mentre altri due familiari sono stati trasportati a Orvieto con lesioni più lievi.

Gli agenti della Polizia Stradale stanno accertando le cause dell’incidente

***News in aggiornamento ***




Il Comitato “A scuola Umbria”, da settembre tutti in presenza senza sorprese

E’ stata inviata tramite Pec, una lettera aperta promossa dal “Comitato A Scuola Umbria” e sottoscritta da altri comitati di genitori ed insegnanti facenti parte della Rete
Nazionale Scuola in Presenza, indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, ai Ministri
Speranza e Bianchi e a tutti i membri del Cts Nazionale.
La lettera firmata in calce dagli avv. Alessandra Bircolotti e Paolo Pagliacci del comitato umbro e poi dagli altri comitati chiede esplicitamente che gli errori commessi nello scorso anno scolastico non siano ripetuti nel prossimo anno.
I Comitati prendendo atto di una situazione epidemiologica molto diversa dall’estate scorsa data la vaccinazione delle generazioni più colpite dal virus e dei soggetti fragili, aggiungendo a questo una maggiore conoscenza delle modalità di trasmissione virali e dei luoghi dove essa avviene che vede la scuola come ultimo luogo di trasmissione e i bambini e ragazzi colpiti per il 50% in meno rispetto agli adulti, chiedono che dal prossimo settembre la scuola di ogni ordine e grado sia in presenza al 100%, senza se e senza ma. Abbiamo sottolineato, ancora una volta, che i danni psico-fisici dovuti all’assenza di socialità delle nuove generazioni, che hanno pagato il prezzo più alto, non possono essere sottovalutati e che la scuola in presenza come riporta l’OMS debba essere garantita anche durante la pandemia.
Ormai consci degli errori che hanno portato a chiudere le scuole, anche quando non vi era estrema necessità, abbiamo richiesto ai ministeri sopracitati l’attuazione di un protocollo sanitario
scolastico unico
per tutte le Regioni, ma anche, un adeguamento dei protocolli di sicurezza sulla base del nuovo quadro epidemiologico ed di una situazione sanitaria che non può più essere
definita emergenziale. Abbiamo ritenuto fondamentale sottolineare quanto sia importante limitare il potere delle regioni di fronte all’apertura e la chiusura delle scuole, potere a nostro avviso usato lo scorso anno in maniera impropria creando divari sociali, didattici e culturali tra gli studenti italiani.
La lettera porta la firma di 24 comitati, coprendo l’intero territorio nazionale.
Ci auguriamo che finalmente anche i genitori siano coinvolti nel processo decisionale e nelle scelte
che ricadranno sui nostri figli al fine di creare una nuova alleanza tra gli attori della comunità
educante, che miri alla miglior formazione possibile e alla crescita armoniosa delle bambine, dei
bambini, dei ragazzi e delle ragazze del nostro paese tutelandone sempre i diritti fondamentali che non possono essere ridotti alla tutela della sola salute fisica e ad azioni di contenimento del
contagio.

Martina Leonardi, vice presidente Comitato a Scuola Umbria




Lettera aperta a Massimo Braganti, “chissà da dove partono gli umbri alla ricerca di servizi sanitari di qualità”

La sanità umbra è in sofferenza. I conti non tornano come dovrebbero e in particolare balza agli occhi una spesa da 3,3 milioni di euro per la cosiddetta mobilità passiva. In un articolo apparso sul quotidiano “La Nazione” a firma di Michele Nucci il direttore della sanità, Massimo Braganti ha spiegato che “da tre anni la Regione viene richiamata dal MEF per il trascinamento di perdite dai dodici mesi precedenti…”. Quali sono la cause? Certamente ci sono spese non controllate a dovere, come quella farmaceutica ma a ben vedere la mobilità passiva inizia a pesare ogni anno di più. Tanto per sgombrare il campo da illazioni politiche provenienti dall’attuale opposizione, il circolo vizioso è nato e cresciuto durante la gestione Marini per poi continuare nella sua escalation nel 2019, per la gran parte ancora in capo al centro-sinistra. Il covid ha dato la mazzata finale. Ma è colpa del virus? Perché la sanità umbra da eccellenza è diventata un punto debole? E’ così dappertutto? Veniamo al territorio orvietano: si è investito bene in questi anni? Si è pensato e programmato sui bisogni dei cittadini? E’ giusto spendere gran parte delle risorse per la creazione di un centro della salute a due passi dal Duomo? OrvietoLife vuole sapere e ha deciso di scrivere una lettera aperta al direttore regionale alla sanità e al welfare, Massimo Braganti.

Egr. dr. Massimo Braganti,

la notizia che ogni anno il saldo di bilancio tra spese verso altre regioni e incassi da altre regioni è in rosso per 3,3 milioni euro ha lasciato a bocca aperta molti, ma non tanto i cittadini di un’area, quella dell’orvietano, che ormai da anni subiscono le lentezze, la mancanza di professionalità mediche e la carenza di servizi nella sanità pubblica. Ci risulta, infatti, poco credibile che questi 3,3 milioni vengano spesi in maniera più o meno omogenea in tutta la Regione. Perugia e Terni hanno ospedali eccellenti e Foligno segue a ruota, tanto che la prima mobilità per gli orvietani è proprio verso questi tre hub regionali. Nulla da eccepire, si badi bene, in una Regione con poco più di 850 mila abitanti pretendere servizi sotto casa è fuori luogo. Alcune domande però ci girano nella testa; è giusto ragionare in termini meramente aziendali? Come mai il privato, invece, riesce a guadagnare e bene? Le patologie tempo-dipendenti vengono tenute nel giusto conto? La posizione geografica e logistica di Orvieto è stata ragionata bene?

Ragioniamo e cerchiamo di capire. L’area “Umbria ovest” è a scarsa presenza di presidi ospedalieri con unico riferimento l’ospedale di Orvieto. Dovrebbe essere una garanzia, anche perché a ben guardare il territorio è cerniera con altre due Regioni, che spesso afferiscono al Santa Maria della Stella per le prestazioni ospedaliere e specialistiche. Quindi il sistema sanitario umbro prende dal territorio con la mobilità passiva dell’Alto Lazio e della Bassa Toscana. Ma la Regione Umbria, intesa come politica, ha mai ragionato sul bacino d’utenza allargato, oppure si è fermata ai meri numeri dei Comuni del distretto? Insomma quando a Perugia si programma si ragiona sui circa 120 mila cittadini potenziali o su numeri sicuramente più bassi? Si è mai pensato ad Orvieto come “Porta dell’Umbria” vera e propria? Dal punto di vista degli investimenti nei trasporti e nella viabilità la risposta è più che chiara, assolutamente no, ma ciò sembra valere, purtroppo, anche in sanità.

A parte Terni, che per ovvie ragioni è un’eccellenza, poi abbiamo Foligno, con alcune specializzazioni di riferimento per l’intera USL Umbria2, Narni-Amelia che supportano il capoluogo, e a Orvieto? La programmazione sanitaria ha preso in considerazione i numeri della patologie croniche, acute e tempo-dipendenti in rapporto, ad esempio, all’età media della popolazione? Ha mai preso in considerazione i costi per il trasferimento di pazienti solo stabilizzati verso Terni per patologie cardiache acute? La mobilità passiva potrebbe addirittura aggravarsi se i cittadini provvedessero alle visite specialistiche e agli esami diagnostici presso strutture fuori Regione pubbliche. Invece in molti scelgono il privato, pagando di tasca propria, almeno chi può, per evitare liste d’attesa da tempi biblici. A proposito, il privato investe in mezzi e professionisti, spesso ex-pubblici, e il gioco vale la candela; perché lo stesso ragionamento non dovrebbe valere nel pubblico? E ancora, perché nel PNRR Umbria, certo poco più di una lista della spesa, gli investimenti nella sanità orvietana sono ridotti al lumicino? Un po’ di telemedicina, non si capisce bene come e con quale specializzazioni incluse, lavori di ristrutturazione del Pronto Soccorso, alcuni macchinari sostituiti (finalmente!) e poi un palazzo di grandissimo pregio vista Duomo, che verrà trasformato in centro salute e residenza diurna per anziani…Verrebbe da dire, tutto qui? 3,3 milioni di euro di mobilità passiva rischiano di crescere ogni anno in maniera esponenziale mettendo a rischio, alla fine, il sistema sanitario. Quali cittadini partono per i “viaggi della speranza” dall’Umbria, allora? E’ poco credibile che siano perugini o ternani o folignati o spoletini. Il territorio che negli anni ha perso appeal, professionalità e con adeguamenti tecnologici dell’ultimo minuto è Orvieto, almeno questo balza agli occhi.

Allora non si può sopportare chi si meraviglia di questo risultato. Non si può sopportare l’indignazione di un’opposizione che ha iniziato la “privatizzazione” dei servizi e il depauperamento professionale dell’ospedale di Orvieto; le liste d’attesa sono un problema annoso e molti primari top sono “andati via” in quegli anni. Oggi l’attuale maggioranza non ha cambiato lo schema, anzi lascia convivere pubblico e privato ma senza il filtro sociale della “convezione”, quindi chi può si cura e chi non può aspetta e prega. A questo punto non resta che attendere il nuovo Piano Sanitario Regionale per capire definitivamente verso quale sanità si vuole andare e soprattutto se e quanto è importante il territorio orvietano per l’Umbria.




Manifestazioni all’aperto oltre 1000 persone si deve comunicare alla Regione

Gli organizzatori di manifestazioni all’aperto con più di 1000 persone dovranno comunicare alla Regione Umbria il numero dei partecipanti e le modalità operative per garantire il rispetto delle “Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali”, contenute nell’Ordinanza dello scorso 29 maggio, emanata dal Ministro per la salute, Roberto Speranza. Al di sotto di questa soglia di partecipanti non è prevista alcuna comunicazione alla Regione Umbria, fermo restando il più rigoroso rispetto delle norme anti Covid-19 definite con la citata ordinanza dello scorso 29 maggio. È questa l’indicazione emersa nel corso della riunione del Centro operativo regionale della Regione Umbria; riunione coordinata dal direttore regionale competente, Stefano Nodessi Proietti, cui hanno partecipato – tra gli altri, anche gli altri direttori regionali Massimo Braganti, Carlo Cipiciani e Luigi Rossetti.

 Nel corso della riunione, inoltre, è stato dato parere favorevole alla richiesta di deroga avanzata dalle organizzazioni del Festival di Spoleto e di Umbria Jazz per portare rispettivamente a 1150 e 1700 il numero di persone ammesse agli eventi. Le stesse organizzazioni, anche in questo caso, dovranno garantire il massimo rispetto delle norme stabilite dalle “Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali”.




IL CTS Umbria, “anticipare le seconde dosi dei vaccini”. I giovani devono attendere

L’andamento del piano vaccinale in Umbria sta rispettando pienamente i tempi della programmazione con una copertura dell’80% della popolazione over 60 e l’avvio della somministrazione della prima dose agli over 30. Alla luce delle indicazioni ministeriali finalizzate a contenere la diffusione della variante Delta e delle comunicazioni del generale Figliuolo sull’approvvigionamento dei vaccini per il mese di luglio che vede una riduzione di dosi di Pfizer rispetto a giugno, il Comitato tecnico scientifico ha accolto le proposte del commissario regionale per l’emergenza covid, Massimo D’Angelo, che vedono una rimodulazione della somministrazione delle seconde dosi.

Visto che le forniture copriranno solo le seconde dosi, non potendo più dare appuntamenti per le prime somministrazioni fino a nuove comunicazioni sulle forniture, è stato deciso di utilizzare tutto il vaccino Pfizer e Moderna che sarà inviato settimana per settimana, per coprire le seconde dosi già programmate anticipando dove possibile, a 21 e 28 giorni la somministrazione rispettivamente di Pfizer e Moderna per completare l’immunizzazione della popolazione in base alle priorità. Inoltre, avendo ricevuto già tutti i vaccini AstraZeneca previsti per la fornitura di luglio, è stato deciso di anticipate alla nona settimana la seconda dose programmata inizialmente all’undicesima.

 “Spiace – ha detto l’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto – che la diminuzione delle forniture del mese di luglio rallenteranno il nostro piano vaccinale che, a partire dalla seconda metà del mese, prevedeva di somministrare la prima dose ai più giovani, ovvero ai ragazzi dai 29 anni in giù che in questo periodo sono più soggetti a sposamenti che non sono solo legati ad attività di svago e vacanza, ma anche di studio e formazione professionale. Ad ogni modo – ha concluso l’assessore – la programmazione della campagna vaccinale scelta dall’Umbria, è stata quella di raccogliere le preadesioni e assegnare di volta in volta gli appuntamenti, quando si aveva certezza sugli arrivi dei vaccini. Questo metodo si è rivelato vincente, visto che ora non ci siamo trovati nella difficoltà di dover disdire gli appuntamenti come invece stanno facendo altre Regioni. L’auspicio è che somministrando in questo mese il maggior numero possibile di seconde dosi, potersi dedicare quasi esclusivamente alla copertura dei giovani nel mese di agosto e accelerare per raggiungere l’immunità di gregge”.




Il Comune di Ficulle investe sul turismo, nuovo centro informazioni, logo e sito

Il Comune di Ficulle inaugura un nuovo centro di informazioni ed accoglienza turistica e lo fa nel luogo simbolo del borgo ed ideale porta di accesso al paese: la maestosa Rocca medievale. Mediante una serie di schermi e di totem, il nuovo Centro – la cui attività inizierà lunedì 28 giugno – offrirà ai visitatori un percorso di scoperta di Ficulle e del suo territorio, delle sue eccellenze e delle esperienze turistiche che esso offre. “Considero Ficulle – ha dichiarato il sindaco Gian Luigi Maravalle – un paese in presa diretta con la ripresa. Usciamo da un momento difficile, ma siamo pronti a ripartire presentando le novità nel settore turistico. Anche i privati si stanno organizzando con l’apertura di tre nuove attività di ristorazione”.

“Come amministrazione – ha aggiunto il primo cittadino – siamo impegnati dal 2014 per un rilancio del borgo e lo facciamo sulla scorta delle indicazioni pervenute dallo studio di marketing territoriale realizzato dall’Università degli Studi di Perugia. Abbiamo messo in campo collaborazioni importanti per avere un confronto e trovare un respiro ampio, dando valore aggiunto ad un territorio come il nostro pieno di potenzialità. In questi ultimi mesi gli sforzi sono stati concentrati a dare sostegno a famiglie ed imprese in difficoltà. C’era bisogno di investire e lo abbiamo fatto”.

Ficulle guarda al turismo come volano per la sua economia e in quest’ottica assume rilievo anche il nuovo portale internet www.ficulleturismo.it, realizzato con fondi erogati dal Ministero dello Sviluppo Economico e pensato come uno strumento duttile per la pianificazione del viaggio, prima ancora della partenza, e come sostegno al progetto di sviluppo di un’ospitalità diffusa, attraverso collegamenti diretti alle varie strutture ricettive.

Il claim “Ficulle, Borgo del belvivere” è declinato, infatti, attraverso le voci Turismo, Eccellenze, Territorio, Accoglienza e Arte. “Assertivo, rappresentativo e non banale”, il logo. Ancora la Rocca, stilizzata e vista dall’alto. Qui, accolti da Chiara ed Elena, due ragazze del Servizio Civile Universale selezionate per le loro capacità, rispettivamente videomaking e conoscenza delle lingue straniere, i visitatori potranno ricevere informazioni sul borgo e sul territorio circostante, sulle bellezze storico – artistiche e naturalistiche e sulle esperienze turistiche. Al taglio del nastro e alla presentazione alla stampa, sono intervenuti il sindaco di Ficulle Gian Luigi Maravalle, l’assessore alla promozione turistica Paola Lanzi e i referenti della società Jaspit che ha curato per conto del Comune la realizzazione di questo Centro informativo multimediale.

Dal 15 luglio il Centro sarà aperto al mattino, con orario 10 – 13, successivamente verrò organizzata l’apertura pomeridiana.




Damiano Bernardini, coordinatore della consulta Anci giovani Umbria

Damiano Bernardini, sindaco del Comune di Baschi, è stato nominato coordinatore della consulta ANCI giovani Umbria. “E’ un ruolo ricco di significato – spiega Bernardini – nel momento in cui prende corpo il piano di ripresa Next Generation EU“. Un nuovo impegno che mi onora ed entusiasma”. Sempre Bernardini ha sintetizzato i primi passi come coordinatore, “la consulta sarà sede di confronto a approfondimento per tutti i giovani impegnati nelle istituzioni locali, nonché luogo di elaborazione delle tematiche che riguardano le nuove generazioni”.

Come vice-coordinatore è stato nominato Daniele Marcelli, consigliere e capogruppo di minoranza ad Avigliano Umbro. Anche Marcelli, tramite il suo profilo FB, ha sottolineato l’importanza della consulta e, spiega, “onorerò questo ruolo al massimo delle mie possibilità e con il solito impegno, sono già tante le idee che ho in cantiere”. 




57enne di Orvieto arrestata dalla Polizia per truffa ed estorsione

Una donna 57enne nata nel viterbese ma residente a Orvieto è stata condannata a 5 anni di reclusione per truffa ed estorsione nei confronti di una signora del torinese. La stessa persona aveva già a suo carico una condanno risalente al 2003 per peculato. Questa nuova condanna in via definitiva è stata confermata in appello lo scorso aprile.

La donna a fine 2015 è entrata in contatto con una signora residente nel tornese via facebook. IN soli tre mesi, millantando conoscenze nei servizi segreti ha convinto la signora a consegnare ingenti somme di denaro, gioielli e orologi preziosi per un controvalore di circa 50 mila euro. Il tutto per collaborare nella gestione di affari all’estero. La signora piemontese, non vedendo i “frutti” della collaborazione promessa, ha immediatamente chiesto spiegazioni ricevendo l’assicurazione che sarebbe rientrata in possesso di oggetti e denaro in tempi brevissimi. Intanto, insieme ad un complice, la stessa donna del viterbese, convinceva la signora a farsi inviare filmati e foto in pose compromettenti iniziando a ricattarla chiedendo ulteriori somme per il “silenzio”. A inizio 2016 la signora ha deciso di denunciare il tutto tramite querela al commissariato di Polizia di Torino.

Il 16 giugno scorso gli agenti della squadra anticrimine del commissariato di Orvieto hanno rintracciato la donna nella sua abitazione nel viterbese traendola in arresto in virtù dell’esecuzione dell’ordine di carcerazione trasferendola poi al carcere di Perugia “Capanne”.