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Dal 1° maggio riapre alle visite il Duomo e fino al 23 ci sarà l’ostensione della Reliquia del Sacro Corporale. Museo MODO e Greco ripartono dal 15

Secondo le misure contenute nell’ultimo decreto legge per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali, nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19, dal 1° maggio l’Opera del Duomo di Orvieto ha disposto la riapertura della Cattedrale alla visita dei turisti.

A partire da sabato Primo Maggio, quindi, i visitatori potranno accedere al Duomo dalle ore 9:30 alle ore 19:00; Il biglietto può essere acquistato sia presso la biglietteria della Cattedrale, sia online tramite il sito internet www.opsm.it. Il Museo dell’Opera del Duomo (MODO) e il Museo Emilio Greco saranno invece riaperti ai visitatori a partire dal prossimo 15 maggio.  I visitatori potranno tornare ad ammirare le bellezze artistiche e religiose della Cattedrale di Orvieto ed eccezionalmente fino al prossimo 23 maggio, giorno della Pentecoste, presso la Cappella del Corporale è in Ostensione la Reliquia del Sacro Corporale.

“A seguito delle nuove misure disposte dal Governo anche il Duomo di Orvieto e presto anche il Museo MODO e il Museo Greco potranno riaprire ai visitatori – spiega il presidente dell’Opera del Duomo, Andrea Taddei -. Dal primo maggio la Cattedrale tornerà, dunque, fruibile ai turisti in concomitanza anche con l’Ostensione della Reliquia del Sacro Corporale. Una coincidenza che rappresenta un monito di speranza per tutti nell’auspicio che la strada verso una nuova rinascita sia sempre più tangibile”.




Arriva la nuova bolletta SII, più chiara e facile da leggere per i clienti

Nuova bolletta per la SII, più chiara e trasparente e facile da leggere. La bolletta, cambiata nella sua veste grafica e nell’organizzazione dei contenuti, è stata rinnovata perché gli utenti possano comprendere codici e tariffe applicate e tenere sotto controllo i consumi applicando, dove possibile, un risparmio idrico consapevole.  È proprio attraverso il nuovo aspetto della bolletta, arricchita di informazioni utili e contenuti nuovi, che la SII vuole dare una svolta al modo di comunicare con i clienti e per condividere con loro, il grande lavoro e la dedizione di tante persone che rendono possibile che l’acqua arrivi fino ai rubinetti delle case. Un impegno costante, spesso ignorato, che riguarda anche altri temi cari alla SII come quello della sostenibilità e della tutela dell’ambiente.

La nuova bolletta, inviata nel mese di aprile, contiene anche una lettera per i clienti, che spiega cosa realmente pagano con la tariffa: un servizio pubblico a tutto tondo costituito da un insieme di attività, captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue, gestite secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto di norme nazionali e comunitarie. La SII, entrando nel dettaglio, fornisce l’acqua alle utenze, raccoglie e depura l’acqua utilizzata dalle utenze, controlla la qualità dell’acqua prima e dopo il consumo, investe per mantenere acquedotti, fognature e depuratori.

Nella bolletta viene ricordato, infine, che i clienti del settore idrico in condizioni di disagio possono usufruire di speciali agevolazioni economiche attraverso il Bonus sociale idrico oppure ottenere rateizzazioni degli importi da pagare. Per avere maggiori informazioni, è possibile consultare il sito www.siiato2.it, oppure chiamare il numero verde 800.093.966 (gratuito da rete fissa) o il 0744.441562 (gratuito da rete mobile), oppure usufruire del nuovo servizio digitale “Lo sportello a casa tua”, accessibile tramite sito www.siiato2.it




Dal 30 aprile riaprono i principali musei e monumenti della città di Orvieto

 Tutti i principali monumenti e musei di Orvieto riapriranno al pubblico nel fine settimana, a partire da venerdì 30 aprile.  Dopo la Necropoli del Crocefisso del Tufo, il Museo archeologico nazionale e il pozzo della Cava che hanno già ripreso l’attività, venerdì riapriranno anche il pozzo di San Patrizio, la Torre del Moro, il Museo etrusco “Claudio Faina” e Orvieto Underground.
Da sabato 1° maggio sarà possibile visitare la Cappella di San Brizio in Duomo. Sempre da sabato si potrà anche acquistare presso la biglietteria di piazza Duomo e presso i singoli monumenti/musei la Carta Unica, il biglietto che consente l’accesso a tutte le citate attrattive della città.   Le riaperture avverranno nel pieno rispetto delle disposizioni anti Covid-19 e, nel fine settimana, le modalità di accesso saranno quelle previste nei decreti del governo: prenotazione on line o telefonica almeno 24 ore prima della visita.  Per i monumenti di proprietà del Comune di Orvieto, ovvero il pozzo di San Patrizio e la Torre del Moro, gli ingressi saranno contingentati in base alle limitazioni anti Covid-19 per consentire il rispetto del divieto di assembramenti e il distanziamento sociale.
Tutti i visitatori saranno sottoposti a un controllo della temperatura corporea tramite termoscanner. In caso di febbre superiore ai 37,5 gradi l’accesso non sarà consentito. Obbligatorio l’uso della mascherina.
Di seguito gli orari di apertura e le modalità di prenotazione:
Pozzo di San Patrizio
Orari di apertura
30 aprile 9 / 18:45 (ultimo ingresso 18:30)
Da maggio ad agosto 9 / 19:45 (ultimo ingresso 19:30)
Prenotazione e vendita on line  (senza diritto di prevendita) sul sito www.liveorvieto.com
Prenotazione via mail all’indirizzo orvieto@sistemamuseo.it
Per info telefono 0763/343768
Torre del Moro
Orari di apertura
30 aprile 10-19
Da maggio ad agosto 10-20
Prenotazione via mail all’indirizzo coopcarli.torre@tiscali.it
Prenotazione telefonica al numero 0763/344567 – 339/3027891
Per tutte le informazioni sulle altre attrazioni è possibile consultare il sito di promozione turistica www.liveorvieto.com e i siti web dei singoli monumenti/musei.
“Dopo mesi di stop forzato ci prepariamo a riaprire i gioielli della città a turisti e visitatori – afferma il sindaco e assessore al Turismo, Roberta Tardani – sapendo che il prossimo weekend del primo maggio e i giorni successivi rappresenteranno un periodo di prova per testare i sistemi di accoglienza e le procedure necessarie per garantire una visita in piena sicurezza ai nostri monumenti e musei. Ma questi giorni dovranno servire anche a noi tutti, cittadini, operatori e visitatori, per assumere comportamenti di buon senso adeguati al cruciale momento storico che stiamo vivendo. L’emergenza sanitaria, infatti, non è ancora alle spalle e la voglia di ripartenza che ci accomuna non deve lasciare spazio a un eccessivo allentamento della tensione che renderebbe vano ogni sforzo e sacrificio fatto sin qui. La situazione dei contagi nella nostra città e in Umbria, anche grazie a un’accelerazione della campagna vaccinale, sta migliorando sensibilmente e non possiamo rischiare di compromettere l’imminente stagione turistica estiva alla quale ci stiamo preparando con una nuova immagine e nuovi progetti ed eventi che ci auguriamo possano rendere ancora più attrattiva la nostra meravigliosa città”.



Riaperture del 26 aprile, che confusione! Il Viminale fa chiarezza, niente bancone, chiusura alle 18 per locali senza cucina e alle 22 tutti a casa

Siamo alla vigilia della fatidica data del 26 aprile quando si riapriranno parzialmente bar e ristoranti, solo all’aperto è bene ricordarlo, e ancora sono molto i dubbi che solo in queste ore varie disposizioni e una circolare del Viminale hanno in parte fugato.  Partiamo dal decreto cosiddetto “Riaperture”.   Nello specifico possono aprire bar e ristoranti esclusivamente con servizio al tavolo esterno dalle 5 alle 22, dopo tale ora scatta il coprifuoco.  Ogni tavolo dovrà essere distanziato di un metro dall’altro e sarà per un massimo di 4 persone, salvo conviventi.  Ci sarà la prenotazione e l’obbligo di mantenere il registro delle presenze per 14 giorni, ma non sarà obbligatoria.  Inoltre i menù dovranno essere digitali oppure plastificati e sanificati dopo ogni utilizzo da parte dei clienti o ancora in carta usa e getta.  Queste sono le prescrizioni ma il decreto ha lasciato dei buchi importanti perché per i bar, in particolare, non è chiaro come devono comportarsi al bancone e fin quando è permesso il servizio di asporto.  Qui è venuta in “soccorso” una circolare del Ministero degli Interni che ha ulteriormente raffreddato gli entusiasmi.  Per i locali che hanno spazi esterni comunque all’interno si potrà entrare solo per prendere bevande e cibi da consumare all’esterno.  Tutto ciò che è asporto potrà essere effettuato come servizio dalle 5 alle 18 e non oltre.  Con un’apposita ordinanza la Regione Umbria ha cancellato ogni limitazione di consumo negli spazi pubblici esterni e nei pressi del locale commerciale.  Qui sorge un primo dubbio perché sempre nell’ordinanza Tesei, è scritto che decade il divieto di bere alcolici negli spazi pubblici, ma il decreto e la circolare del Viminale vieta la vendita da asporto oltre le 18.

L’ultima importante comunicazione riguarda le persone che possono sedere allo stesso tavolo.  Il decreto prevede un massimo di 4 senza alcuna deroga.  L’unica prevista riguarda eventuali conviventi che possono sedersi allo stesso tavolo anche oltre le 4 persone, ma in questo caso tutti gli occupanti devono far parte dello stesso nucleo familiare o essere residente nella stessa abitazione.  Quindi chi, nelle prime ore, aveva pensato ad una sorte di 4+2 rimarrà deluso.  Ma ecco cosa è scritto nelle FAQ del Viminale, “Consumazioni all’interno assolutamente vietate. I locali possono rimanere aperti fino ad un orario compatibile con il coprifuoco che resta fissato per le 22, ora per la quale i clienti dovranno già essere a casa. Resta vietata oltre le 18 la vendita per asporto ai locali senza l’uso di cucina. Come vietata resta la vendita per asporto dopo le 18”.

I contrasti anche interne alla maggioranza sono ancora forti soprattutto per quanto riguarda il coprifuoco dalle 22 e alla differenziazione netta tra spazi aperti e chiusi.  Su questi due punti il governo è pronto ad intervenire al momento opportuno ma senza cedere di fronte alla spinta in particolare, dei presidenti delle Regioni che chiedono almeno uno spostamento alle 23 del coprifuoco.  Molto interessante la proposta della provincia autonoma di Bolzano, ripresa dal presidente della Campania, di permettere ai locali di rimanere aperti fino alle 23 con i clienti che potranno utilizzare la ricevuta come una sorta di “lasciapassare” per far ritorno alle proprie abitazioni, oppure riservare tale deroga a chi è vaccinato, ma in questo caso sembrerebbe una norma piuttosto discriminatoria visto che ancora la gran parte dei vaccinati appartiene a determinate fasce d’età e a alcune ristrette categorie.

Proprio sul “pass” si è aperto un nuovo fronte questa volta con il Garante della Privacy che ha chiesto di introdurre specifici correttivi perché così come strutturato è lesivo delle libertà personali.  Insomma il premier Draghi avrà il suo bel da fare anche se per il pass potrà presentare a sua difesa il “green pass” europeo che dovrebbe entrare a regime dal prossimo giugno e che ricalca molto da vicino quello italiano.

Ora dal 26 aprile non mancheranno le correzioni in corso d’opera che andranno a mettere una pezza ma certamente sarà difficile pianificare per le imprese e convincere i turisti stranieri a scegliere l’Italia con il “tutti a casa alle 22” quando poco oltre i nostri confini già hanno annunciato la fine delle restrizioni orarie.




Dal 25 aprile negozi aperti e sì al consumo di alcolici all’aperto. Le scuole superiori saranno in presenza al 70% fino al 9 giugno

Da lunedì l’Umbria torna in fascia gialla e la presidente Donatella Tesei ha firmato una propria ordinanza (pdf dell’ordinanza della Regione Umbria) per ciò che rimane di sua competenza a partire dalla scuole superiori.  Decadono, poi, alcuni divieti a partire da domenica. 

SCUOLA

Dal 26 aprile al 9 giugno, giorno di chiusura dell’anno scolastico, tutte le attività didattiche degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, statali e paritarie, saranno svolte in presenza per il 70% della popolazione studentesca.  La stessa disposizione vale anche per i corsi d’istruzione e formazione professionale e per quelli approvati da Regione e Arpal, con lezioni in presenza al massimo al 70%.  E’ consentita l’attività in presenza nelle sedi scolastiche delle scuole secondarie di primo e secondo grado per gli studenti che parteciperanno alle prove Invalsi.

NEGOZI

Da domenica 25 aprile non sarà più vietata l’apertura festiva dei negozi di vicinato, di medie e gradi dimensioni.  Sarà permessa, sempre dal 25 l’attività commerciale su aree pubbliche per quanto riguarda generi alimentari e prodotti agricoli e florovivaistici.  Cancellato il divieto per i centri commerciali ma, in quest’ultimo caso, a bloccare le attività è il decreto Aperture che stabilisce ancora la chiusura nei week-end dei centri commerciali.

 

RISTORANTI E BAR

Da domenica decade il divieto di consumazione di bevande alcoliche all’aperto nei luoghi pubblici e di assembramento negli stessi spazi e in prossimità degli esercizi commerciali durante il consumo di bevande e alimenti.  Decade anche il divieto di distribuzione di cibi e bevande con i distributori automatici in vigore dalle 18 alle 5.   Andando ad approfondire la parte dedicata ai ristoranti, potranno aprire solo quelli con tavoli all’aperto.

 

CALENDARIO E DISPOSIZIONI DEL DECRETO APERTURE

La guida alle riaperture

E’ libera la circolazione tra aree bianche e gialle e si possono andare a trovare amici e parenti.  Per le zone arancioni e rosse servirà il “pass” che attesterà: tampone antigenico o molecolare fatto nelle 48 ore precedenti con esito negativo, oppure ciclo completo di vaccinazione o guarigione dal Covid da non più di 6 mesi con certificato medico.  Per muoversi in zona arancione o rossa per motivi di lavoro, salute o urgenza basterà l’autocertificazione.

Riaprono cinema, teatri, sale concerto e live club.  I posti verranno assegnati con prenotazione a distanza di un metro frontale e laterale.  La capienza massima sarà del 50% e comunque non superiore ai 500 spettatori al chiuso e di mille all’aperto.   Musei e gallerie, mostre e parchi archeologici aperti anche al chiuso nel rispetto di tutte le normative e protocolli vigenti in materia di anti-contagio.  E’ consentito lo svolgimento di tutte le attività sportive all’aperto.  Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 fino al 31 luglio, fatti salvi eventuali aggiornamenti nel corso di tale periodo.

Le piscine all’aperto riapriranno dal 15 maggio mentre le palestre dal 1° giugno.  Dal 15 giugno ripartiranno le fiere mentre dal 1° luglio convegni e congressi.

 




Le “riaperturine” del 26 aprile. In Italia solo vacanze francescane, nel futuro si vedrà e le imprese non possono programmare

Con le riaperture ci siamo. Lunedì 26 aprile si tornerà nei ristoranti e nei bar all’aperto, potranno aprire cinema, teatri e musei, la scuola sarà per la gran parte in presenza.  Tutto bene, dunque?  Non proprio.  Dopo una prima fase di entusiasmo, anche social, per l’annuncio di Draghi nella conferenza stampa, si è iniziato a leggere nel particolare.  Intanto solo chi ha tavoli all’aperto può aprire, mentre gli altri devono rimanere chiusi e attendere giugno, quando è prevista anche la loro riapertura ma solo dalle 5 alle 18.  Poi si torna all’uso esclusivo degli spazi esterni e solo fino alle 22, perché dopo scatta il coprifuoco fino al 31 luglio fatto salvo un eventuale intervento del consiglio dei ministri.  Vediamo il complesso delle regole che devono essere rispettate.  I pubblici esercizi possono aprire solo all’aperto a partire dal 26 aprile.  Al chiuso continuano a valere le regole attuali, cioè si entra a seconda dei protocolli, si prende l’ordinazione e si consuma fuori a distanza dal locale. A partire dal primo giugno potranno essere utilizzati gli spazi interni dalle 5 alle 18, poi si torna all’asporto, con il distanziamento di due metri tra i tavoli e tra le persone al banco.  I tavoli possono essere occupati da 4 persone, fatte salve le famiglie più numerose.  I menù possono essere digitali, plastificabili così da sanificarli dopo ogni utilizzo, o su carta usa e getta, poco ecologico.    Si potrà andare al ristorante solo su prenotazione e il gestore dovrà tenere il registro delle presenze per 14 giorni.  Per eventuali clienti dell’ultimo minuto comunque dovrà essere registrato il nominativo del cliente.  Alle 22 i locali dovranno essere vuoti con il solo personale per le operazioni necessarie di pulizia, sanificazione e altre mansioni.

Ripartono anche gli spettacoli teatrali, musicali e i cinema con una capienza ridotta al 50% e comunque non oltre i 500 al chiuso e mille all’aperto.  Anche in questo caso, a parte la musica dal vivo, dopo l’entusiasmo iniziale sono arrivate le precisazioni.  Molti gestori di sale cinematografiche non hanno ancora deciso se aprire per due motivi fondamentali, permane il divieto di consumare cibi e bevande all’interno delle sale e soprattutto manca la materia prima, cioè pellicole nuove.  Per quanto riguarda i teatri non sono previsti spettacoli, non è stato possibile effettuare prove e molte compagnie hanno sospeso i programmi in attesa “di tempi migliori”.  Insomma tutto sarà estemporaneo, a parte i cosiddetti “one man show” dove il protagonista è solo, al massimo con secondo attore e con scenografie ridotte all’osso.  Ma lo stop più doloroso è arrivato dal coprifuoco alle 22 che obbligherà gli esercenti a rivedere gli orari, in particolare nei teatri che tradizionalmente iniziano gli spettacoli alle 21 circa.  Non sarà possibile e si va incontro alla stagione calda, per questo si favorisce l’utilizzo degli spazi all’aperto.  Bene, ma come si potrà proiettare un film alle 18 in pieno giorno?  Impossibile.  Ma soprattutto come si potranno programmare eventi nel mese di luglio, quando ripartiranno fiere, congressi e convegni.  Anche per i cartelloni estivi serve programmare, allestire, prendere impegni di spesa, magari versare caparre, e tutto puntando sulla rivisitazione dei divieti e sperando sul continuo calo dei contagi e dei ricoveri.  Una sorta di “gioco al buio” che amano i ludopatici e i giocatori professionisti, molto meno chi fa impresa che, invece, punta tutto sulla programmazione proprio per evitare, per quanto possibile, sorprese.  Certo è fondamentale il rischio d’impresa, ma su dati previsionali verisimili e non inventati putando sulla buona sorte.

La Lega sta giocando una partita durissima all’interno della maggioranza di governo ma Draghi tiene duro, forte dell’appoggio incondizionato del PD e anche all’incontro con le regioni, oggi guidate proprio dal leghista Fedriga, il premier ha confermato la disponibilità a rivedere prontamente le regole, ma solo a tempo debito.  L’ultimo colpo è per il turismo.  Quale turista vorrà pianificare le proprie ferie in Italia sapendo fin da ora di dover cenare alle 19/20 con il sole e poi rientrare in tutta fretta in camera entro le 22 senza potersi godere il fresco della sera, una passeggiata romantica in riva al mare o sul lago, un giro sulle giostre e un gelato per i bambini? Solo vacanze francescane in Italia, mentre i nostri maggiori competitors stanno per aprire senza troppi limiti e senza coprifuoco.




I carabinieri continuano i controlli nei cantieri. Tra Ficulle e Baschi 3 oltre tremila euro di ammende e 1200 di sanzioni

Il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Terni sta effettuando nell’ultimo periodo una serie di controlli ai cantieri edili, dove, oltre a controllare l’ordinaria normativa di settore verifica anche il rispetto dei protocolli anti Covid per il settore edile. 

In particolare il NIL, unitamente all’Ispettorato del Lavoro e all’Arma Territoriale, a seguito di attività ispettiva svolta sui cantieri situati nei territori dei Comuni di Ficulle e Baschi, ha deferito in stato di libertà i responsabili legali di due ditte con sedi legali rispettivamente a Rimini e Siena, per violazioni in materia di sicurezza sul lavoro e mancato rispetto dei protocolli anti Covid.  In tale materia le violazioni accertate sono state di mancata apposizione della cartellonistica prevista, mancato utilizzo di mascherine da parte degli operai, mancata verifica dei lavoratori fragili e mancato rispetto delle procedure di sanificazione dei bagni chimici presenti.

Nel complesso sono state elevate ammende per complessivi 3.600 euro e sanzioni amministrative per circa 1.200 euro.




La Regione presenta il PNRR umbro, 45 progetti per 3,1 miliardi. Ora la palla passa al governo e al premier Draghi

Le proposte umbre per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sono state al centro della conferenza stampa tenuta dalla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei. “È stato chiarito alcuni giorni fa dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, –  ha affermato la Presidente Tesei – il ruolo che avranno le Regioni, così come da noi era stato da tempo richiesto. È previsto che le Regioni non abbiano una quota diretta di fondi nel Pnrr nazionale né un ruolo ufficiale programmatorio, ma vi sono alcune progettualità nazionali e linee guida progettuali nelle quali verranno allocate risorse a cui potranno poi concorre le Regioni e gli enti locali e sulle quali cercheremo di inserire i nostri progetti. L’obiettivo dell’Umbria – ha detto – è quello, in un quadro di forte crisi economica regionale già pre Covid, accentuata decisamente dalla pandemia, di individuare delle linee organiche di intervento, e non a spot, che traccino la rotta per il rilancio economico dell’intera regione”.

“Per stilare il documento, che contiene 45 progetti organizzati nelle 6 misure previste dal Pnrr europeo – ha sottolineato la Presidente – abbiamo messo in campo una condivisione con i rappresentanti di territori, categorie e numerosi stakeholder, che saranno inoltre nuovamente coinvolti nell’importante fase della messa a terra dei progetti. Lo scopo, come detto, creare un nuovo posizionamento dell’Umbria nel post Covid: una regione verde e poco popolata dove va creato il terreno fertile per vivere, lavorare, investire, fare ricerca e fare impresa, coniugando il tutto con l’alta qualità della vita che la regione offre. Un territorio che sia dunque ancora più attrattivo grazie alle nuove infrastrutture materiali e anche alla nuova frontiera digitale che rimetteranno l’Umbria al centro del Paese. Un’Umbria sempre più protagonista del turismo nazionale ed internazionale di qualità, con positivi effetti sui consumi. Una terra dove i giovani vogliano e possano rimanere, dove le famiglie riescano a crescere e dove le donne realizzino una vera parità di genere anche nel lavoro. In questa visione di futuro il Pnrr ha il ruolo di volano, attraverso l’attuazione dei 45 progetti che prima di tutto dovranno rimettere in moto la fiducia e l’impresa, perché questi sono i veri motori del ritorno allo sviluppo”.  La Presidente Tesei si è anche soffermata sulla richiesta economica fatta al Governo. “I 3,1 miliardi di euro sono una cifra che nasce dai 69 richiesti dalle Regioni (su gli oltre 200 di plafond Pnrr spettanti all’Italia) di cui il 4,59%, utilizzando il quoziente di ripartizione dei fondi europei, dovrebbero rappresentare la ricaduta umbra”.   Quanto ai 45 progetti è stato specificato che sono accumunati da linee comuni come: i tempi di esecutività, cantierabilità, realizzazione e rendicontabilità entro il 2026; la possibilità di inserimento nelle linee guida nazionale diventandone una dimensione attuativa fondamentale; la possibilità di partecipare ad eventuali bandi nazionali previsti nel Pnrr; l’essere base fondante della programmazione comunitaria 21-27, in una logica di complementarità delle risorse comunitarie e condivisione della programmazione.

 Ora il prossimo passo a cui l’Umbria è pronta, dopo aver fatto i “compiti a casa”, è iniziare la vera partita che prevede il proseguimento dell’interlocuzione con il Governo, la progettazione fattiva e la realizzazione dei progetti.




Vaccini e politica/2, il sindaco replica, “non ci sono stati imbucati ma abbiamo rispettato le indicazioni del governo inserendo chi ha agito attivamente nel COC e la polizia locale

Sui vaccini è stata fatta chiarezza.  Come avevamo auspicato la domanda è stata posta nella sede preposta e cioè in consiglio comunale dalla consigliera del PD Martina Mescolini, “bisogna fare chiarezza anche perché non siamo riusciti ancora a mettere in sicurezza i più deboli in Umbria.  Le chiediamo spiegazioni in merito ritenendo che il ruolo pubblico imponga la massima trasparenza”.  La risposta è arrivata dal sindaco durante la question time nel consiglio del 20 aprile.  Roberta Tardani ha voluto prima di tutto condannare l’utilizzo dei social per mettere alla gogna persone senza conoscerne le motivazioni.  Tardani ha condannato l’utilizzo di parole come “imbucati e scialuppe di salvataggio”.  Purtroppo anche il primo cittadino non ha risparmiato un affondo nei confronti della stampa locale.  Ma rimaniamo alla cronaca. 

“Non solo il sindaco, come responsabile del COC – ha spiegato Roberta Tardani -, ma sono stati messi elenco e vaccinati tutti i soggetti che afferiscono al COC ed hanno agito in maniera attiva nell’emergenza.  Lo scorso 18 febbraio abbiamo ricevuto una nota di ANCI Umbria che chiedeva di compilare gli elenchi di tutto il personale dei centri operativi locali e del personale di polizia locale.  Da tale elenco è stato escluso il personale della Protezione Civile, così come previsto.  Il 20 febbraio – ha continuato il sindaco – il responsabile della Prociv ha inviato l’elenco per un totale di 25 soggetti.  Di questi, 16 sono afferenti alla polizia locale mentre gli altri 9 sono i funzionari e il personale del COC e i soggetti che hanno partecipato attivamente alla gestione dell’emergenza sanitaria alla luce di una disposizione del governo e recepita successivamente dalla Regione”.  Il sindaco ha concluso ribadendo che “non ci sono corsie preferenziali e non ci sono stati imbucati ed anzi valuteremo eventuali azioni di tutela”.




Vaccini e politica, Umberto Garbini, “evitare sterili schermaglie e garantire l’efficienza della Pa”. Sacripanti e Pelliccia, “niente vaccino”, ma dalla giunta ancora silenzio

La domanda a giunta e consiglieri è stata posta in maniera semplice e netta, siete stati vaccinati e con quale motivazione?  Da domenica non sono giunte poi molte risposte.  In maniera indiretta ha risposto il consigliere Andrea Sacripanti che ha confermato di non essere stato vaccinato perché non rientrante in alcuna categoria.  Anche la consigliera Silvia Pelliccia ci ha scritto in privato di non aver ricevuto alcuna dose vaccinale.  Nulla sappiamo dei componenti della giunta e degli altri consiglieri di maggioranza e opposizione.  Una risposta più complessa ci è arrivata dal presidente del consiglio comunale, Umberto Garbini che spiega, “vista la sua domanda in seguito alle polemiche suscitate in merito alla questione vaccini la informo che non sono stato vaccinato per la mia età.  Ammetto che non posso condividere le argomentazioni strumentali che cercano di porre in contrapposizione politica di governo e popolo. Credo che un vero Stato avrebbe dovuto mettere in sicurezza attraverso il vaccino la catena di comando dei Comuni, delle Provincie, delle Regioni e dello Stato centrale per garantire efficienza e prontezza della pubblica amministrazione.
Ricordo ai suoi lettori che i tutti sindaci non sono privilegiati perché rischiano più di tutti e più di tutti si sono spesi anche personalmente per risolvere le mancanze durante i lockdown senza limiti di orario e al di sopra delle loro forze.
Mi permetta di ringraziarla della possibilità di dare comunicazione di questo mio messaggio nella speranza che la politica possa dimostrare lungimiranza e pragmatismo, evitando sterili schermaglie”.

Dal nostro punto di vista i sindaci devono essere vaccinati perché responsabili in maniera diretta di ciò che avviene nel proprio Comune.  Bisogna dire, e senza distinzione di colore politico, che i sindaci in questi lunghissimi mesi di emergenza hanno lavorato senza sosta, hanno controllato ogni chilometro, sono intervenuti a supporto delle realtà comunitarie in difficoltà senza fermarsi.  durante la cosiddetta “tregua estiva” hanno cercato, nei limiti ognuno delle proprie forze economiche, un programma di promozione per favorire l’incoming turistico.  Poi sono tornati ad occuparsi, purtroppo, di emergenza, hanno protestato laddove necessario senza risparmiarsi.  Il web ha permesso di evitare tante riunioni ma non tutte e la presenza spesso continua negli uffici dei COC li hanno esposti inevitabilmente al rischio di contagio e, alcuni, sono stati contagiati, non ci risulta nel nostro territorio per fortuna.

Dispiace, invece, che si sia innescata una polemica politica evitabile.  In tutto il Paese c’è la caccia ai “furbetti” del vaccino, anche in questo caso trasversale, come non ricordarsi di Vincenzo De Luca in Campania, e forse Orvieto poteva distinguersi in questa caccia alla streghe, evitandola.  D’altra parte, una volta innescata dispiace altrettanto notare come da sabato 19 aprile ad oggi, non sia arrivata una dichiarazione degli assessori.  Da ambo le parti si è persa l’occasione di andare oltre la polemica spiccia e guardare oltre, al bene comune dei cittadini.  Controllare e vigilare su eventuali abusi da una parte e dall’altra dare massima informazione in piena trasparenza, questo andava fatto fin dall’inizio e ancora si è in tempo per farlo.