I consiglieri di minoranza, “così non si fronteggia la pandemia. Reagire con una generale mobilitazione sociale”

Se la mancanza di coerenza è una delle ragioni della crisi che viviamo, ad Orvieto sembra concentrarsi per responsabilità plurime una lucida incoerenza di governo: da una parte il sindaco chiude le scuole perché è stata superata la “soglia 250” come stabilito a livello nazionale, con un automatismo francamente discutibile; ma dall’altra in contemporanea tutte le autorità lasciano che si svolga sul nostro territorio una manifestazione ciclistica con 800 iscritti e di sicuro molte centinaia di effettivi partecipanti.

Sulla chiusura delle scuole il sindaco può invocare l’obbligo di rispettare la normativa nazionale, e sulla manifestazione ciclistica il fatto che questa rientra tra quelle autorizzate a livello centrale. Sta bene che sia così, sta bene che saranno tutti tamponati, sta bene tutto questo, ma l’andamento dell’infezione nel territorio avrebbe dovuto consigliare una decisa richiesta alle autorità della regione e dello stato di fermare tutto in base al principio di prudenza perché comunque in questi casi la possibilità di assembramento c’è e dunque anche di conseguenze successive.

Se il sindaco l’ha fatto gliene daremo atto, ma allora lo deve dire, perché in ogni caso la responsabilità di aver fatto svolgere una manifestazione di questa portata in un momento di pericolo di zona rossa qualcuno se la deve prendere. Non ci possono essere solo automatismi con cui eventualmente giustificare eventi che fanno a pugni tra loro. Naturalmente ci auguriamo che in ogni caso siano state prese tutte le misure prudenziali di gestione e che siano stati effettuati tutti i controlli del caso. Restano i fatti: il sindaco chiude le scuole per le ragioni dette; il presidente di regione chiude le attività commerciali il sabato pomeriggio e la domenica; le autorità permettono però che si svolga una manifestazione nazionale. No, così non va!

L’infezione sta crescendo, mentre il processo di somministrazione dei vaccini sta ristagnando, e non solo per i ritardi nella fornitura ma per l’inadeguatezza dell’organizzazione. Su questo punto dobbiamo domandarci che cosa succederà con lo spostamento del punto di somministrazione a Fontanelle di Bardano. Lì pare che debbano confluire anche i cittadini dei comuni del circondario. I sindaci dell’Alto orvietano chiedono di istituire un altro punto di somministrazione a Fabro. Perché non appoggiare decisamente questa richiesta, che da una parte rende meno problematica la gestione del punto di Fontanelle di Bardano e dall’altra facilita la vita dei cittadini di quella parte del nostro territorio?

Ci permettiamo di chiedere al sindaco anche se non sarebbe stato il caso di muoversi un po’ prima, ad esempio con la richiesta e l’organizzazione di uno screening di massa non appena si è manifestato il nuovo processo di diffusione dell’infezione tale da preoccupare. Se non si interviene sui veri fronti della diffusione si rischia di andare rapidamente in zona rossa, con tutte le conseguenze. E allora come giustificare il fatto che da una parte si invocano le riaperture di ristoranti e bar a pranzo e a cena e poi però nell’esercizio reale del potere non si sa bene a chi spetti e come realmente debba operare per una effettiva prevenzione?

Ripetiamo, noi pensiamo che bisogna cambiare approccio, bisogna reagire decisamente: più prevenzione organizzata per evitare di dover correre dietro al virus e alle irresponsabilità che ne stanno alla base. Allora insistiamo sulla necessità di intervenire su due fronti: da una parte sull’organizzazione di uno screening di massa, come si fa in questi casi in altri comuni; dall’altra su un’attività di sensibilizzazione, assistenza e controllo capillare per evitare a monte i comportamenti che favoriscono la circolazione del virus in particolare tra i giovani e i giovanissimi. Pensiamo che da questo versante la questione non riguardi più solo le forze dell’ordine in funzione di deterrenza e di repressione, ma tutte le organizzazioni della società civile e in particolare del volontariato.

Chiamiamo tutti ad adoperarsi perché i comportamenti responsabili diventino rapidamente esercizio quotidiano. E puntiamo non solo ad evitare che questa nostra zona venga proclamata zona rossa, ma a fare in modo che presto torni ad essere almeno zona gialla. Questo è il vero modo di aiutare i nostri concittadini sia sul piano della garanzia di istruzione che su quello economico del commercio e degli esercizi pubblici di bar e ristorazione, oltre che di condizioni di vita più attinenti al concetto di vita quasi normale.

 

I consiglieri comunali

Franco Raimondo Barbabella, Cristina Croce, Giuseppe Germani, Federico Giovannini, Martina Mescolini




Il sindaco firma l’ordinanza, chiuse tutte le scuole, asili e nidi fino al 21 marzo. Incidenza di 261 contagiati su 100 mila abitanti

Al fine di fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardani ha emesso l’ordinanza di sospensione di tutte le attività didattiche in presenza per tutte le scuole, statali o paritarie, di ogni ordine e grado nonché all’interno degli asili d’infanzia, nidi inclusi, pubblici e privati nel territorio del Comune di Orvieto da lunedì 8 al 21 marzo 2021.
Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali (secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’Istruzione n. 89 del 7 agosto 2020 e dall’ordinanza del Ministro dell’Istruzione 134 del 9 ottobre 2020), garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.
Il provvedimento (ordinanza sindaco) si basa sul rapporto emesso il 6 marzo dal Servizio di Igiene Sanità Pubblica della ASL Umbria 2, nel quale si evidenzia che i dati relativi alla sorveglianza epidemiologica COVID-19 mostrano nelle ultime due settimane un rilevante aumento dei contagi nel Comune di Orvieto. “In particolare – spiega la nota della Asl – si sono osservati molti casi COVID (in gran parte asintomatici) nella popolazione scolastica, che ha costretto a porre in isolamento numerose classi di ogni ordine e grado, dal Nido alle Superiori. E’ pertanto evidente l’effetto di diffusione del contagio costituito dalla frequenza scolastica con successivi cluster familiari”.  Nella stessa nota viene comunicata l’incidenza settimanale (dati parziali) nel Comune di Orvieto dal 1 marzo al 5 marzo (settimana 1 –7 marzo) che risulta pari a 261 contagi per 100.000 abitanti, quindi già superiore al limite stabilito dall’ultimo DPCM del 2 marzo, di 250 contagi per 100.000 abitanti.   Sulla base di tali dati, di concerto con la ASL viene adottato il provvedimento di chiusura di tutte le Scuole e Nidi d’Infanzia presenti nel territorio comunale per un periodo di 14 giorni, in stretto adeguamento al DPCM del 2 marzo 2021 e all’ordinanza del Presidente della Giunta regionale del 5 marzo recante “Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID’, che dà atto della permanenza della nostra Regione nella cosiddetta ‘zona arancione’”.
“I dati sull’incidenza settimanale dei contagi nel nostro comune che ci sono stati comunicati dalla Asl Umbria 2 – commenta il Sindaco, Roberta Tardani – ci impongono misure più stringenti di contenimento del virus come stabilito dall’ultimo Dpcm del 2 marzo.  Abbiamo chiesto e ottenuto di anticipare i tempi di valutazione dei dati, solitamente analizzati il lunedì, per consentire alle scuole e alle famiglie di organizzarsi seppur con un giorno di anticipo.
Chiudere le scuole è un provvedimento doloroso, che so che comporta disagi come ritengo che la didattica in presenza rappresenti sicuramente un valore aggiunto per l’apprendimento e la socialità rispetto alla Dad. Ma questo, considerate le indicazioni del Dpcm entrato in vigore ieri e l’ordinanza della Regione Umbria, è al momento l’unico strumento e obbligo che abbiamo per contenere la diffusione del virus”.
“Proprio per i comprensibili disagi che comporterà – prosegue – mi appello al senso di responsabilità di tutti affinché la chiusura delle scuole non venga vanificata da comportamenti non responsabili, soprattutto da parte dei più giovani, come ci sono stati segnalati in questi giorni. I controlli saranno intensificati ma non possiamo essere h24 in tutte le zone della città e non possiamo certo entrare nelle case della gente. Allo stesso tempo questa ordinanza ha l’obiettivo di non compromettere il corretto svolgimento della campagna vaccinale in corso. Confidiamo quindi nella collaborazione che ha sempre contraddistinto la nostra comunità in questo lungo anno di condivisione e adattamento all’emergenza sanitaria”.