Il nuovo vice-sindaco è Mario Angelo Mazzi, ex-dirigente del Comune a lavori pubblici e urbanistica

Il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, ha firmato il decreto di nomina ad Assessore dell’ingegner Mario Angelo Mazzi che ricoprirà anche l’incarico di vice-sindaco. A lui sono state affidate le deleghe a Urbanistica, Edilizia, Mitigazione del rischio sismico, geologico e idrogeologico, patrimonio.  Le deleghe ad Attività produttive e Sviluppo economico, temporaneamente assunte dal Sindaco dopo le dimissioni di Angelo Ranchino, sono state assegnate all’assessore Piergiorgio Pizzo mentre all’assessore Gianluca Luciani sono state invece attribuite anche le deleghe a Viabilità e Traffico.
L’ingegner Mario Angelo Mazzi, 72 anni, è nato a Orvieto e dal settembre 1994 all’agosto 2015 è stato dirigente ai Lavori pubblici e Urbanistica del Comune di Orvieto.  E’ stato membro, inoltre, del consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto dal 1994 al 2001, membro del Consiglio dell’Opera del Duomo dal 1992 al 2002, membro del Consiglio di Amministrazione di Alta Scuola.   “La squadra di governo cittadino – commenta il Sindaco, Roberta Tardani – si arricchisce delle competenze e dell’esperienza dell’Ingegner Mazzi, professionista stimato e profondo conoscitore della città, del territorio e della macchina amministrativa comunale. Questo gli consentirà di integrarsi sin da subito e sono convinta che il suo apporto sarà fondamentale in questo momento storico così complicato e in un settore che può diventare cruciale per la ripresa economica grazie alle opportunità offerte dagli incentivi e dalle agevolazioni previste nel decreto Rilancio”.
“E’ stata una scelta – prosegue – dettata non solo dalla professionalità dell’Ingegner Mazzi ma anche dallo spirito con cui ha accettato la mia proposta, quello che lui stesso ha definito un atto d’amore verso la città. Di questo abbiamo bisogno in questa fase così difficile della nostra storia. Serve un’assunzione di responsabilità collettiva, la capacità e la forza politica di dare ai cittadini risposte efficienti in grado di agganciare e sostenere il rilancio”.



Immobiliare, il covid fa tornare di moda il mattone, con più metri quadri e spazi esterni privati

L’andamento del mercato immobiliare in Umbria di può definire “sufficiente” con una domanda che, nel IV trimestre del 2020, ha privilegiato i centri storici, gli immobili di pregio e le piccole unità immobiliari indipendenti.  E’ questo, in estrema sintesi, quello che si evince dal focus dell’immobiliare a Terni presentato da Marco Simoni, componente del Comitato del Listino della Borsa Immobiliare dell’Umbria.

Entrando nel particolare, per quanto riguarda le locazioni nei centri storici, i prezzi sono mediamente più alti nel perugino che nel ternano mentre la media s’inverte se si prendono in considerazione gli affitti nelle periferie.  Sicuramente il 2020 è stato segnato da forte instabilità in tutti i settori e l’immobiliare non fa eccezione.  Contemporaneamente si è assistito ad una piccola rivoluzione nella domanda che ha privilegiato immobili di ampia metratura e con spazi esterni come giardini.  Il lockdown ha fatto emergere la necessità di vivere le proprie abitazioni in maniera completa e continua; questo ha spostato la domanda verso case ampie e spazi esterni adeguati che permettono di condurre una vita “normale”.  La casa è tornata ad essere un “rifugio”, protetta dal virus e gli incentivi statali hanno dato un’ulteriore spinta verso l’acquisto con le banche ora più disponibili a finanziare gli acquirenti con tassi molto concorrenziali.

Anche il 2021 è iniziato sulla stessa lunghezza d’onda e questa nuova tendenza sembra non essere effimera anche perché l’attenzione all’ambiente sta spingendo i proprietari ad investire sugli immobili e gli acquirenti, invece, sono favoriti dalle varie agevolazioni fiscali che hanno avuto ed hanno il merito di aver fatto tornare di moda il “mattone” come investimento per il futuro, non economico ma familiare e per la qualità della vita.

 

Licia Livolsi




I positivi a Orvieto toccano quota 131 e aumentano i ricoverati anche in terapia intensiva

E’ arrivato l’aggiornamento quotidiano della dashboard regionale per quanto riguarda l’emergenza covid-19 e le novità non sono confortanti per la città di Orvieto.  Nelle ultime 24 ore i nuovi casi sono 7 per un totale di 131 positivi mentre non si registrano guariti.  I cittadini orvietani in isolamento contumaciale sono 127 alle 11,50 del 10 marzo, cioè 6 in più delle 24 ore precedenti.

In aumento anche i ricoveri, ora 4 e di questi 3 sono in terapia intensiva.  Rimane dunque molto alto il rapporto tra contagiati ogni 100 mila abitanti che ha indotto il sindaco Tardani a chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado.  Alla data del 9 marzo l’incidenza di contagiati per 100 mila abitanti era a orvieto di 292, con questi nuovi numeri si sta pericolosamente avvicinando a quota 300.




Crisi in giunta, l’insostenibile peso delle deleghe e la leggerezza dei nomi di rilevanza nazionale

La crisi istituzionale in Comune sembra essere giunta ad un punto di svolta, o almeno così indicano i rumors.  Di progressi nella guerra tra Lega ufficiale e sindaco non sembrano essercene.  Sì, perché sembra altrettanto chiaro che in consiglio ci sia la Lega, quella rappresentata dai consiglieri assenti all’ultima seduta e cioè Sacripanti, Pelliccia e Fontanieri, e poi una “Lega del Trasimeno”, con il consigliere Gionni Moscetti che in piena battaglia ha scelto il campo del sindaco.  Certamente è una semplificazione ma il quadro che ne emerge è più o meno questo.  Ma le questioni sono soprattutto altre e riguardano l’eccessivo peso delle deleghe che sono attualmente in capo a Roberta Tardani e il periodo difficile che, invece, vorrebbe una politica unita nel trovare le giuste leve per far ripartire la città il prima possibile.

Sindaco, assessore all’ambiente, al turismo, all’urbanistica, al personale, alla cultura, al marketing territoriale, alle politiche comunitarie, alla sanità, alle attività produttive e allo sviluppo economico, all’edilizia e al patrimonio; ma dove troverà il tempo per tutto?  In realtà non c’è tempo e allora si delega.  No, si accentra ancor di più, almeno fin quando dal cilindro non uscirà un nome di rilievo nazionale nel settore dell’urbanistica.  Sembra di essere tornati ai tempi degli assessori Margottini e soprattutto Romiti dell’era Concina, l’altro sindaco di centro-destra.  Quel Maurizio Romiti che ha gestito un bilancio malandato e che avrebbe dovuto risanarlo e che invece ha lasciato la patata bollente all’assessore Pizzo con il famoso pre-dissesto.  Si rischia dunque una frattura insanabile tra Lega e sindaco che poi potrebbe avere delle conseguenze anche nei rapporti con la Regione, dove Tesei è espressione del partito di Salvini.  In realtà a nessuno dei due contendenti conviene rompere.  In caso di dimissioni Orvieto dovrebbe subire il commissariamento prefettizio fino ad ottobre, prima data utile per andare ad elezioni.  Ma a chi convengono?  Qualche vantaggio ma effimero potrebbe averlo l’attuale sindaco che dovrebbe addossare tutta la colpa alla Lega, perdendo un alleato fondamentale.  La Lega, invece, ha perso un pezzo importante, Stefano Olimpieri con la sua dote di voti, quasi del tutto personale, mentre l’area di riferimento di Moscetti potrebbe giocarsela in una ipotetica lista civica allargata partendo da “Progetto Orvieto”.

E’ certo che l’insostenibile peso delle deleghe da una parte e l’altrettanto insostenibile leggerezza dei grandi nomi, di quello per il turismo se ne sono perse le tracce, devono trovare soluzione in tempi brevi per il bene della città che oggi più che mai, esclusa da ogni tavolo che conta a livello regionale, deve trovarsi unita per affrontare i marosi della tempesta covid ancora per lungo tempo.