L’omaggio di Orvieto al Maestro Santo Vincenzo Ciconte

Intenso ed emozionante il pomeriggio vissuto alla chiesa di San Domenico, nel ricordo affettuoso del maestro Ciconte.

Un fiore per la Città”, opera che il laboratorio di scultura dell’Unitre di Orvieto, sotto l’attenta guida di Santo, realizzò nel 2015 per “Orvieto in fiore”, è stato posizionato nella prima campata a destra della chiesa di San Domenico, per iniziativa del “Comitato Cittadino dei Quartieri” e dell’Unitre.

La breve cerimonia, di fronte ad una contingentata presenza di cittadini causa l’attuale pandemia, ha rivelato il rapporto di cuore, ancora intatto, che lega Orvieto al maestro Ciconte, il cui contributo artistico e pedagogico offerto a tutti i livelli della convivenza cittadina non è affatto dimenticato.

Le parole, sentite e commosse, del dott. Armando Fratini, vicepresidente del Comitato Cittadino dei Quartieri, e della dott.ssa Roberta Tardani, sindaco di Orvieto, sono state accompagnate da un breve omaggio musicale della Corale Sant’Andrea e della tromba di Gabriele Anselmi, che ho avuto il piacere di dirigere.

L’Unitre ha vissuto un momento toccante: il manufatto del maestro Ciconte e dei suoi Allievi ha trovato degna e definitiva collocazione. Finalmente.

Che il fiore di Santo rappresenti per tutti testimonianza di Grazia e Bellezza

Ringrazio sentitamente gli amici Leonardo Mariani ed Armando Fratini, per aver voluto riscoprire la luminosa bellezza del Fiore di Santo; don Luca Conticelli, che non ha esitato un attimo nell’accogliere l’opera all’interno della splendida Chiesa di San Domenico; la signora Roberta Tardani, per la delicatezza del suo intervento; il signor Gabriele Anselmi, che ci ha aiutato nell’allestimento generale; gli Allievi del laboratorio Unitre che nel 2015 parteciparono alla realizzazione; in maniera particolare, i familiari del maestro Ciconte, che ci hanno onorato della loro presenza. Abbraccio l’Arch. Raffaele Davanzo, alla cui sensibilità ho chiesto la stesura di una nota tecnico-estetica.

Che il Fiore di Santo rappresenti per tutti testimonianza di Grazia e Bellezza.

L’arte di Santo Ciconte: specchi di luce spirituale, di Raffaele Davanzo

Garbato, gentile, affabile; ma riservato e schivo. Sono le caratteristiche umane di Santo che tutti ricordiamo, e che sottoscrivo anch’io, dato che l’ho frequentato davvero sul campo del lavoro artistico: infatti per vent’anni il suo studio è stato sotto casa mia, ed è lì ancora, con tutti i suoi lavori iniziati, con i suoi progetti, i suoi segreti. Segreti anche di perizia tecnica che gli hanno permesso di raggiungere livelli di finitura che si addicono alla porcellana lucida. Perché lui ha sempre prediletto una realtà filtrata, asciutta e scarna nella ricerca di un’armonia e di una bellezza assolute, dove i sentimenti, le emozioni, i desideri e gli impulsi vengono da segni che, anche se in partenza pensati come tesi e dinamici, sono ricondotti ad una sorta di “pacificazione” di gusto ellenico (e infatti la Magna Grecia calabrese, quella tirrenica del Vibonese, era la sua culla culturale). Per mettere in realtà la sua poetica gli bastavano pochi piani prospettici, da cui è quasi assente il chiaroscuro: e il risultato è un etereo simbolismo, ma non certo quello “dotto” degli scultori neoclassici e neanche quello di quelli post-impressionisti, come Rodin. Il mondo invisibile di Ciconte, quello che leggiamo in filigrana dietro all’immagine nettamente espressa, è costruito su semplificazioni di forme sempre più astratte che tendono ad un’armonia quasi mistica che si esalta nell’estrema levigatezza delle superfici, in una purezza assoluta ed in un’integrità plastica che alludono alla lotta tra l’uomo corporeo e l’uomo spiritualizzato. La sua poetica ha fotografato quindi l’ascesa della forma che si libera, “ellenicamente”, dalla materia plastica per tendere alla semplicità di un geroglifico, al divenire emblematico del trascendente.

Pochi piani, poco chiaroscuro, abbiamo detto: con la penombra Santo ha assolutizzato le sue forme tentando di strapparle dalla schiavitù della materia per condurle in un mondo totalmente interiore. Un’operazione di sintesi tra l’armonia e la bellezza ideali e quelle naturali, che tuttavia non può portare che ad un atteggiamento malinconico, di cosciente accettazione dell’arduo compito di un’arte che, pur in quest’ultimo secolo di astrattismo e di concettualismo, tenta sempre di contrastare la posizione di chi afferma l’inattualità della figurazione naturalistica. Ma chi lo fa o chi lo ha fatto, come appunto Santo Ciconte, ed ha affrontato con animo poetico il realismo della realtà, non può che esaltarne con la sua arte il senso del silenzio, della malinconia, della sofferenza interiore, ma sempre in una continua compenetrazione con la morbida delicatezza del lento scorrere della Vita e del Tempo.

Foto, per gentile concessione, di Paolo Maiotti




Nuovo logo della città, nuovo portale turistico e promozione digital, parte da liveorvieto la campagna “esperienziale” di Orvieto

Un invito alla scoperta, questo il messaggio che lancia l’operazione di rebranding e restyling del portale turistico del territorio www.liveorvieto.com che sarà on line dalla prossima settimana nella sua veste rinnovata.  Il nuovo logo e il nuovo sito, realizzato dall’agenzia H2H, sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa alla presenza del Sindaco di Orvieto e Assessore al Turismo, Roberta Tardani, della responsabile dell’ufficio Cultura e Turismo, Carla Lodi e dalla dirigente del settore, Alessandra Pirro.Si tratta di uno degli interventi previsti nel progetto “Orvieto, un’esperienza aumentata”, in partnership con il Comune di Porano, cofinanziato della Regione Umbria nell’ambito dell’Avviso volto al sostegno alla realizzazione di progetti di valorizzazione e sviluppo dell’offerta turistica territoriale e dei servizi.  Il nuovo brand turistico è un gioco di lettering che descrive il modo con il quale si vive la città di Orvieto e il suo territorio: colorata, movimentata, inaspettata e accogliente. I colori scelti rimandano al primo impatto che si ha arrivando a Orvieto:  la Rupe, con il tufo riconosciuto come tratto identitario, e il cielo sul quale sembra sospesa la città. I tagli delle lettere O che aprono e chiudono il nome della città svelano diversi piani da scoprire e sono aperti al territorio e a chi vorrà esplorarlo.  Il restyling del sito riprende e declina questo concept. La nuova architettura informativa è stata costruita in modo da valorizzare al meglio i contenuti presenti, renderli più fruibili e definendo gerarchie basate sulle aspettative degli utenti. Tre le macroaree: Scopri, dedicata ai contenuti descrittivi e di approfondimento del territorio nel suo complesso, della sua storia e delle sue tradizioni; Visita, dedicata alla promozione dell’offerta ed attività turistica, come le attrazioni naturali e culturali, gli itinerari e le proposte di viaggio composite; Organizza, dedicata ad informazioni utili alla pianificazione di viaggio, come le informazioni logistiche, l’elenco delle strutture presenti e le informazioni sulle visite guidate.Tra i nuovi contenuti più spazio alle proposte di viaggio e agli itinerari outdoor mentre parte fondamentale del sito resta la piattaforma di prenotazione e acquisto on line dei principali monumenti della città già lanciata lo scorso anno e oggi implementata con la possibilità di acquistare i biglietti non solo del pozzo di San Patrizio e del Duomo ma anche del pozzo della Cava e del Museo etrusco “Claudio Faina” alla quale prossimamente si aggiungeranno altre attrazioni della città e del territorio.  

“Con questa operazione di rebranding – ha detto il Sindaco, Roberta Tardani – Orvieto mette al centro il suo territorio ma allo stesso tempo si mette al centro del territorio come marchio unico, immediato e riconoscibile. Il nuovo logo di promozione turistica andrà a sostituire ‘Orvieto città narrante’ ma nel gioco di lettering ne riprende alcuni tratti distintivi rinnovando e innovando l’intuizione di allora di Piergiorgio Maoloni. Un’immagine aperta che si presta a diversi significati: la scritta su due livelli può rimandare alla città di sopra e alla città sotterranea, c’è chi nei tratti della T riconosce le strisce del Duomo o le finestre del pozzo di San Patrizio oppure chi vede nella prima O e nella I un calice di vino. In ogni caso un vero e proprio invito alla scoperta della città e del suo territorio”.“Questo – ha aggiunto – è il primo tassello di un più ampio progetto inserito all’interno del nuovo piano di marketing territoriale che è stato costruito, partecipato e condiviso con gli stakeholder cittadini, dall’Opera del Duomo, alla Fondazione CRO e alla Fondazione Faina, agli operatori perché la comunicazione sulla promozione del città sia una e condivisa.   Il piano sarà presentato l’8 giugno prossimo alla presenza dell’assessore regionale al Turismo, Paola Agabiti.  Da giugno partirà anche una nuova campagna di promozione digital che accompagnerà il lancio del nuovo brand. Ci stiamo preparando alla ripartenza convinti che il turismo e la promozione siano motori fondamentali. I segni di ripresa si cominciano a vedere.   Solo nell’ultimo fine settimana sono stati circa 2000 gli ingressi al pozzo di San Patrizio che, soprattutto dopo l’eliminazione della prenotazione obbligatoria, sta tornando ai livelli pre Covid e complessivamente ha fatto registrare circa 6000 visitatori dalla riapertura. Stiamo allestendo una stagione estiva di eventi per far tornare la città a vivere pronti anche a riorganizzare la città stessa per essere viva e accogliente. Per questo, come avevamo detto prima dell’emergenza sanitaria, anche alla luce delle manifestazioni in programma che saranno presentate la settimana prossima perché si stanno ancora definendo gli aspetti della sicurezza, a partire dal 26 giugno e per tutta l’estate il sabato e la domenica piazza del Popolo sarà completamente pedonale per ospitare piccole e grandi iniziative e per essere a disposizione della città e dei turisti senza penalizzare, nel resto della settimana, l’accessibilità al centro storico. Un lungo lavoro di coordinamento di cui ringrazio l’ufficio cultura e turismo e l’ufficio di staff che ha portato alla progettazione di un marchio di qualità nato dalla verifica puntuale di come la nostra realtà è percepita dall’esterno, cercando di cogliere le criticità e quindi colmare le fragilità che erano abbastanza evidenti all’esterno ma che non vedevamo”.

“Il rebranding e il nuovo piano di marketing territoriale – ha spiegato Carla Lodi – è il frutto del lavoro di tre workshop finalizzati alla definizione di una strategia di alto livello per la valorizzazione dell’offerta turistica di Orvieto e del suo territorio. In particolare il primo workshop è stato dedicato al portale liveorvieto.com, considerato come un elemento centrale di tutta la strategia futura di posizionamento dell’offerta turistica, e ha contribuito alla proposta del nuovo logo in un formato consono all’utilizzo digitale.   Il secondo e il terzo workshop sono stati organizzati allo scopo di raccogliere riflessioni, priorità e idee progettuali relativi al potenziamento e alla promozione del potenziale turistico del territorio orvietano. I due workshop hanno coinvolto i principali stakeholder del territorio con attività di generazione di idee, voto e discussione condivisa.   La discussione è stata aperta dalla presentazione di una serie di ‘challenge’ generate a partire dalle precedenti operazioni di analisi e intervista, corredate da case-studies di successo provenienti dal panorama turistico nazionale e internazionale. A partire dai risultati raccolti durante le attività di workshop e dalle idee proposte e discusse dai partecipanti, sono stati costruiti tre concept di progetti strategici per il potenziamento dell’offerta turistica di Orvieto e del territorio circostante che saranno illustrati nei prossimi giorni e con i quali potremmo  partecipare ai prossimi bandi dedicati della Regione Umbria”.“L’Amministrazione Comunale mai come quest’anno è riuscita a rivitalizzare la città sebbene abbia attraversato un momento difficile e la comunicazione è parte importante di questo processo che in pochi mesi ha visto la città di Orvieto proposta su vari programmi e canali mediatici nazionali  – ha affermato la Dirigente, Alessandra Pirro – in questo senso, possiamo anticipare che dal 7 giugno sarà ad Orvieto, Alberto Angela per un programma di ulteriore approfondimento sulla nostra città e il territorio. La strategia di comunicazione passa attraverso un sito che mediante il sistema delle prenotazioni apre alla città. Il marchio è bello e accattivante e sarà esportato anche nella prospettiva di un marchio che accomuni tutte le principali attività private che operano sul nostro territorio”.  




Lions Club Orvieto, “tutto è pronto per il restauro dei clipei e antefisse in ceramica del porticato di Sant’Andrea opera del Maestro Ciaurro”

Il porticato di Sant’Andrea ha necessità di un profondo restauro, è sotto gli occhi di tutti.  E il Lions Club di Orvieto ha raggiunto l’obiettivo che si era prefissato nell’estate del 2018.  L’anno successivo, il 14 ottobre del 2019 è stato sottoscritto un “Patto di Collaborazione” con il Comune di Orvieto, autorizzato dalla Sovraintendeza Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.  Un piccolo passo di avvicinamento, allora, che oggi finalmente arriva a compimento per quanto riguarda le pratiche e l’intero iter burocratico.  I Lions sottolineano il grande lavoro svolto da Valentina Satolli, architetto e responsabile dell’Ufficio Patrimonio comunale.  Altri ringraziamenti arrivano per il Comitato Cittadini dei Quartieri “che ha condiviso l’iniziativa – è scritto nel comunicato Lions – e contribuisce con il ricavato della vendita del bellissimo volume La staffetta del Corpus Domini 1968-2018”.  E’ stato molto importante, spiegano dall’associazione il contributo del Consorzio Pragma, che si occupa di conservazione e restauro di beni culturali, e dei restauratori coordinati dalla dottoressa Furelli, responsabile della Sovraintendenza per il procedimento autorizzativo.  Alla fine tutto è pronto per iniziare il restauro dei sei clipei in ceramica raffiguranti le corporazioni orvietane.  Nel lavoro è compreso il restauro o rifacimento delle antefisse in terracotta.

“Contiamo di poter restituire in tempi brevi agli orvietani – conclude il comunicato dei Lions – e ai tanti turisti che amano la nostra città anche questo altro angolo di bellezza completamente restaurato valorizzando l’estro e l’arte del Maestro Ciaurro”




La lettera di protesta di Diana Primavera, “la tomba di mio padre tra sporcizia e risposte mancate dal Comune”

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo questa lettera aperta scritta da Diana Primavera riguardante la situazione della tomba del padre in costruzione nel cimitero di Orvieto. Viene segnalata la manutenzione nulla dell’area

 

Questa è la tomba di mio padre: ciò che gli amministratori definiscono “posto distinto”, per cui chiedono un deposito cauzionale in contanti (nel 2021 IN CONTANTI!) di 516,00 euro, nel caso in cui i parenti sciagurati rovinassero i muri fatiscenti e i vialetti distrutti; restituibile soltanto dopo il controllo attento di un addetto del Comune. Un posto “Distinto” per il quale viene fatta pagare alla famiglia anche la licenza per costruire la lapide, come se si dovesse edificare un appartamento.

Questo è lo spettacolo che si trova davanti mia madre, ogni mattina, con i fiori freschi, scelti uno ad uno, quando va a cercare un minimo di conforto ad un dolore che consolazione non ha. Questa è la tomba di mio padre, piena di cacche viola. È il luogo che in pieno inverno abbiamo scelto non pensando minimamente alla manutenzione conseguente alle defecazioni degli uccelli; abbiamo pensato stupidamente (come succede in quei momenti) che lì ci batte un po’ di sole, c’è un po’ d’ombra, che si trova in una posizione facile da raggiungere, ma alle cacche viola, tra l’altro impossibili da pulire, la nostra mente non c’era proprio arrivata…

Dopo aver fatto presente questa situazione alla signora custode (e so per certo di non essere la prima a segnalare situazioni del genere), al sindaco, all’assessore che dovrebbe occuparsi del cimitero e al personale del Comune, l’unica risposta che ho ricevuto è stata: «capisco, ma non è che posso tagliare i cipressi»!

Il geometra che mi ha liquidato così ha ragione: non può tagliare i cipressi e, tra l’altro, nessuno glielo ha chiesto. Magari, però, avremmo gradito un sopralluogo per valutare, decidere se e come intervenire e assicurarsi che vengano fatte le manutenzioni, che vengano tagliati i rami sporgenti, che vengano puliti i cigli dei vialetti, che venga tagliata l’erba alta…

Pensavo che il compito dell’amministrazione fosse ascoltare i cittadini che chiamano, senza ridicolizzare le loro richieste con risposte ovvie come quella che abbiamo ricevuto io e mia madre, asserendo che era la prima volta che si presentava un problema del genere, quando tutti i frequentatori del cimitero, chi per un motivo e chi per un altro, descrivono situazioni di incuria e di degrado ogni giorno.

Nessuno chiede che gli amministratori o i dipendenti del Comune provvedano a pulire le tombe al cimitero, ma penso sia compito di chi di dovere prendersi cura della nostra (mia, degli amministratori, del personale comunali e di tutti!) città, controllando, per esempio, che chi ha l’appalto delle pulizie, del verde pubblico e delle manutenzioni faccia i lavori per cui viene pagato.

Come posso risolvere questa situazione, che, tra l’altro, sta ritardando la posa in opera del rivestimento in pietra sulla tomba di mio padre? Posso rivolgermi, come privata cittadina, alla ditta cui è affidata la manutenzione del cimitero o deve farlo il Comune? Posso intervenire direttamente (facendo tagliare un ramo o spostare un nido) in un luogo pubblico quando subisco dei danni su una proprietà che ho pagato per 50 anni? Chi potrebbe darmi le risposte che non ho avuto dal Comune?

 

Diana Primavera




Lega Orvietano, “solidarietà a don Claudio per le scritte ingiuriose apparse a Civitella del Lago, meraviglia il silenzio del sindaco Bernardini”

La tranquillità di un borgo viene rotta dalle scritte offensive di qualche sconosciuto sui muri contro l’ex-parroco.  Questo è successo a Civitella del Lago, frazione del Comune di Baschi e qui s’innesca durissima la polemica politica da parte della Lega dell’orvietano nei confronti del sindaco Damiano Bernardini. Ecco di seguito la nota inviata alla stampa dal partito di Salvini.

“Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza a don Claudio, l’ex parroco di Civitella del Lago nel Comune di Baschi.  Alcuni vigliacchi  hanno imbrattato dei muri della frazione lacustre con offese e frasi ingiuriose a lui indirizzate. Restiamo basiti ed increduli dall’indifferenza mostrata, in questa occasione, dal primo cittadino di Baschi. Il sindaco Bernardini, sempre in prima linea, pronto a schierarsi in favore di qualsiasi ‘battaglia’, in questo caso tace e non commenta minimamente l’accaduto.
Forse è politicamente poco redditizio intervenire in favore di un ex parroco, forse schierarsi in questo caso, è una mossa poco social? Ci dispiace questo silenzio assordante da parte del massimo rappresentante cittadino, anche perché Don Claudio, nella sua permanenza a Civitella, aveva sempre incarnato valori positivi, dimostrando dedizione per il proprio ufficio e portando avanti iniziative per i giovani. Come Lega chiediamo al sindaco, l’immediata pulizia del muro e la rimozione di queste ingiurie”.




Il capitano Giuseppe Viviano, tornato dalla missione in Kosovo, riprende il comando della Compagnia di Orvieto

Il capitano Giuseppe Viviano torna alla guida della Compagnia Carabinieri di Orvieto dopo aver trascorso gli ultimi sette mesi impegnato come “capo cellula” nella base italiana dei Carabinieri MSU (Multinational Specialized Unit) di Pristina in Kosovo.  Recentemente Viviano ha fatto rientro ad Orvieto riprendendo il comando della Compagnia, retta in sua assenza dal neo-promosso capitano Luciano Lappa.

I Carabinieri impegnati nei Balcani sono parte, da oltre vent’anni, della missione “Joint Enterprise NATO” e partecipano attivamente al mantenimento della pace in un territorio difficile, dilaniato dalla guerra e indipendente da pochissimo tempo.

Da parte della redazione di OrvietoLife  buon ritorno e soprattutto buon lavoro al capitano Giuseppe Viviano.




I Carabinieri della Stazione di San Venanzo eseguono un’ordinanza di custodia per un uomo in prova ai servizi sociali

Verso le 15 del 25 maggio i carabinieri della Stazione di San Venanzo hanno eseguito una “ordinanza di custodia cautelare in carcere” a seguito della sospensione della misura dell’affidamento in prova al servizio sociale, emessa dall’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto nei confronti di un uomo rumeno classe 1970 il quale, affidato in prova al servizio sociale, rendendosi spesso responsabile di comportamenti contrari al proprio status veniva segnalato all’Autorità Giudiziaria per il ripristino della condizione detentiva nei suoi confronti.




I Carabinieri di Amelia arrestano un uomo del ’74 già in prova ai servizi sociali

Nel primo pomeriggio del 25 maggio i militari del nucleo operativo e radiomobile della stazione di Amelia hanno tratto in arresto, in esecuzione di un “ordine di sospensione provvisoria della misura alternativa per cessazione dei presupposti ed accompagnamento in carcere” emesso dall’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto, un uomo originario della provincia di Palermo classe 1974 il quale era già sottoposto all’affidamento in prova al servizio sociale e condannato in via definitiva. L’uomo è stato quindi condotto presso la Casa Circondariale di Terni




Tentata truffa con falso sms INPS a cittadina orvietana che denuncia tutto alla Polizia

Tornano a colpire i cybercriminali con il sistema dello “smishing” o SMS fishing.  Una cittadina orvietana, ha ricevuto un sms sospetto e senza esitare ha segnalato immediatamente il fatto al Commissariato di Polizia della città.  Questa volta i truffatori digitali hanno escogitato un nuovo metodo piuttosto efficace in questo momento particolarmente difficile.  Gli sms spesso arrivano a persone che sono ancora in attesa dei sussidi di disoccupazione o della cassa integrazione COVID da parte dell’Inps.  Nella pratica l’sms recapitato appare emesso direttamente da “I.N.P.S” e già questo è un primo indizio non non genuinità visto che manca il punto dopo l’ultima lettera.  La cittadina orvietana che si è rivolta alla forze dell’ordine ha sottolineato quanto sia fondamentale la cooperazione tra società civile e polizia. 

Anche lei si è vista recapitare il messaggio  dal falso mittente I.N.P.S con l’avvertimento che l’Ente ha emesso un bonifico invitando a cliccare su un link.  Da tale link si accede ad una pagina con i siti delle principali banche italiane.  L’utente, in attesa del pagamento, viene invitato, nel caso in cui dovesse trovare la sua banca in elenco, a entrare con le proprie credenziali.  Qui scatta il raggiro, infatti, anche l’emittente dell’sms ha accesso ai dati sensibili e molto probabilmente invia un virus “trojan” che di fatto autorizza direttamente il truffatore a trasferire i fondi disponibili sul proprio conto corrente.  In pochi minuti le vittime si vedono svuotati i loro conti.

La polizia invita i cittadini a non aderire a richieste di inserimento di credenziali e altri dati personali e sensibili e di rivolgersi direttamente alle proprie filiali per verificare che effettivamente sia presente in entrata un bonifico a nome “I.N.P.S.”.




Confcommercio Orvieto, “no al nuovo regolamento sul decoro urbano ora e stop alla sagre nel 2021”

Con molta cautela ma a passo spedito l’Italia sta tornando ad una certa normalità.  A giugno avremo la prova generale.  Se i dati epidemiologici continueranno ad essere positivi e in decisa discesa il prossimo mese potrebbe anche farci la sorpresa di aperture più ampie, specialmente all’aperto.  Intanto dal 1° giugno è prevista la riapertura per le attività di somministrazione anche al chiuso fino all’orario del coprifuoco, fin quando previsto.  Intanto a Orvieto, in parallelo si torna a discutere di dehors, nuovo regolamento di arredo urbano e di sagre.  Tutti punti dolenti che ha convinto Giuseppe Santi, presidente di Confcommercio Orvieto, ad intervenire.  In particolare Santi sottolinea come si siano rafforzate le perplessità “circa la proposta di modifica al regolamento in materia di arredo e decoro urbano nel Comune di Orvieto, concernente l’introduzione della possibilità di autorizzare la realizzazione di dehors chiusi”.

Secondo il rappresentante di Confcommercio in questo momento storico con gli esercizi pubblici fortemente penalizzati dalla pandemia, “è particolarmente delicato il tema di un intervento pubblico che incide, in modo selettivo e forse non definitivo, sulla creazione di opportunità di business”.  Durante il confronto tra esercenti e amministrazione è stato proposto il rinvio della modifica anche per favorire ulteriori approfondimenti soprattutto per la “definizione di possibili fattori perequativi che in qualche modo riescano a compensare eventuali vantaggi/svantaggi tra operatori di uno stesso settore”.  Non è assolutamente una bocciatura, si affrettano a sottolineare da Confcommercio, che anzi accoglie con estremo piacere la volontà del Comune di tutelare la qualità urbana del centro storico cittadino, ad esempio “disciplinando i canoni estetici relativi agli arredi esterni allestiti dai pubblici esercizi”.  Ma, ribadiscono da Confcommercio, “nonostante il regolamento vigente già prevedesse tali criteri, in fase autorizzativa, non sono state realmente applicate dall’Ente”.

Il tentativo di rendere omogeneo l’arredo esterno con l’ambiente e soprattutto se si ha a che fare con autorizzazioni multiple in una determinata zona è un must per elevare la qualità urbana ma da Confcommercio chiedono che “stante la situazione attuale, si proceda gradualmente al riallineamento”.  Anche sul fronte della concorrenza Confcommercio critica la scelta temporale, “siamo in una fase in cui le attività – scrive in un comunicato l’organizzazione guidata da Santi – sono in fortissima sofferenza ed è evidente che si rischia di avvantaggiare solo pochi, tanto più che l’urgenza della modifica viene meno in quanto si delinea la possibilità di somministrare anche al chiuso”.  C’è poi il grande punto interrogativo riguardante i vincoli della Sovrintendenza e le deroghe legate all’emergenza covid che, oggi sono ancora valide, ma che in futuro potrebbero anche essere cancellate ingenerando sicura confusione e nuove incertezza in un settore sotto stress finanziario.  “A fronte di una simile prospettiva – sottolinea Giuseppe Santi – ovviamente esprimiamo forte preoccupazione per gli effetti economici che tale indeterminatezza potrebbe provocare sulle attività che dovessero sostenere investimenti per la realizzazione di simili strutture”

Contemporaneamente Confcommercio ricorda un altro punto molto dolente, orami da anni e ora con l’emergenza covid, ancor di più e cioè la presenza delle sagreFipe Confcommercio ha ufficialmente chiesto uno anno bianco per il 2021 e anche Santi invita l’amministrazione comunale ad attivarsi con la regione per chiedere che venga urgentemente rivista l’attuale normativa puntando sulla valorizzazione di un prodotti tipico locale e chiedendo che vanga inserito l’obbligo di somministrate esclusivamente pietanze che hanno quel tale prodotto fra gli ingredienti.

Insomma un contrattacco frontale da parte di Confcommercio che teme un’approvazione in tempi rapidi, secondo alcune indiscrezioni non confermate, addirittura entro luglio, del nuovo regolamento sul decoro urbano e che si riapra il fronte sagre, da sempre molto contestato dagli esercenti che sottolineano come nel corso degli anni queste siano diventate veri e propri esercizi di somministrazione senza i tanti obblighi e con tante, troppe deroghe.