Dalla Sicilia a Orvieto per lavoro, se hai il diabete c’è un “dolce” calvario da affrontare per ottenere i presidi necessari

La cronaca quotidiana ci offre spesso spunto ma la storia che vi raccontiamo oggi ha dell’incredibile e ancora non è giunta a soluzione.  Giuseppe (nome di fantasia) è affetto da diabete insulinodipendente.  Vive a Orvieto ma è residente ancora in Sicilia.  Fin qui nulla di strano.  Arriva il giorno in cui si accorge che stanno per terminare gli ausili che di solito utilizza per monitorare il livello della glicemia e l’insulina con i relativi aghi.  

Inizia a porsi il problema e chiede agli uffici USL come poter usufruire dell’assistenza qui a Orvieto.  Con estrema velocità, nonostante il periodo pandemico, lo specialista dell’ospedale controlla e compila il piano terapeutico che poi il nostro Giuseppe porta agli uffici USL.  Lì scopre di aver sì diritto a tutti gli ausili ma la certificazione e la richiesta deve arrivare dalla propria USL di appartenenza cioè da Palermo.  Nonostante il covid, dunque, i progressi tecnologici e l’avanzata del digitale per il povero paziente poco cambia, se non che si può fare tutto telefonicamente.  Dopo qualche lungaggine finalmente arrivano l’agognato tesserino con il codice a barre dalla Sicilia.  “Che bello, ha pensato Giuseppe, proprio in tempo per rifornirmi di tutto il necessario!”.  Ma l’amara sorpresa è dietro l’angolo.  In farmacia non accettano il codice, non per dispetto, ma semplicemente perché quello specifico codice per quello specifico assistito vale in Sicilia.  “E ora cosa devo fare?”

Giuseppe è quasi rassegnato e preoccupato perché la sue scorte stanno terminando.  Non si può contare sulle amicizie e sul proprio portafoglio perché le spese iniziano ad essere poco sostenibili e poi ne ha diritto!  All’ufficio USL spiegano che la farmacia prescelta da Giuseppe deve telefonare in Sicilia, farsi abilitare il codice e il gioco è fatto.  A parte la stranezza che nel 2021 ancora serva il telefono e non una procedura automatica e digitale, sembra cosa facile.  Giuseppe va nella sua farmacia di fiducia, spiega quello che sembra apparentemente semplice e invece qui inizia l’odissea.  Il farmacista chiama il numero della USL di Palermo indicato dall’impiegato di Orvieto.  Il numero addirittura non squilla, o meglio il trillo è quello tipico del telefono staccato.  Inizia un giro di telefonate fra uffici USL, Giuseppe, farmacista per capire il corretto iter.  Ecco scoperto l’arcano, In tutta Italia il sistema è simile e quindi non servono grandi sforzi ma per la Sicilia è diverso, la piattaforma è dedicata alla Regione.  Quindi il farmacista deve farsi accreditare dalla USL di appartenenza di Giuseppe, farsi accreditare, fornire tutti i codici per il rimborso e per la fatturazione.

Intanto viene reperito un nuovo numero per la USL di Palermo.  In verità dovrebbe rispondere una persona che poi dovrebbe a sua volta, indicare il numero dell’impiegato che prima non rispondeva al proprio telefono.  C’è il nuovo numero ma la musica non cambia, anzi, risulta inesistente.  E allora?  Giuseppe è già pronto a rimettere mano al portafoglio per pagare ciò che non dovrebbe.  Il farmacista orvietano non demorde e studia una strada tortuosa ma veloce.  “Troviamo una farmacia in Sicilia che fa spedizioni di presidi, non di medicine, e il gioco è fatto.  Noi forniamo il codice siciliano, luo prepara il pacchetto e lo invia all’indirizzo di Orvieto”.  Inizia un nuovo giro di telefonate.  Alla terza farmacia sembra che il problema possa risolversi.  Giuseppe è estremamente fiducioso.  Arriva l’ultima cocente delusione.  Il sistema sanitario siciliano è diviso rigidamente in province e quindi anche il farmacista di Messina o Agrigento, dovrebbe seguire lo stesso iter del loro collega di Orvieto, in pratica siamo tutti stranieri in Patria.

Giuseppe ha ancora qualche giorni di autonomia per i vari ausili ma rimane incredulo di fronte all’ultima trovata della burocrazia per complicare la vita a chi ha bisogno di monitorare e curare una malattia cronica e pericolosa.  Ora rimane l’ultimo tentativo, quello di trovare una farmacia a Palermo con un parente disponibile a ritirare gli ausili, impacchettarli e spedirli a Giuseppe ad Orvieto.  Qui la burocrazia non riesce a metterci lo zampino, serve solo la buona volontà.  

Una riflessione questa storia la merita sicuramente.  Il ministro Renato Brunetta, tanto odiato dalla categoria dei pubblici impiegati, ha spiegato che la nuova rivoluzione sarà quella della buona burocrazia.  Ecco ci permettiamo di suggerire al ministro di partire proprio da questa storia per partire con una riforma che, una volta almeno, parta dalle necessità dell’utenza, del cittadino, e non dalla parte esclusivamente dell’impiegato o del funzionario che oggi, troppo spesso, sembra avere diritto di vita o di morte sul privato o sulla partita IVA o sull’impresa che si presenta allo sportello.  Un primo passo potrebbe proprio essere l’uniformità del sistemi e delle piattaforme e una forte spinta verso il digitale.  Rimarrà tutto una chimera o un giorno non molto lontano sarà realtà?




No definitivo della Regione al mega impianto fotovoltaico a San Faustino. Il Comitato tutela ringrazia tutti

Il progetto di fotovoltaico a San Faustino è stato definitivamente rigettato dalla Regione Umbria per la carenza dei requisiti minimi di legge per il rilascio dell’autorizzazione unica.  Il Comitato Tutela del Monte Peglia ha inviato un comunicato in cui spiega le motivazione del “no” e ringrazia tutti coloro che si sono impegnati nella battaglia contro il mega impianto che sarebbe dovuto sorgere proprio su Peglia.

Il Comitato spiega, “i motivi sono essenzialmente tre: problematica sull’allaccio elettrico e autorizzazione da parte di Terna; i contratti di affitto del terreno non erano registrati al momento della presentazione del progetto mentre avrebbero dovuto esserlo; si può fare un impianto fotovoltaico a terra su massimo il 10% di terreni contigui e a propria disposizione. In questo caso l’impianto previsto era ben più esteso di quello che avrebbe potuto essere.

Questo rigetto non vuol dire che la società proponente non possa fare ricorso o presentare il progetto un’altra volta ma costituisce in ogni caso una grande vittoria nella difesa del territorio.  Approfittiamo dell’occasione per ringraziare tutte le persone, le associazioni, le aziende, le amministrazioni locali e le forze politiche che si sono interessate, che hanno offerto il loro supporto e grazie all’azione delle quali il progetto è stato rigettato.  Le numerose osservazioni che abbiamo raccolto non sono state infine inoltrate alla regione, non essendo più necessario.  Un ringraziamento ulteriore va alla stampa, giornali online e radio, per averci dato voce.

Un interrogativo che invece rimane aperto riguarda la posizione assunta dall’Associazione Monte Peglia per l’UNESCO. Ci saremmo aspettati che sarebbe stata la prima a muoversi per tutelare il territorio, ma non ci è giunta voce di nessuna sua presa di posizione pubblica.  Il Comitato Tutela Monte Peglia rimarrà comunque vigile nel caso della proposizione di nuovi progetti simili. Ribadiamo che non siamo assolutamente contrari alle energie rinnovabili e in particolare al fotovoltaico, ma crediamo che queste opere debbano essere realizzate in aree dove la loro costruzione non incida in modo così pesante sul territorio, sulla vita e sull’economia della popolazione locale.  Abbiamo aperto a tal proposito un confronto con l’associazione Amici della Terra e il Comune di Orvieto per studiare quali tipi di tutele e regolamentazioni possano essere istituite in futuro.

Per concludere, questa vicenda ci ricorda quanto sia importante l’impegno attivo e la vigilanza della popolazione per tutelare il territorio e difenderlo da speculazioni”.




I sindacati dei bancari, “è da 10 mesi che attendiamo di incontrare la presidente Tesei su CRO e non solo”

Siamo sinceramente contenti che la Presidente della Regione Tesei, abbia trovato tra i suoi molteplici impegni il tempo di incontrare i nuovi vertici della Cassa di Risparmio di Orvieto ed esprimere le sue considerazioni sulla situazione della banca dopo l’insediamento dei nuovi vertici aziendali nominati dalla capogruppo Medio Credito Centrale.   Siamo altresì sconcertati dall’intempestività, dalla scorrettezza istituzionale che la stessa presidente ha dimostrato, nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori della CR Orvieto e di tutti gli istituti di credito della regione. 

Non ieri, ma da luglio 2020, ben 10 mesi fa è giacente inascoltata la richiesta che tutti i sindacati regionali con viva preoccupazione, indirizzarono alla stessa Tesei per un incontro sulla situazione che si stava appalesando per il futuro della C.R. Orvieto, dei suoi clienti e dei dipendenti, così come per tutte le altre aziende di credito ubicate in Umbria che sono parimenti alle prese con piani di ristrutturazione e riorganizzazione che lasciano prefigurare conseguenze pesanti su qualità del servizio ed occupazione nel settore.

Presentarsi oggi, a giochi fatti, con un piano industriale già delineato, con chiusure e riduzioni di servizi già decisi, con il cappello in mano invocando la clemenza della corte, suona come una inaccettabile sottovalutazione dell’allarme che, in tempi non sospetti, i sindacati lanciarono nel tombale silenzio di chi oggi si proclama paladino dei clienti e territori.

Come rappresentanti dei lavoratori riteniamo inoltre sia una scorrettezza istituzionale gravissima averci escluso da qualsiasi interlocuzione non cercando, ma anzi accuratamente evitando quelle opportune sinergie per una efficace difesa del territorio e dei dipendenti della CRO.




Il ritorno di Massimo Braganti, nominato direttore regionale “Salute e Welfare” dell’Umbria

È Massimo Braganti il nuovo direttore regionale “Salute e Welfare” della Regione Umbria che prende il posto di Dario. È  quanto previsto da una delibera della giunta regionale, a cui seguirà il decreto di nomina della Presidente della Regione, Donatella Tesei. Braganti, classe 1958, nato a Sansepolcro, si è laureato in Economia e Commercio all’Università di Firenze per poi acquisire numerosi titoli post laurea e successivamente accumulare una ampia esperienza professionale in campo gestionale sanitario. 

Braganti ha già svolto la sua attività in Umbria, nel ruolo di commissario straordinario della Asl Umbria 2, dal luglio 2019 al dicembre dello stesso anno. In precedenza ha ricoperto molteplici incarichi tra cui quelli di direttore amministrativo delle Ausl Toscana di Prato, Grosseto e Firenze, della Usl Scandicci, dell’Estav Centro di Firenze, della Usl Toscana Centro (dove è stato anche direttore di dipartimento) e della Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze.   Attualmente Braganti è direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale Integrata con Università della Regione Friuli Venezia Giulia.




Dehors, il nuovo regolamento approvato in giunta, ora la parola passa al consiglio comunale

Come anticipato nei giorni scorsi, la giunta ha approvato la proposta di modifica al regolamento per l’arredo e il decoro dell’ambiente urbano (già approvato con atti di Consiglio n.ri 93/2006 e 27/2009) che prossimamente verrà sottoposta all’esame del consiglio comunale per l’approvazione definitiva.  La nuova proposta mantiene la struttura dell’attuale regolamento, tuttavia definisce ulteriormente le tipologie e gli elementi genericamente definiti “arredo urbano” che concorrono ad articolare lo spazio pubblico e spesso si connotano come l’espressione più immediata dell’immagine della città.  La principale novità riguarda gli articoli 49 e 50 che definiscono in maniera puntuale i cosiddetti “dehors” e stabiliscono regole codificate che ne garantiscano la compatibilità con i luoghi ed il decoro pubblico, in conformità ai principi generali di riqualificazione e valorizzazione dell’ambiente urbano nella consapevolezza  della funzione positiva,  in termini di miglioramento dell’offerta di servizi ai cittadini ed ai turisti, di aggregazione sociale, di rivitalizzazione della città.
Per “dehors” – si legge nel regolamento – si intende l’insieme degli elementi mobili, smontabili o facilmente removibili, posti in modo funzionale ed armonico su area pubblica o privata gravata da servitù di uso pubblico, ovvero su area privata visibile da strade e piazze pubbliche, che costituisce, delimita ed arreda uno spazio esterno annesso ad un pubblico esercizio di somministrazione o laboratorio artigianale con somministrazione.  Più precisamente, in base alle attrezzature impiegate e all’impatto sullo spazio pubblico il “dehors” potrà essere differenziato secondo tre tipologie:
Tipo A – allestimento con arredi di base (sedie e tavolini), con o senza ombrelloni o tende a sbraccio (tipo aperto);
Tipo B – allestimento con arredi di base, ombrelloni, pedane e delimitazioni (tipo semichiuso – chiuso);
Tipo C – allestimento con arredi di base, pedane, delimitazioni e struttura di copertura (tipo chiuso).
Viene definito “dehors” semichiuso o chiuso lo spazio occupato con delimitazioni fisiche laterali, frontali e/o di copertura che determinino un ambiente circoscritto.  In relazione alla temporalità, il dehors può essere: stagionale (Tipo A) o permanente ( Tipo B e Tipo C).  Il periodo temporale per l’occupazione stagionale o permanente è stabilito dal Regolamento comunale per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche.
Nello specifico invece l’articolo 50 descrive gli elementi costituenti i dehors suddivisi in arredi di base, elementi complementari e accessori ed elementi di copertura (sedie, tavoli, vasi e fioriere, pedane, ombrelloni, elementi di perimetrazione, di illuminazione e di riscaldamento) che devono rigorosamente rispondere all’esigenza di salvaguardare i valori architettonici ed ambientali della città.  Nel regolamento sono presenti norme di tutela speciale.   In particolare è stata individuata una metodologia che contempla la predisposizione di puntuali e specifici progetti per i luoghi più significativi della città e per la regolamentazione dei manufatti e degli arredi urbani, da sottoporre alla approvazione della giunta comunale.   Ai fini della tutela dello spazio pubblico e dell’unitarietà degli interventi, il regolamento stabilisce di sviluppare, fra gli ambiti storico-monumentali, l’asse Via Maitani – Piazza Duomo – Via del Duomo, con specifiche prescrizioni di riassetto formale e di decoro urbano. Il contesto ambientale e architettonico è caratterizzato da complessi edilizi di grande importanza storica. La percorrenza di Via del Duomo e di Via Maitani porta alla visuale del monumento storico, immagine della città.
Attraverso il regolamento si intende rimettere in valore le valenze architettoniche e le visuali con nuovi criteri di intervento per l’arredo commerciale al fine di dare valenza secondaria a quest’ultimo, rispetto ai valori architettonici propri del luogo tutelato.   Ogni nuovo intervento sulla fascia commerciale ricadente nei suddetti ambiti storico-monumentali è soggetto all’approvazione preventiva di uno specifico progetto e, relativamente a Piazza Duomo, al preliminare Nulla-Osta della Soprintendenza dell’Umbria.



Presidente Regione e sindaco di Orvieto incontrano i vertici CRO e chiedono impegno nel territorio e per le pmi

La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, insieme al sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, ha incontrato venerdì scorso il nuovo direttore generale della Cassa di Risparmio di Orvieto, Emanuele Carbonelli, insieme al presidente CariOrvieto Stefano Farabbi. Un incontro che aveva tra gli obiettivi la presentazione del nuovo assetto della governance dell’istituto di credito al termine del lungo percorso che ha visto l’ingresso di Cassa di Risparmio di Orvieto nel gruppo MedioCredito Centrale insieme con Banca Popolare di Bari. Proprio in tal senso la presidente Tesei ha espresso soddisfazione, per una complessa operazione che ha consentito di stabilizzare la banca umbra, anche tramite un socio solido come il MedioCredito, e che al tempo stesso ha permesso di mantenere lo storico marchio con cui l’istituto è presente sul territorio nonché un’autonomia operativa testimoniata proprio dalla nomina di un direttore generale.

L’appuntamento è stato occasione per presentare, in linee generali, il piano industriale che prevede tra l’altro un forte impegno dell’Istituto nel versante dei prestiti a famiglie ed imprese, passaggio ritenuto da Regione e Comune fondamentale e che è dimostrazione di un apprezzato approccio sociale, soprattutto in un momento complesso come quello che stiamo vivendo.  Sia Tesei che Tardani hanno puntato l’attenzione anche sul tema delle filiali. Pur comprendendo, infatti, la necessità di razionalizzazione del settore, così come la presidente Tesei aveva già fatto nei confronti di altri istituti di credito operanti in Umbria, è stata espressa la ferma contrarietà al depauperamento dei servizi offerti sul territorio alla cittadinanza, soprattutto quando rappresenta l’unico sportello bancario presente. Le istituzioni hanno quindi avanzato la richiesta che il piano di ristrutturazione avvenga mantenendo comunque, seppur in forme diverse, alcuni servizi soprattutto per le pmi locali e per la clientela più anziana.  Sono stati dunque richiesti impegno e attenzione particolare per quel che riguarda il ruolo sociale che la CariOrvieto deve svolgere a livello locale, attraverso, come detto, la presenza in loco, la vicinanza alle necessità alla clientela e anche, ad esempio, al fondamentale sostegno ai grandi eventi che coinvolgono il territorio.




Il sistema informatico della USL Umbria2 attaccato da hacker, garantiti i servizi di laboratorio e Pronto Soccorso

Nel corso della primissima mattinata di domenica 11 aprile, intorno alle ore 5.30, sono stati rilevati dei malfunzionamenti nell’ambito dei sistemi informatici aziendali a causa della presenza di virus che sono andati a colpire la rete informatica aziendale e parte dei server e dei personal computer che garantiscono il funzionamento dei servizi digitali.  Sono scattate immediatamente tutte le misure volte ad analizzare la situazione e a circoscrivere l’evento.

L’analisi è stata condotta con la collaborazione degli agenti di Polizia Postale chiamati sul posto, ed ha evidenziato un attacco di tipo ransomware che ha avuto riflessi significativi sull’operatività dei servizi sia amministrativi che sanitari.  In particolare i servizi colpiti dall’attacco virale sono risultati essere: server di infrastruttura, dei laboratori analisi e alcune attività ospedaliere che comunque continuano a garantire, seppur con qualche rallentamento, le prestazioni assistenziali e di cura all’utenza.

Al termine della giornata di domenica è stato infatti possibile riattivare un server in grado di assicurare la funzionalità delle attività di laboratorio e dei Pronto Soccorso. Il servizio informatico e telecomunicazioni è al lavoro per il pieno ripristino delle attività aziendali.

Scusandoci per eventuali disagi, si informa la cittadinanza che tutte le attività di contrasto all’emergenza pandemica (esecuzione tamponi sierologici e campagna vaccinale) vengono regolarmente eseguite dai team sanitari dei distretti e degli ospedali dell’Azienda Usl Umbria 2.




Il 16 aprile Orvieto Contro il Cancro compie 25 anni, un anniversario importante e d’impegno accanto ai pazienti e alle famiglie

L’Organizzazione di volontariato Orvieto Contro il Cancro opera dal 1996 nell’Orvietano in favore dei malati oncologici e delle loro famiglie. La sua stessa denominazione esprime il concetto di una comunità coesa nella lotta contro le malattie tumorali.  In questi venticinque anni OCC ha realizzato alcuni progetti innovativi per la nostra realtà territoriale ai quali corrispondono altrettanti servizi messi a disposizione dei cittadini.

Al servizio quotidiano di trasporto dei pazienti presso i centri radioterapici regionali – Perugia, prima e Terni, poi – presto si sono affiancati quelli di formazione permanente dei volontari e di Psico – oncologia presso il Day Hospital Oncologico. Si tratta ormai di attività consolidate che caratterizzano la stessa fisionomia operativa dell’Associazione presso gli utenti, le Istituzioni e l’opinione pubblica.  In collaborazione con l’AUSL ed i Comuni dell’Orvietano, l’Associazione continua a promuovere concrete iniziative di sensibilizzazione e di educazione sanitaria rivolte alla popolazione ed alle scuole e campagne finalizzate alla prevenzione ed alla diagnosi precoce delle patologie tumorali.

Appena quattro anni fa, nel gennaio 2017, ha preso il via il progetto più recente e senz’altro più ambizioso: in convenzione con l’Azienda USL Umbria 2, è stato attivato il servizio di assistenza domiciliare e cure palliative per i pazienti oncologici che non possono più giovarsi delle cure attive. Anche se le cure palliative sono sancite dalla Legge 38/2010 e rientrano a pieno titolo nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la loro attuazione incontra ancora molte difficoltà e l’erogazione è disomogenea sul territorio nazionale e regionale. A tale proposito, OCC  partecipa e collabora da anni ai lavori dei tavoli tematici in materia di cure palliative per l’elaborazione del Piano Sanitario Regionale.  Nell’anno da poco concluso, un risultato importante,  pur  in una situazione oggettivamente molto difficile,  l’organizzazione l’ha ottenuto: nessuno dei servizi che OCC da anni assicura ai pazienti ed alle loro famiglie ha subito un arresto, fatta eccezione, ovviamente,  per il lavoro dei volontari in ospedale. 

La ricorrenza dei primi venticinque anni di attiva presenza dell’associazione nel territorio orvietano coincide, purtroppo, con un periodo di particolare difficoltà per le strutture sanitarie, per le attività economiche, la vita delle comunità locali e dei singoli cittadini. Il perdurare dell’emergenza pandemica non ci consente di programmare, come vorremmo, iniziative ed attività consone ad un anniversario così significativo e che possano coinvolgere attivamente la popolazione. 

Sarà premura dell’associazione portare a conoscenza di tutti,  attraverso il proprio sito  www.occorvieto.it ed i canali social  riguardo alle iniziative che potranno  essere organizzate , in modalità “online”,  in occasione di questo venticinquesimo anniversario.




Sistema informatico della USL Umbria 2 in tilt, assicurati analisi e esami radiologici indifferibili, gli altri recuperato appena possibile

Dalla mattina di domenica 11 aprile il sistema informatico dell’azienda sanitaria Usl Umbria 2 ha subito un importante malfunzionamento che ha reso indisponibili alcuni servizi tra cui quello del laboratorio analisi.  La piattaforma del ritiro on line dei referti di laboratorio risulta inaccessibile.  Il servizio informatico e telecomunicazioni è al lavoro per tentare di ripristinare la funzionalità del sistema.

Scusandoci per gli inevitabili disagi che si creeranno nei prossimi giorni, si invita la cittadinanza a recarsi presso i servizi ospedalieri e distrettuali dell’Azienda Usl Umbria 2, per le prestazioni di laboratorio analisi e di radiologia, solo nei casi di urgenza indifferibile definite dal proprio medico curante.  Le prestazioni verranno tempestivamente recuperate una volta ripristinata la piena funzionalità del sistema informatico.

Le sedute vaccinali e le attività di controllo tramite tamponi verranno comunque garantite.

Non appena risolto l’inconveniente tecnico l’azienda darà ampia comunicazione agli utenti.




I Carabinieri della compagnia di Orvieto a Pasqua hanno controllato 149 auto e multato 4 persone per irregolarità

L’impegno dei Carabinieri del Comando Compagnia di Orvieto durante le ultime festività pasquali è stato massimo e proiettato ad un serrato ed articolato controllo del territorio, sia per evitare la commissione di reati – soprattutto di quelli predatori – sia per far rispettare la normativa volta a contenere il contagio da covid-19.

Nel corso delle sole giornate del 3, 4 e 5 aprile scorsi i carabinieri, dei comandi stazione sparsi sul territorio e del nucleo radiomobile del comando compagnia, hanno impiegato 114 militari in 57 servizi esterni di pattuglia nella giurisdizione che abbraccia i comuni di Orvieto, Fabro, Montegabbione, San Venanzo, Monteleone d’Orvieto, Ficulle, Baschi, Porano, Castelgiorgio, Castelviscardo ed Allerona. Le pattuglie in totale hanno eseguito 119 posti di controllo, che hanno consentito la verifica di ben 149 vetture ed accertamenti su 198 persone.   Nel corso dei servizi non sono mancate le ispezioni ai negozi aperti, ben 29 sono stati infatti gli esercizi commerciali controllati ed, in totale, 4 sono state le persone sanzionate amministrativamente per irregolarità e\o inottemperanze alla normativa sul covid-19, tutte nei confronti di soggetti che circolavano oltre le 22 senza un giustificato motivo.