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I dimenticati del vaccino, operatori delle pulizie e dei bar ospedalieri non hanno priorità, in quasi tutta l’Umbria

Vorremo raccontarvi le tante storie di chi lavora in ospedale.  Questa volta però non sono professionisti, personale infermieristico oppure OSS.  No, vogliamo raccontarvi del personale che si occupa delle pulizie, i cleaner, cosiddetti, così da sembrare un lavoro professionale.  abbiamo ricevuto numerose segnalazioni, abbiamo ascoltato racconti con pazienza, giusta attenzione, distacco professionale.  Allora ne raccontiamo una fra le tante, quella di Claudia, un nome di fantasia per tutelare la persona che ha deciso di parlare.

Claudia lavora da tempo in uno degli ospedali umbri e praticamente un anno fa si è trovata, come tanti suoi colleghi e tante colleghe, ad affrontare l’emergenza covid.  Una malattia sconosciuta e che al solo nome tutti tremavano, come del resto ora continuano a temere in tanti.  Ad inizio turno Claudia si vestiva di tutto punto con i dpi, quei pochi che c’erano disponibili e iniziava il suo orario di servizio.  Il turno non sembrava finire mai anche perché non ci si poteva fermare per respirare, sì, neanche per respirare o un momento per il caffè.  In alcuni casi mancavano i cambi sterili e quindi non ci si poteva fermare.  Nei vari reparti non si distingueva più il malato covid dagli altri.  Le ambulanze che arrivavano in ospedale venivano e vengono tutte sanificate, a prescindere dal tipo d’intervento.  Una frattura, un infarto o un positivo sintomatico, non fa differenza.  Si deve sanificare tutto.  Con il passare del tempo sono iniziati ad arrivare forniture di dpi, tante donazioni e il problema della mancanza o meglio della scarsità non si è più registrata.

Medici, infermieri e OSS vengono monitorati con tamponi a cadenza regolare.  Anche il personale delle pulizie viene chiamato per lo screening.  La nostra testimone Claudia ci racconta, “pensavo, anzi tutti pensavamo che fosse il primo di una lunga serie.  Invece dopo maggio nulla.  Nessun tampone di controllo oltre il primo.  Eppure noi potremmo essere venuti a contatto con il virus e anche oggi o domani o fra un mese.  Siamo sempre noi a pulire o sanificare anche reparti covid, terapie intensive, i cosiddetti reparti grigi e le ambulanze, ma niente controlli”.

Ora sono iniziate le vaccinazioni, con un certo ritardo in Umbria.  Nelle linee guida vaccinali la precedenza è ovviamente per il personale sanitario, anche per gli amministrativi, a rischio per il solo entrare in ospedale.  I cleaner, così come i dipendenti dei punti di ristoro e dei bar, entrano in ospedale ma sembra che questi godano, in gran parte degli ospedali umbri, di una sorta d’immunità di cui nessuno era a conoscenza.  Il personale delle pulizie e quello dei bar entra e lavora in ospedale, a contatto con persone e aree a rischio, eppure non sono previste corsie preferenziali per loro.

Questa non è una situazione comune a tutti i nosocomi umbri, ma alla gran parte.  Peccato! E’ una dimenticanza sicuramente ma assomiglia molto ad un classismo d’altri tempi che però si più sempre recuperare, basta la buona volontà ma soprattutto tanto buon senso e ammettere di aver sbagliato con un po’ di umiltà, merce rara di questi tempi.




Andreina Sperati, presidente Anteas Orvieto, “collaboriamo con la parrocchia di Orvieto Scalo e nonostante il covid non ci fermiamo”

L’Anteas di Orvieto guarda oltre il Covid-19 e non si ferma. “E’ solo un momento di pausa che stiamo usando per la progettazione, per valorizzare le idee dei giovani e cominciare a orientarci con i nuovi strumenti tecnologici, funzionali alla comunicazione e quindi alla socializzazione, che vorranno proporci”. E’ Andreina Sperati, la presidente dell’Anteas di Orvieto, a parlare in occasione della relazione dell’anno 2021 che, quest’anno, a causa della pandemia si è sintetizzata con una comunicazione di metà gennaio all’ufficio servizi sociali del Comune di Orvieto, inviata per conoscenza al sindaco Roberta Tardani.

“Per quanto riguarda l’anno 2020 – scrive la presidente Andreina Sperati – le attività sono state tutte sospese il 5 marzo 2020 a seguito del Dpcm del governo causa coronavirus. Tuttavia, nel mese di luglio 2020, la nostra associazione ha ripreso qualche forma di attività, ovviamente con le limitazioni dovute alla norme Covid-19”. Come a rendere pubblica la resilienza di questa associazione di volontariato che, spinta da grande motivazione, non ci sta a veder spengere a poco a poco la propria attività, che negli anni si è profusa con incontri informativi rivolti alla popolazione, iniziative destinate agli anziani e ai bambini e supporto alle parrocchie impegnate nel sostenere chi si trova in una situazione di disagio economico. “Il nostro contributo si è mosso in ausilio delle parrocchie – precisa Sperati – come per l’organizzazione assieme alla parrocchia Sant’Anna di Orvieto Scalo, nello scorso mese di luglio, del campo scuola per bambini e ragazzi, nel rispetto delle normative Covid-19. Sempre nel 2020 abbiamo contribuito anche all’impianto di amplificazione dell’organo situato presso la Chiesa di Orvieto Scalo”.




I consiglieri di minoranza, “Orvieto è ferma su tutto, chiediamo una capigruppo per non perdere il treno dello sviluppo”

Il mondo sta cambiando intorno a noi con una rapidità straordinaria: quando riaccenderemo la luce dopo la pandemia, non riconosceremo più molto della realtà che esisteva prima, tanto saremo di fronte ad una svolta epocale che impone una veloce riorganizzazione strategica ed un nuovo modo di pensare e traguardare il futuro!  E’ il momento del coraggio delle scelte e della visione, dell’orgoglio e del riscatto, ma ad Orvieto si dormono i sonni della miopia e dell’incoscienza in una deriva verso l’isolamento sempre più marcato.

Ad Orvieto, in una parola, siamo fermi:

Fermi sulla progettazione per l’impiego delle tante risorse straordinarie che saranno destinate all’Umbria nel Recovery Plan nella cui bozza non vi è alcuna strategia che miri allo sviluppo del territorio, né alcun riferimento ad assi strategici quali l’attualizzazione del sistema scolastico, l’ammodernamento delle infrastrutture, la medicina territoriale, la digitalizzazione;

Fermi con riferimento al piano dell’Alta Velocità e dei collegamenti con Roma e Firenze, dopo Terontola, oggi, anche Orte è preferita alla nostra città e siamo sempre più tagliati fuori dalle direttrici turistiche importanti;

Fermi sui progetti delle Aree Interne, di cui non si è riusciti ad afferrarne la reale opportunità neanche a fronte dei finanziamenti ricevuti grazie al lavoro svolto negli ultimi anni dalla precedente amministrazione e da tutti i Comuni dell’area; lavoro prezioso che aveva posto le basi per affrontare alcuni temi fondamentali tra i quali anche strategie di mobilità green e il rilancio del settore agroalimentare;

Fermi quando si parla delle risorse derivanti dal programma regionale di interventi strutturali per gli attrattori culturali da cui Orvieto è stata completamente tagliata fuori;

Fermi sui temi del recupero del patrimonio;

Fermi sui finanziamenti e le progettualità riguardanti le nuove generazioni.

Orvieto e la sua amministrazione, sempre più imbrigliata in logiche di basso cabotaggio, sono assenti su tutto ed il motivo è sotto gli occhi di tutti, o almeno di chi vuol vedere: manca completamente una visione strategica territoriale che possa rovesciare la pericolosa deriva dell’emarginazione nella quale ci siamo impantanati.  Siamo seriamente preoccupati, ancor più oggi, dopo le dimissioni del vicesindaco e dopo la presa di posizione della sindaca stessa che ha sostanzialmente rimesso la scelta dell’avvicendamento in giunta ai vertici regionali della Lega, dimostrando, laddove ce ne fosse bisogno, la totale subalternità e la mancanza di autonomia anche su scelte secondarie, figuriamoci su quelle strategiche.

Una Regione, peraltro, che sta dimostrando tutta la sua incompetenza ed inadeguatezza a gestire ed affrontare il periodo storico che stiamo vivendo, caratterizzato da una maledetta Pandemia, ma anche da tante opportunità di “cambiamento di passo” che se non si afferrano ora saranno perse per sempre!

E noi vogliamo afferrarle queste opportunità, adesso!  Per questi motivi chiediamo che sia convocata con urgenza una capigruppo per discutere dei temi trattati.

 

I Consiglieri di minoranza

Cristina Croce

Martina Mescolini

Federico Giovannini

Giuseppe Germani

Franco Raimondo Barbabella




Il covid entra nel carcere di Orvieto, 8 agenti e 4 detenuti positivi in attesa del tampone di conferma

Fino ad ora si era riusciti ad evitare un cluster, seppure piccolo ad Orvieto ma, secondo notizie non ancora ufficialmente confermate ma riferite da più fonti nella casa circondariale di Orvieto sarebbero in attesa di risposta al tampone classico  8 agenti della Polizia Penitenziaria e 4 detenuti per un totale di 12 persone.

Non si hanno conferme ufficiale, lo ribadiamo, ma se i numeri fossero confermati potrebbe essere il primo cluster interno ad una comunità.  Sono scattati i protocolli riguardanti il tracciamento per gli agenti della penitenziaria ed anche per i detenuti e lo screening per capire l’entità del contagio e decidere, di conseguenza, eventuali azioni di controllo e isolamento se le autorità sanitarie competenti lo dovessero ritenere necessario.  Prima, però, di avanzare ipotesi sul prossimo futuro attendiamo che arrivino le conferme ufficiali soprattutto sui numeri del contagio.




Ceban vola a Ancona. Record regionale e personale nell’asta a 5,17

Colpo grosso dell’atletica leggera umbra ai Campionati Italiani Assoluti indoor in corso al PalaIndoor di Ancona. E’ Eugenio Ceban, nome di spicco della Atletica Libertas Orvieto a volare alto e agganciare nel salto con l’asta il terzo scalino del podio con la misura di 5,17 metri che vale anche come record regionale e suo personale.

Ceban, laureato in Scienze motorie a Roma, è cresciuto fin da quanto aveva 14 anni nelle fila dell’Atletica Libertas Orvieto di cui oggi è anche colonna portante e istruttore con due corsi con i quali segue i ragazzi che si specializzano nei salti in elevazione, alto e asta, che poi è la sua specialità. Ad Ancona Ceban è arrivato terzo dietro il fortissimo Max Mandusic (Fiamme Gialle) primo con la misura di 5,52, e Matteo Miani (Assindustria Sport) che ha fatto registrare un salto di 5,32. Per Ceban (classe 1993) prima quattro salti omologati fino a 5 metri, poi i 5,10 acciuffati al terzo tentativo in pedana, e il 5,17 arrivato al secondo tentativo.

L’atleta ventottenne orvietano ha provato anche i 5,22 ma tutti e tre i tentativi sono andati falliti. Il record italiano appartiene a Giuseppe Gibilisco ottenuto a Donetsk nel febbraio 2004 con la misura di 5,82. Ceban porta a casa invece il nuovo record regionale umbro, e il suo nuovo personale; si tratta per l’astista orvietano di un miglioramento perché il precedente record era sempre suo, con la misura di 5,10 ottenuta sempre al PalaIndoor di Ancona il 2 febbraio 2020.

Di lui il preparatore atletico Alessio Stocchetti dice: «Eugenio è un atleta dotato di una passione fuori del comune, un ragazzo eccezionale che può fare molto, una grande soddisfazione per tutti noi.» L’ottimo piazzamento, e le tre prove sul 5,22 promettono un grande 2021 per il giovane atleta gialloblu.




Gian Luigi Maravalle, “PNRR/Umbria, l’orvietano rischia di essere la Cenerentola della Cenerentole”

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo un articolo del sindaco di Ficulle, Gian Luigi Maravalle, relativo al PNRR predisposto dal governo Conte e ora messo in discussione dal premier Mario Draghi.  Si nota nel progetto la quasi totale assenza di progetti qualificanti per lo sviluppo dell’orvietano e dell’Area Interna Sud-Ovest Umbria.  Una svista? Incapacità progettuale? Mancanza di visione?  Speriamo che in tempi brevi si apra un confronto fra amministratori per richiedere maggiore attenzione e per presentare progetti che siano di reale sviluppo per l’area, sanità, scuola, reti immateriali, infrastrutture e beni culturali.

 

Mentre il premier Draghi era in Parlamento per il voto di fiducia, il ministro del Tesoro era a Bruxelles per “approfondire e rimodulare” il PNRR predisposto dal precedente governo. Il termine per la presentazione del piano, che deve prevedere investimenti e riforme, scade il 30 aprile. Tempi strettissimi per l’Italia e conseguentemente per le Regioni.

L’Umbria, che è una delle regioni Cenerentola del Sistema Italia, sarà in grado di cogliere la grande opportunità? Alcune aree della Regione certamente sì: saranno infatti attenzionate da investimenti strategici e prodromici allo sviluppo, almeno stando all’elenco di opere previste nella bozza del PNRR/Umbria attualmente in circolazione, per un totale di 4 miliardi/€. Non l’Orvietano e non l’intera area interna Sud-Ovest della Regione.

Per l’Orvietano, compresa la bella cittadina sulla rupe, nell’elenco degli investimenti previsti dal PNRR/Umbria, in termini di ripresa e resilienza, non c’è praticamente nulla! Nella bozza di Piano attuale, che è auspicabile sia “approfondita e rimodulata” al pari del Piano Nazionale, sono previsti: uno dei tre stralci del progetto per la messa in sicurezza del fiume Paglia; l’implementazione della rete sentieristica; qualche raro intervento su edifici pubblici, uno/due interventi riguardanti dissesti idrogeologici e poco più. Nella sostanza tutte opere riguardanti le emergenze, che sono importanti ma non direttamente strategiche per avviare una stagione di sviluppo. Per fare alcuni esempi: nulla riguardante l’Ospedale e la medicina territoriale, nulla sull’estensione della rete digitale nelle aree rurali, nulla sulla rete delle infrastrutture e sui collegamenti con Roma e Firenze, nulla sull’ammodernamento del sistema scolastico.

E’ urgente avviare un confronto a livello intercomunale e con la Regione. E’ necessario riprendere, nel caso approfondire e rimodulare, la strategia territoriale “Area Interna Sud-Ovest Orvietano” definita ed approvata nel corso della scorsa consiliatura da 20 amministrazioni, che prevedeva appunto investimenti e riforme. Un lavoro di fatto abbandonato nel corso dell’attuale mandato, ma che aveva centrato e cominciato ad affrontare concretamente alcuni grandi temi, come ad esempio, stando alle criticità emerse in conseguenza della pandemia e le linee d’indirizzo del Next Generation EU: un servizio di Protezione Civile in convenzione tra 20 comuni che traguardava una riforma dei servizi di area vasta, il servizio di telemedicina, la dotazione di strumentazione informatica per le scuole di campagna e la realizzazione di strutture per la medicina territoriale quale le Case della Salute, cosi come nel complesso degli investimenti sono stati previste risorse per la mobilità green e la riqualificazione del Palazzo del Gusto dedicato al rilancio del settore agroalimentare, oltre che l’immancabile sentieristica.

Se non ci svegliamo e ricominciamo ad attivare serie politiche territoriali, rischiamo di essere la Cenerentola della Cenerentola. Per non parlare della grave responsabilità verso le future generazioni.

 

Gian Luigi Maravalle

Sindaco del Comune di Ficulle




Il sindaco prende atto delle dimissioni di Ranchino, “ora tempi rapidi senza stravolgimenti degli equilibri”

Il sindaco di Orvieto ha preso atto delle dimissioni del vice-sindaco e assessore Angelo Ranchino, della Lega, e ha temporaneamente assunto le deleghe alle attività produttive, sviluppo economico, edilizia, urbanistica e patrimonio.
 “Ho preso atto delle dimissioni dell’avvocato Angelo Ranchino – ha commentato il sindaco, Roberta Tardani – che ringrazio per il lavoro sin qui svolto.  La decisione personale di lasciare l’incarico che gli era stata assegnato è stata condivisa con il suo partito di riferimento. Questa mattina (venerd’ 19 febbraio ndr) mi sono confrontata con i responsabili locali della Lega e nei prossimi giorni avrò un colloquio con i vertici regionali del partito per affrontare insieme la questione, fermo restando le prerogative del sindaco nella composizione della squadra di governo della città. Per quanto mi riguarda questa decisione non stravolge gli equilibri politici determinati dalle scelte degli orvietani. Il periodo storico che stiamo vivendo, il peggiore dal dopoguerra a oggi, ci impone tempi rapidi nella risoluzione di situazioni che non devono distogliere dai reali problemi e dobbiamo essere tutti quanto mai concentrati nell’affrontare l’emergenza sanitaria ancora in corso e dare risposte al tessuto economico e sociale della città duramente provato dalla crisi post Covid”.



Umbria arancione, nelle zone rosse sospesi laboratori scolastici e corsi di formazione solo a distanza. Amelia torna arancione

Alla luce di un andamento della curva dei contagi che non presenta ancora una stabilizzazione discendente, e nella volontà di ispirare l’azione amministrativa al principio di massima precauzione, nonché al fine di portare il periodo di osservazione dei fenomeni epidemiologici almeno a 21 giorni rispetto alle misure restrittive assunte, la Regione Umbria ha deciso di prolungare per una settimana le ordinanze n.16 del 12 febbraio e n. 14 del 6 febbraio che contengono misure valide sia per tutto il territorio regionale, sia alcune specifiche per la provincia di Perugia e San Venanzo.  Amelia, infatti, dal 19 febbraio non sarà più compresa nella così detta “zona rossa”.

“È necessario – afferma la presidente della Regione, Donatella Tesei – prolungare per una ulteriore settimana le ordinanze in scadenza il 21 febbraio, per poter valutare e apprezzare i risultati delle misure restrittive fin qui adottate. Capisco bene il sacrificio a cui sono chiamati gli umbri. Già da giovedì 18, dopo averne parlato in settimana anche con il ministro della Salute Speranza, ho inviato una seconda lettera al Governo per chiedere nuovamente che siano riconosciuti i ristori per le imprese e gli aiuti alle famiglie residenti delle zone in cui abbiamo applicato le misure maggiormente restrittive, in aggiunta a quanto già stanziato dalla Regione”.

L’ordinanza di proroga, decisa anche a seguito del parere del Comitato tecnico scientifico e sentito il ministro della Salute, contiene anche alcuni nuovi provvedimenti che nello specifico riguardano, per il territorio della provincia di Perugia e San Venanzo: la sospensione delle attività di laboratorio nelle scuole secondarie di secondo grado e nei corsi leFP (resta salva la possibilità per ogni ordine e grado di svolgere attività in presenza qualora sia necessario mantenere una relazione educativa con alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali) e l’obbligo di svolgimento in modalità telematica a distanza per i corsi di formazione pubblici e privati approvati o autorizzati dalla Regione Umbria e da Arpal. Infine, per quanto attiene alla caccia, considerato il ruolo di interesse pubblico che svolge l’attività venatoria in termini di controllo e abbattimento della fauna selvatica, nonché il fatto che la caccia di selezione si svolge in maniera individuale, è permesso, evitando assembramenti, lo spostamento al di fuori del proprio territorio comunale al fine di svolgere tale attività.

Il provvedimento sarà suscettibile di modifiche in ragione dell’eventuale mutamento delle condizioni epidemiologiche ad esito delle attività di sorveglianza e monitoraggio appositamente implementate.




TeMa, il commissario liquidatore chiede ai soci il pagamento della quota 2020

Alcuni soci dell’associazione TeMa in liquidazione hanno ricevuto in questi giorni una lettera da parte del commissario liquidatore nominato dal Tribunale di Terni, Patrizia Cianchini, in merito al recupero delle quote associative relative all’anno 2020.  Non c’è alcuna volontà vessatoria o punitiva, ma solo un atto dovuto da parte del liquidatore che deve, come obiettivo primario, completare la massa dei passivi (i debiti dell’associazione ndr) e quella degli attivi (i crediti vantati sempre da TeMa) per riuscire a dare soddisfazione, almeno parziale, ai creditori.  Da qui l’iniziativa volta al recupero delle quote associative del 2020 per tutti quei soci non decaduti e non in regola con i pagamenti.  TeMa è assimilata alle associazioni e quindi, così come previsto dallo statuto, sono considerati decaduti da tale condizione colore che hanno disdetto la loro adesione sei mesi prima dell’inizio del nuovo anno.  Anche il Comune è stato chiamato a versare la quota associativa del 2020 in quanto ha comunicato a ottobre del 2019 la sua volontà di recedere da socio, fuori dei tempi previsti dallo statuto.

Per completezza d’informazione i soci che avessero versato la quota del 2020 e si trovassero a ricevere la lettera di sollecito possono sicuramente rispondere alla stessa allegando la ricevuta del pagamento effettuato chiedendo che venga cancellato il proprio nome dalla lista dei debitori di TeMa.  Insomma nessuna manovra oscura ma solo le normali vie giudiziarie di recupero dei crediti di un’associazione in liquidazione nei termini di legge.




Si è dimesso il vice-sindaco di Orvieto Angelo Ranchino. Parte il toto-assessore nella Lega

La notizia era nell’aria da tempo, ora è arrivata la conferma.  Il vice-sindaco Angelo Ranchino ha rassegnato la dimissioni.  Si apre di fatto, una crisi istituzionale seria perché Ranchino ha rappresentato un punto di equilibrio tra l’ala più dura e pura e quella del dialogo del partito di Salvini. Solo lo scorso 30 gennaio sul proprio profilo FB lo stesso Ranchino postava il significato del sostantivo femminile “oligarchia”, un ulteriore segnale dello strappo che poi si è consumato il 19 febbraio nelle prime ore della mattina.

Ora la maggioranza dovrà per forza trovare una nuova quadra al suo interno e andare a sostituire non solo un assessore ma il vice-sindaco.  Nel frattempo i vari gruppi di maggioranza sono mutati nei rapporti e nei numeri.  La Lega ha perso il consigliere Stefano Olimpieri, mentre il gruppo Progetto Orvieto ha perso Beatrice Casasole passata con Fratelli d’Italia.  Il rimpasto potrebbe essere dietro l’angolo anche perché i malumori nella Lega non sono più tanto nascosti così come quelli del partito guidato da Umberto Garbini (FdI) che con due consiglieri non ha rappresentanza in giunta.

Gli attuali equilibri vedono in quota Lega gli assessori Ranchino, dimissionario, Luciani e Sartini; in quota Progetto Orvieto la sindaco Roberta Tardani e Carlo Moscatelli; in quota Forza Italia l’assessore Piergiorgio Pizzo. Ma ora?  Potrebbe non trattarsi di una sostituzione, già di per se complessa, ma addirittura di un piccolo rimpasto anche per rispettare i nuovi equilibri interni in seno alla maggioranza di consiglio.  Papabili?  Difficile definire un profilo e leggere le intenzioni del sindaco che con questo scossone potrebbe non essere più così sicura di poter decidere quasi da sola.  Certamente l’attuale capo-gruppo della Lega, Andrea Sacripanti, all’epoca della vittoria dato come sicuro vice-sindaco, potrebbe ora tornare in gioco ma non è poi così scontato.  Andare a pescare tra i non eletti? Già fatto e i malumori non sono mancati.  La soluzione potrebbe passare da una persona esterna di altissimo profilo che però vorrà sicuramente avere le mani libere almeno nelle sue deleghe, cosa difficile.  Allora urge un rimpasto vero e un nuovo patto di maggioranza per arrivare con nuovo sprint a fine legislatura e puntare ad un nuovo mandato, altrimenti si rischia un continuo clima di tensione che bene non fa alla città soprattutto dopo l’emergenza covid.