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Lega, “la chiusura delle filiali CRO tributo troppo alto per il territorio. Raccogliamo l’appello del Comune di Porano”

“Secondo il nuovo piano strategico ed industriale della Banca Popolare di Bari controllata da Medio Credito Centrale e, di conseguenza, della controllata Cassa di Risparmio di Orvieto, nell’ottica del taglio dei costi, sembrerebbe programmata la chiusura di nove filiali della CariOrvieto. Un tributo molto alto lo dovrebbero pagare i residenti di alcuni comuni dell’Orvietano, dove pare vengano tolti ben 6 presidi”.  Così la nota con cui il referente provinciale della Lega Terni, Barbara Saltamartini e quello del Comprensorio Orvietano, Davide Melone, sottolineano le criticità del probabile nuovo assetto della Cassa di Risparmio di Orvieto.
“I sindaci ed i cittadini di tali, piccoli comuni coinvolti dai supposti tagli – prosegue la nota- sono preoccupati e auspicano che la banca riveda la sua strategia: già soffrono la mancanza di alcuni servizi fondamentali e con la chiusura di alcune filiali vedrebbero peggiorare notevolmente la loro situazione. Tra i comuni coinvolti dovrebbero esserci anche Baschi, Montecchio e Porano. Raccogliamo quindi l’appello del sindaco di Porano, Marco Conticelli e del suo vice Fabrizio Bonino.  In queste piccole realtà la popolazione residente è composta principalmente da anziani, che non hanno troppa dimestichezza con i servizi digitali e con l’home banking e per loro, la sede della banca è un punto di riferimento”.
“E’ fondamentale – aggiungono i leghisti- mantenere questi presidi territoriali poiché la banca in questi comuni ha anche un valore sociale che non deve essere trascurato. Sappiamo che la strategia commerciale di un istituto di credito privato è volta al profitto e alla razionalizzazione dei costi, ma non è possibile agire in questo modo, indiscriminatamente, senza coinvolgimento alcuno delle istituzioni locali.  A Porano e negli altri comuni del comprensorio, spesso le frazioni sono dislocate a distanza di chilometri, l’una dall’altra, e non è quasi mai agevole, raggiungere altri centri limitrofi.  I servizi essenziali devono essere mantenuti sul territorio e la sede fisica di una banca, in cui si può ritirare la pensione, pagare le bollette e svolgere tutte le commissioni di cui si ha bisogno, diventa un presidio primario, per chi non ha abilità informatiche.  “Prima di tagliare – conclude la nota- è necessario porre la giusta attenzione al contesto e al tessuto sociale di riferimento, valutando quali possano essere gli effettivi disagi, che una determinata decisione, porti alla quotidianità dei cittadini.

Noi della Lega ci schieriamo dalla parte del buon senso, dei residenti, della popolazione non attiva e dei sindaci che stanno cercando di tutelare un loro sacrosanto diritto, quello di non veder spogliare e depauperare ulteriormente i loro comuni di un servizio essenziale”.




La giunta comunale di Porano aderisce alla raccolta firme per “salvare” la filiale Cro

Da alcune settimane si discute della possibile chiusura di 6 filiali nel territorio orvietano della Cassa di Risparmio di Orvieto.  Una delle indiziate sembra essere quella di Porano, così come anticipato da Orvietolife.  La giunta municipale del Comune di Porano ha pubblicato un comunicato in sui esprime grande preoccupazione che “ci risultano già adottate dal nuovo cda della Cassa di Risparmio di Orvieto inserite nel nuovo piano industriale di recente approvazione.

La prevista chiusura di alcune filiali presenti da anni sul nostro territorio comprensoriale, tra le quali quella di Porano, danneggerà ulteriormente i nostri Comuni già da tempo alle prese con strutturali problemi di carenza di servizi e quindi di spopolamento, tanto da essere inserite in quanto aree degradate nel contesto della Strategia dell’Area Interna Sud-Ovest dell’orvietano”.  Proprio la chiusura delle filiali inserita nel piano commerciale ha spinto il consigliere della Fondazione CR Orvieto, Marco Fratini, a rassegnare le dimissioni ritenendo estremamente punitivo per il territorio tale decisione che arriva “poco dopo la dichiarazione di voler rilanciare la banca a livello locale”.

Sempre nel comunicato della giunta di Porano è scritto che “la presenza di una filiale della Cassa di Risparmio da sempre costituisce un punto di riferimento per cittadini e piccole e medie imprese, oltre a rappresentare un servizio di particolare utilità soprattutto per la popolazione anziana che incontra maggiori difficoltà nell’adeguarsi alle innovazioni tecnologiche anche in questo settore.

E ricordiamo che i nostri territori presentano un indice di invecchiamento, e quindi di cospicua presenza di anziani, tra i più alti d’Italia.  Ma la presenza sul territorio di una filiale ha altresì costituito negli anni una grossa opportunità di sviluppo anche per lo stesso Istituto bancario, concetto che in realtà era stato ribadito anche al momento dell’insediamento del nuovo CDA all’inizio del mese di febbraio.  In quell’occasione le dichiarazioni ufficiali parlarono di concetti quali “tutela e rilancio del territorio”, un annuncio che, alla luce di quanto sta avvenendo, sa di beffa.

Il nostro rammarico è ancora maggiore per il fatto che queste decisioni non siano state minimamente annunciate o anticipate ai Sindaci dei Comuni interessati ma la conoscenza che ne abbiamo deriva esclusivamente da altre fonti che ovviamente non fanno riferimento a chi tali decisioni le ha adottate”.  Intanto i sindaci hanno incontrato i vertici della Fondazione a cui hanno chiesto di avere un appuntamento con il consiglio di amministrazione della banca stessa.  Per pressare i vertici della banca ma soprattutto per chiedere un intervento politico più deciso e trasversale da parte della Regione giunta, cittadini e commercianti di Porano hanno iniziato una “raccolta di firme” a sostegno del mantenimento della filiale “per un servizio che riteniamo fondamentale per la comunità ma anche per i residenti di alcune frazioni del Comune di Orvieto.  Confidiamo – conclude la giunta nel suo comunicato – negli spazi per un negoziato con i vertici CRO che possa rivalutare gli effetti che tale vicenda produrrà sui nostri territori”.




Nasce il confidi Uni.Co. Marche-Umbria al servizio delle Pmi con oltre 50 mila soci

Antonello Cozzali – presidente Fidimpresa Umbria

“Si è finalmente concluso, dopo più di un anno e mezzo, il percorso che ha portato alla creazione di un confidi interregionale forte e credibile, al servizio del centro Italia. Siamo convinti che per le micro e piccole imprese umbre questo si tradurrà in nuovi servizi per l’accesso al credito.”  Sono le parole di Antonello Cozzali, presidente di Fidimpresa Umbria che, tramite un’operazione di fusione per incorporazione, è entrata a far parte di Uni.Co. Marche.  Nasce dunque un nuovo attore nel mercato della garanzia e del credito che rappresenterà il territorio di Marche e Umbria grazie alla fiducia di oltre 50 mila soci, forte di mezzi propri per oltre 68milioni di euro e un obiettivo di produzione, per il corrente anno, di almeno 150 milioni di euro.

“Il percorso portato a termine era iniziato quasi due anni fa – dichiara Cozzali -. Dopo un rallentamento provocato dalla pandemia da Covid-19, la conclusione dell’iter è arrivata con la ratifica dell’assemblea dei soci di Fidimpresa del 24 marzo scorso. Nonostante le difficoltà dell’ultimo anno abbiamo ritenuto strategico concludere il processo di fusione perché il tema dell’accesso al credito è centrale per tutte le imprese. La costruzione di un confidi interregionale, che potrà garantire nuovi servizi anche alle imprese di micro e piccola dimensione, era l’unica strada da seguire per restare vicini ai nostri associati. Per questo siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto”.

Esprimono soddisfazione anche il presidente di UNI.CO. Maurizio Paradisi e il direttore generale Paolo Mariani, che tratteggiano la visione che ha accompagnato questo processo.  “Oggi, con questo annuncio, vogliamo comunicare al mercato il raggiungimento di un importante traguardo che vede la realizzazione di un progetto caratterizzato dalla forza di guardare oltre i confini regionali, coniugando obiettivi e metodologie comuni per sostenere le imprese in territori strategici come le Marche e l’Umbria”.  Per il presidente e il direttore è stata vincente la volontà di tutti gli interlocutori chiamati in causa, di guardare oltre le individualità, privilegiando una progettualità corale e condivisa.  “Il merito va alle tre associazioni di rappresentanza che hanno dato vita ad UNI.CO., quali CNA Marche, Confartigianato Marche e Confindustria, affiancate oggi da Confcommercio Marche Centrali e da CNA Umbria. Tutte hanno da subito manifestato la volontà di dare forma ad un’aggregazione capace di cogliere le nuove sfide proprie del mondo dei Confidi.”

Per inquadrare nel giusto binario questa fusione Paradisi e Mariani specificano quelli che sono gli elementi caratterizzanti la nuova struttura. “Sarà ancor più rafforzato il gioco di squadra esaltando le peculiarità e le caratteristiche proprie di ciascuno dei partecipanti. Partendo dalla consapevolezza che serviva perimetrare uno spazio territoriale più ampio, si è realizzata un’integrazione che vuole unire due regioni di medie dimensioni come le Marche e l’Umbria, che hanno un humus sociale ed economico molto simile, caratterizzato da un’elevatissima presenza di piccole e medie imprese. In un contesto come quello attuale, segnato dalla crisi pandemica, abbiamo colto questa opportunità per sostenere con ancor più forza il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa, mondo che sta soffrendo particolarmente questo momento di difficoltà. La nuova realtà che nasce oggi sarà in grado di essere più produttiva, di contenere i costi e di garantire una maggiore efficienza industriale grazie ad una squadra composta da circa 140 persone operative sui due territori.”

Il distanziamento sociale che ha segnato il 2020 ed il corrente anno non ha impedito la realizzazione di un importante progetto che, per essere portato a termine, ha fatto leva su una spiccata connotazione tecnologica orientata ai nuovi modelli di business.  “La volontà di servire la micro e piccola impresa e di riportarla al centro dell’attenzione per il suo immenso valore economico e sociale ha sempre guidato l’azione di tutti i soggetti artefici dell’operazione, che ringraziamo di nuovo per la loro volontà di andare oltre le provenienze e i territori, privilegiando la costruzione di un nuovo soggetto che – concludono Paradisi e Mariani – siamo certi potrà svolgere un ruolo strategico a supporto delle istituzioni regionali di Marche e Umbria.”




L’amministrazione comunale rinvia al 30 giugno il Canone Unico Patrimoniale e Mercatale

L’amministrazione comunale ha stabilito di differire al 30 giugno, da quella stabilita originariamente il 30 marzo, il termine di pagamento del nuovo Canone Unico Patrimoniale e del Canone Mercatale entrato in vigore dal 1° gennaio 2021 e recentemente approvati dal consiglio comunale nella sessione di approvazione del bilancio di previsione triennale 2021/2023 unitamente ai relativi regolamenti.   Il nuovo Canone Unico Patrimoniale sostituisce, come è noto, la Tassa occupazione di spazi ed aree pubbliche (TOSAP), l’imposta comunale sulla pubblicità e il diritto sulle pubbliche affissioni (ICP DPA). 
“Il rinvio deciso anche alla luce dei recenti provvedimenti governativi – spiega l’Assessore al Bilancio e Tributi, Piergiorgio Pizzo – consentirà agli uffici di poter valutare un software di gestione per il nuovo canone patrimoniale, dove far confluire tutte le vecchie posizioni tributarie ed inserire il nuovo piano tariffario. Pertanto, prima di emettere gli avvisi di pagamento, sarà necessario un controllo puntuale di tutte le posizioni, evitando potenziali disagi ai contribuenti”.



L’intera struttura di radiologia dell’ospedale orvietano ha azzerato i tempi d’attesa anche in tempo di covid

Anche nei periodi più critici dell’emergenza pandemica, lo staff dei professionisti della struttura complessa di Radiologia dell’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto, diretta da Ugo Ciammella, ha sempre garantito prestazioni diagnostiche nel segno dell’efficacia e dell’efficienza azzerando liste di attesa e con tempi di erogazione estremamente contenuti.  I numeri parlano chiaro, nel 2020 sono stati effettuati complessivamente 34.088 esami diagnostici e il trend positivo è confermato in questi primi tre mesi dell’anno in corso. Nello specifico sono stati eseguiti 17.777 esami di radiologia tradizionale, 267 prestazioni di radiologia tradizionale in sala operatoria, 5.440   ecografie, 3.278 risonanze magnetiche e 7.326 esami di Tc.  “Dall’analisi del report dei dati di attività – spiega il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 Massimo De Fino – delle oltre 34 mila prestazioni diagnostiche ben 2.460 sono stati eseguite in orario notturno grazie anche all’attivazione, dal mese di aprile del 2020, del servizio di guardia radiologica che ha impresso un evidente miglioramento della tempistica con effetti positivi nella diagnosi delle varie patologie, specialmente di quelle tempo-dipendenti. Si tratta di casi clinici per i quali una diagnosi veloce può cambiare radicalmente la prognosi ed il decorso della patologia stessa con un netto miglioramento della qualità della vita nel post-acuzie”.

“La guardia radiologica notturna ha permesso da un lato di evitare molti accessi al presidio ospedaliero e quindi ridurre i rischi di contagio – spiega il primario della diagnostica per immagini Ugo Ciammella – dall’altro di essere costantemente presenti e dotati di tutti i dispositivi di sicurezza necessari a svolgere il lavoro secondo i protocolli aziendali e le linee guida nazionali garantendo assistenza specialistica ad un bacino di area vasta. A tal proposito, a nome di tutto lo staff, desidero ringraziare la direzione strategica della Usl Umbria 2, la Protezione Civile, la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e tutti i privati, aziende e associazioni del comprensorio, che hanno partecipato all’acquisto e alla donazione dei presidi di protezione stessi”.  Visti gli ottimi risultati conseguiti, l’esperienza pilota della guardia attiva radiologica del presidio di Orvieto, primo in Umbria tra le strutture regionali di primo livello, verrà istituita a breve anche all’ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno per garantire assistenza alla popolazione che insiste nei territori di Foligno, Spoleto e della Valnerina.




Incidente mortale a Bardano, un 44enne orvietano cade in un canale di scolo e perde la vita

Nel pomeriggio di mercoledì 24 marzo a Bardano, nei pressi del fiume Paglia, un uomo di 44 anni residente a Morrano, è stato trovato senza vita in un canale di scolo vicino al corso d’acqua.  Sono intervenuti i Vigili del Fuoco e gli agenti della polizia di stato, oltre gli operatori del 118 che però hanno potuto solo constatare il decesso dell’uomo. Secondo una prima ricostruzione l’uomo stava passeggiando con il suo cane, di grossa taglia, che lo avrebbe strattonato facendolo cadere nel canale profondo poco più di 2,5 metri.  Sul luogo si sono recati subito i Vigili del Fuoco, la polizia e i carabinieri oltre gli operatori del 118 che hanno potuto constatare solo il decesso del 44enne che, dopo l’autorizzazione del magistrato di turno della Procura di Terni, Raffaele Pesiri, hanno provveduto al recupero della salma portata poi in ospedale per l’esame di routine.

 

 




Dantedì, tutti gli eventi e la scoperta dell’unico quadro al mondo con il Sommo poeta barbuto di proprietà del Comune

Alla vigilia del “Dantedì”, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, nel 700mo anniversario della morte del sommo poeta il sindaco di Orvieto ha presentato gli eventi in programma in città insieme al presidente della Fondazione “Claudio Faina, Daniele Di Loreto, del presidente dell’Opera del Duomo, Andrea Taddei e al presidente della Fondazione Centro Studi Città di Orvieto, Liliana Grasso.  Proprio in occasione della conferenza stampa di presentazione è stata presentata la vera particolarità per le celebrazioni dantesche e cioè, un’inedita e unica rappresentazione di Dante con la barba.  Il quadro è attualmente nello studio del sindaco e sarà al centro dell’esposizione “Il vero volto di Dante Alighieri – Sulle tracce del sommo poeta a Orvieto” che si terrà a settembre negli spazi espositivi della Fondazione “Claudio Faina” in piazza Duomo.
Il “Dante barbuto” è un dipinto che raffigura il Sommo Poeta in una maniera completamente diversa dall’iconografia ufficiale.  Secondo le prime ricerche effettuate il quadro sarebbe databile tra il ‘500 e il ‘600. L’autore è ignoto ma è ipotizzabile si sia ispirato dal pittore fiorentino Cristofano di Papi dell’Altissimo. La raffigurazione sembra prendere spunto dalla dettagliata descrizione che Giovanni Boccaccio fa del volto di Dante Alighieri nel «Trattatello in laude di Dante» scritto tra il 1351 e il 1355. Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso”, scrive Boccaccio.
Sono rarissimi i casi nel mondo in cui Dante viene raffigurato con la barba: una miniatura su un codice che si trova nella Biblioteca Nazionale Marciana a Venezia, una cartolina riproducente un quadro andato perduto e altri due dipinti: il quadro di Il’ja Efimovic Repin che si trova in Russia, a Kostroma, una città a nord-est di Mosca, esposto al Kostroma State Historical-Architectural and Art Museum, e il quadro di Agnolo Bronzino che si trova a Firenze e appartiene a una collezione privata.
“Malgrado le difficoltà legate all’emergenza sanitaria – ha spiegato il sindaco di Orvieto e assessore alla cultura, Roberta Tardani – l’amministrazione comunale e le istituzioni culturali cittadine non hanno mai smesso di pianificare un calendario di attività degno di questa città in attesa di una quanto più celere e auspicabile ripartenza. In questo senso l’appuntamento con il settimo centenario della morte di Dante Alighieri, che sta mobilitando iniziative in tutta Italia, rappresenta anche per Orvieto una preziosa opportunità da cogliere. Le tracce di Dante nella nostra città sono diverse e significative. Nel ciclo della Cappella di San Brizio in Duomo, Luca Signorelli ha raffigurato il ritratto di Dante ma anche scene tratte dai primi undici canti del Purgatorio, il tema del Purgatorio dantesco trova l’accezione più elevata nel pozzo di San Patrizio che per un breve periodo venne chiamato ‘purgatorio di San Patrizio’, senza dimenticare che le nobili famiglie orvietane dei Monaldeschi e dei Filippeschi e la loro rivalità per la supremazia cittadina vengono citate nella Divina Commedia nel VI Canto del Purgatorio”.
“In questo contesto – ha aggiunto – il quadro di Dante con la barba rappresenta assolutamente un inedito. Il dipinto si trova nella stanza del sindaco di Orvieto da tempo immemorabile ma non ha mai destato curiosità particolare. Ci siamo accorti di questa originalità nel momento in cui abbiamo pensato di organizzare qualcosa per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. L’esposizione si terrà nelle sale del Museo Faina presumibilmente a partire dal 14 settembre, data della morte del poeta, e sarà gratuita per i residenti di Orvieto ma stiamo anche pensando ad accordi di reciprocità con gli altri Comuni del comprensorio per favorire l’acceso gratuito dei nostri cittadini ai loro musei e viceversa.  L’iniziativa del quadro sarà certamente centrale ma non l’unica. Da domani e nel corso dell’anno ci saranno anche altre manifestazioni collaterali che coinvolgeranno il Centro Studi Città, la scuola comunale di musica e gli istituti scolastici superiori della città. Vogliamo lanciare un messaggio, quello di ripartire con la cultura, con i beni culturali, che consideriamo il bene più prezioso di cui la nostra realtà dispone”. 
“Siamo di fronte ad un quadro misterioso – ha detto il presidente della Fondazione Claudio Faina, Daniele Di Loreto – perché se Dante è descritto da Boccaccio con una barba folta nessuno, tranne l’autore di questo dipinto, lo ha ritratto con la barba? Il primo mistero è che non sappiamo chi sia l’autore. Secondo, non sappiamo la data di realizzazione. A giudizio di alcuni storici dell’arte che abbiamo interpellato dovrebbe essere riconducibile verso la fine del ‘500, potrebbe essere un allievo di Cristofano dell’Altissimo, il pittore che ha realizzato, copiato almeno 280 ritratti della collezione di Paolo Giovio nota come ‘serie gioviana’, la maggior parte di essi esposti nella Galleria degli Uffici di Firenze. Terzo mistero, ci sono due lettere sul retro della cornice, PC che presumibilmente dovrebbero essere del committente, il primo proprietario del quadro, ma non lo abbiamo identificato. Quarto, non sappiamo come sia arrivato ad essere inventariato tra i beni del Comune di Orvieto, certamente una donazione, con buona probabilità si tratta di Filippo Antonio Gualterio, un orvietano famoso vissuto nell’800, politico e storico, senatore del Regno d’Italia, Ministro dell’Interno della Real Casa. A giudizio di un altro storico dell’arte che abbiamo interpellato la barba potrebbe essere posticcia, dipinta successivamente al quadro originale e anche questo sarebbe un altro mistero.   L’obiettivo di questa iniziativa – ha concluso – è suscitare curiosità e interesse su questo singolare e originale dipinto su cui nelle prossime settimane continueremo le indagini e gli approfondimenti tecnici per dare risposta a tutti i nostri interrogativi”.
“L’iniziativa programmata dalla Fondazione Centro studi ‘Città di Orvieto’ grazie alla vivacità e creatività culturale di Guido Barlozzetti, che ringrazio – ha affermato la presidente, Liliana Grasso – ha l’obiettivo di intrecciare l’opera di Dante Alighieri – un personaggio che è riuscito a tenere insieme il suo tempo storico così complesso con un mondo oltre – entrando nella sua biografia segnata da un lungo esilio e raccontandola con le testimonianze di Orvieto. Dalla Cappella Nova nasce e si sviluppa quindi una iniziativa costruita su più momenti. Un evento che ci auguriamo possa essere in presenza con la partecipazione del pubblico, altrimenti sarà proposto in diretta streaming. Saranno comunque dedicati a questa iniziativa culturale vari audiovisivi”.
“Sono molto contento di questa opportunità che ci viene data in occasione della celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri – ha detto Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo di Orvieto – una opportunità che ha dato luogo ad un lavoro coordinato tra varie istituzioni ed enti culturali che operano a vario titolo nella Città di Orvieto”. “L’Opera del Duomo – ha proseguito – di fatto ha già una mostra permanente di Dante all’interno della Cappella di San Brizio. Non abbiamo ancora stabilito le date precise ma anche noi contiamo di ripartire e presentare tra settembre/ottobre 2021, possibilmente in presenza, due o forse tre eventi programmati. L’intento è di ripartire con la promozione culturale e turistica collegando l’iconografia presente nella Cappella di San Brizio e le prime stampe della Divina Commedia. Proprio in Umbria, infatti, venne stampata nel 1472 la prima edizione della Divina Commedia per poi arrivare al 1481 alle edizioni fiorentine. I lavori del Signorelli in Duomo sono datati tra il 1499 e il 1503 quindi potremo offrire ai visitatori una lettura organica che possa dare visibilità alla parte iconografica delle straordinarie immagini della cappella Nova del duomo di Orvieto con gli scritti della Divina Commedia. Il quadro di Dante Alighieri con la barba che si trova nell’ufficio del Sindaco di Orvieto, costituisce sicuramente una unicità che apre una lettura diversa e nuova rispetto a quella che già abbiamo di Dante Alighieri”.
In attesa della mostra, il 25 marzo si terranno alcune iniziative virtuali per celebrare il Dantedì. “Sulle tracce di Dante Alighieri a Orvieto” è il titolo del video realizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Orvieto in collaborazione con la Scuola Comunale “Adriano Casasole” e la Nuova Biblioteca pubblica “Luigi Fumi”.
“Dal Pozzo di San Patrizio e dalla Cappella di San Brizio in Duomo”, Alessio Tempesta e l’attrice orvietana Giulia Schiavo leggeranno il VI Canto del Purgatorio mentre il conduttore televisivo e scrittore Guido Barlozzetti parlerà del rapporto tra l’arte e la Divina Commedia riassunto nei dipinti di Luca Signorelli.
Il video, che sarà pubblicato sui canali social e You Tube, rappresenterà una sorta di teaser dell’evento “Dante, il Poeta del Finimondo” che organizzerà il Centro studi “Città di Orvieto” a settembre.
Sempre on line si terrà l’iniziativa “Dante, uomo in viaggio” promossa dall’Unitre di Orvieto con gli interventi di Franco Raimondo Barbabella, Donato Catamo, Raffaele Davanzo, Roberta Menichetti, Fioralba Salani e la partecipazione degli studenti del liceo classico “F.A. Gualterio”.
Sempre a settembre è in programma anche la produzione musicale-culturale a cura della Scuola comunale di musica che unirà due celebrazioni importanti quella dei 100 anni dalla morte di Mancinelli e quella dai 700 di Dante.
Il legame sarà l’opera lirica Paolo e Francesca scritta dallo stesso Mancinelli per i versi di Arturo Colautti e riferita al V Canto dell’inferno della Divina Commedia.



Il Commissario per emergenza covid, Massimo D’Angelo, “stop alle polemiche sulle vaccinazioni. Prenotazioni secondo il piano vaccinale”

Il Commissario straordinario regionale per l’emergenza coronavirus, Massimo D’Angelo, ha dato mandato di sospendere, con effetto immediato, la possibilità di prenotare la vaccinazione anti Covid-19, mediante Astrazeneca, per tutte le categorie dei servizi essenziali.

Rimangono aperte le prenotazioni per le categorie prioritarie, già individuate nel nuovo piano vaccinazioni nazionale: personale docente e non docente, scolastico e universitario; personale delle Forze Armate, personale di Polizia e dei Servizi Penitenziari.




SII, individuata perdita occulta nelle tubature verso Orvieto Centro, già programmati i lavori di riparazione

L’attento monitoraggio che il Servizio Idrico Integrato effettua sulla rete idrica, ha permesso di trovare una perdita d’acqua occulta sulla tubazione per l’approvvigionamento idrico del centro della città di Orvieto. La perdita non impatta e non crea problemi di carenza d’acqua ai cittadini. Secondo le analisi effettuate, si è scoperto che il terreno in cui è situata, corrode la tubazione. Per questo motivo, il Servizio Idrico Integrato, ha deciso di sostituire il tratto di tubazione (300 metri) che si trova nel terreno che la rovina, a causa dei metalli presenti.

Il tubo che verrà messo sarà in ghisa e rivestito di polietilene, per evitare qualsiasi tipo di problema legato alla corrosione. I lavori inizieranno tra circa tre mesi. La perdita d’acqua occulta è tenuta sotto costante controllo. Se dovesse verificarsi una rottura improvvisa della tubazione, il Servizio Idrico Integrato interverrà in emergenza.




CariOrvieto, nel silenzio ipotesi di un aumento di capitale tra 15 e 18 milioni di euro ma quando si parlerà del futuro?

Su CariOrvieto è tornato a calare un silenzio piuttosto fragoroso.  Non ci sono anticipazioni sui numeri, non parla il presidente, non parla il direttore generale, non parlano i sindacati.  Anche la politica, a parte l’accorato appello dei sindaci del territorio per non chiudere le sedi, rischio che ha portato alle dimissioni di Marco Fratini dalla Fondazione circa un mese fa, resta in silenzio in attesa di non si sa bene quali mosse.  Continuano invece i rumors sul prossimo futuro della banca orvietana che riferiscono di chiusura delle filiali, cosa ormai arcinota, ma anche di qualche movimento sostanzioso per il rafforzamento patrimoniale.  Sì, si torna a parlare, sempre nei corridoi, di un possibile aumento di capitale oscillante, sempre secondo i bene informati, tra i 15 e i 18 milioni di euro.  Non c’è la conferma ufficiale ma sicuramente gli ultimi due bilanci in rosso e le svalutazioni hanno ridotto fortemente i margini di manovra e allora si attende con particolare interesse il bilancio 2020, quello dell’anno primo del covid, per capire, numeri alla mano, se e di quanto sarà l’aumento di capitale,  Certamente si deve avere contezza dei ratios patrimoniali, innanzitutto, dei “consigli” di Banca d’Italia alla capogruppo MCC e di quello che deciderà anche il socio di minoranza Fondazione CRO che potrebbe anche porre il “veto” così come previsto.

Un rafforzamento patrimoniale è nelle corde alla luce dei bilanci ultimi ma sarà interessante conoscere le eventuali modalità.  Non solo, ma cosa farà la Fondazione? Parteciperà per intero secondo il valore della partecipazione oppure deciderà di diluire la propria quota sottoscrivendone solo una parte?  Si pensa all’ingresso di nuovi soci? Si potrebbe ipotizzare una sorta di concambio tra arbitrato del valore di 5 milioni di euro, che però, molto probabilmente dovrà essere attualizzato, e l’aumento di capitale? E ancora, in caso di diluizione della partecipazione verrà rivisto anche l’assetto della composizione del board e del collegio dei sindaci?

Nel frattempo su CariOrvieto si potrebbe anche abbattere la tegola delle sentenze legate alle azioni di BPBari collocate negli scorsi anni presso i propri clienti.  Una prima sentenza ha dato ragione al ricorrente obbligando la banca al risarcimento integrale della somma, seppure in primo grado di giudizio.  I tempi saranno inevitabilmente lunghi, così come purtroppo ci ha abituati la giustizia italiana, ma intanto in bilancio si dovranno accantonare delle somme consistenti per affrontare le cause, prima e gli eventuali risarcimenti poi.  Ecco che risorse fresche derivanti da un eventuale aumento di capitale sono ancora più necessarie.

E la politica?  Dispersa nelle nebbie, tranne qualche rara eccezione.  La permanenza della SpA rischia di trasformarsi da vittoria a boomerang pericoloso; la paventata chiusura delle 6 filiali e di altre 9 trasformate in agenzie cashless andrebbero ad impoverire la presenza capillare sul territorio, il vanto di CRO.  In tutto questo una lettera, un incontro con la Fondazione e la richiesta di un incontro con i vertici della banca, null’altro.  In altri luoghi, l’Abruzzo, si è mosso l’ad della Popolare di Bari, con tanto di intervista rilasciata al quotidiano online locale ekuonews.it e che abbiamo trasmesso in un’edizione del TG di OrvietoLife grazie alla disponibilità della direttrice, Daniela Facciolini.  Nonostante il covid, ormai divenuto spesso una scusa per evitare di affrontare i problemi, a Teramo, situazione completamente diversa da Orvieto, si è discusso, ci si è confrontati e si è parlato per una giornata intera di banca, di futuro, di progetti di sviluppo e di personale.

Anche qui vorremmo che ciò avvenisse perché esiste ancora una realtà bancaria locale, perché i risparmiatori vorrebbero conoscere il futuro dei lori risparmi così come i clienti vorrebbero cosa cambierà con digitale, profili, e varie voci descritte nel piano commerciale.  Magari CRO potrebbe riprendersi l’antico ruolo di guida spiegando alla città cosa cambierà con l’avvento del digitale, soprattutto nei prossimi dieci anni. E’ chiedere troppo?