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Un anno di covid in Umbria, la lettera di Massimo De Fino, dg della Usl Umbria 2

Oggi è il 28 febbraio. È trascorso un anno esatto dal primo caso di positività al Covid-19 nel nostro territorio. Un anno che ha cambiato profondamente la nostra vita e quella dei nostri cari.  Veniamo da settimane difficili, che hanno messo a dura prova la tenuta della rete ospedaliera e delle attività del territorio e che hanno richiesto un ulteriore sforzo straordinario ai nostri professionisti in prima linea nella lotta al virus.  L’alta incidenza dei contagi registrata in provincia di Perugia, la necessità di istituire la zona rossa che sta dando i primi risultati, la diffusione di varianti del virus, hanno caratterizzato le ultime settimane e la situazione particolarmente critica e delicata ha generato stress, fatica, frustrazione, sofferenza, a volte paura di non farcela ma anche grande forza, coraggio, resilienza.  Malgrado ciò dobbiamo guardare con grande speranza e fiducia ai prossimi giorni, dobbiamo voltare pagina per focalizzare i nostri sforzi e la nostra attenzione sugli elementi nuovi che rendono la luce sempre più intensa in fondo al tunnel.

I progressi della scienza e della ricerca ci permettono oggi, rispetto ad un anno fa, di avere l’arma potente dei vaccini. Si stanno compiendo passi in avanti significativi nelle terapie che contrastano l’infiammazione, siamo più preparati ed attrezzati, nei territori e negli ospedali, per gestire l’emergenza sanitaria, prestare cure e assistenza adeguate, salvare vite umane. Abbiamo allestito nelle città un’organizzazione puntuale che ci permette di spingere sull’acceleratore con la somministrazione delle dosi vaccinali.  Entro l’inizio dell’estate avremo coperto una fascia ampia di popolazione che, spero, ci consentirà di avvicinarci all’azzeramento dei contagi, al contrasto efficace della diffusione delle varianti più insidiose, nonché ad un livello di immunizzazione in grado di sconfiggere definitivamente il virus e restituire una vita normale alle nostre comunità e alle nostre famiglie.

Ancora una volta vorrei ringraziare tutti voi, cari amici e colleghi che siete al lavoro anche in questo giorno festivo e tutti gli operatori sanitari che si trovano in trincea ad affrontare questa sfida, i professionisti del servizio di emergenza 118, dei reparti ospedalieri, dei servizi territoriali e domiciliari, del servizio di prevenzione, di contact tracing, della sorveglianza sanitaria. Un sincero apprezzamento va al lavoro dei medici di medicina generale, del servizio di continuità assistenziale e dei pediatri di libera scelta, da estendere a tutto il personale dell’Azienda Usl Umbria 2 tecnico e amministrativo.  Esprimo ammirazione per la solidarietà, la sensibilità, lo spirito di sacrificio, il coraggio e il senso civico dimostrato da tutti voi.   Un ringraziamento all’istituzione regionale, alla presidente Donatella Tesei, all’assessore Luca Coletto, alla direzione regionale, alla task force, alle forze dell’ordine e militari che stanno affrontando con determinazione questa fase difficile e supportano con vicinanza e condivisione il nostro duro lavoro nei territori.

Grazie ai sindaci, alle istituzioni locali, agli imprenditori, alle realtà economiche e produttive della nostra regione, al mondo dell’associazionismo ben presente nel nostro territorio, sempre vicini e solidali nei confronti dei nostri sanitari e professionisti.

Grazie a tutti i cittadini, costretti come tutti noi in una situazione di disagio, ai quali chiediamo di tener duro e continuare a rispettare rigorosamente le misure anticontagio.

Grazie alle forze sociali e alle organizzazioni sindacali, nei confronti delle quali c’è massimo rispetto e massima attenzione per le proposte, le sollecitazioni e le critiche che ci aiutano a comprendere, a crescere, a fare nostre ed affrontare insieme le difficoltà presenti negli ospedali, nella rete di assistenza distrettuale e nei territori.

Il rilancio di un’azione forte e condivisa fondata su un dialogo franco e costante e un confronto forse serrato ma propositivo e costruttivo sono punti irrinunciabili ai quali la direzione dell’Azienda Usl Umbria 2 non solo non intende sottrarsi ma che fa propri e si impegna a condurre in tutte le sedi.  L’unità di intenti e la condivisione delle scelte sono elementi fondamentali per superare questa fase difficile e vincere la sfida comune contro il virus.

Ce la dobbiamo fare, ce la faremo. Presto.

 

Massimo De Fino

Direttore Generale Azienda Usl Umbria 2




Umbria arancione rafforzato. Coprifuoco alle 21 divieto di mangiare e bere nei luoghi pubblici fino al 5 marzo

Da lunedì prossimo, 1 marzo, entrerà in vigore in Umbria la nuova ordinanza che, alla luce dell’andamento del situazione epidemiologica, sentito il parere del Comitato tecnico scientifico e sentito il Ministro della Salute Roberto Speranza, prevede alcune misure sia di carattere regionali sia specifiche per la Provincia di Perugia, senza l’individuazione, però, di aree rosse. L’ordinanza sarà valida sino al 5 marzo in considerazione della scadenza del DPCM del 14 gennaio e dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm a cui l’ordinanza odierna dovrà essere allineata. Il provvedimento potrà essere suscettibile di proroghe o modifiche in ragione del nuovo quadro legislativo nonché dell’eventuale mutamento delle condizioni epidemiologiche.

“E’ un’ordinanza che durerà sino al prossimo venerdì – ha sottolineato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei – in attesa del nuovo Dpcm. Continuando nei giusti comportamenti spero che già dalla settimana successiva si possano avere i presupposti per continuare a diminuire le misure restrittive, soprattutto per ciò che concerne la scuola”.

In sintesi, alcuni dei provvedimenti.

Solo per la Provincia di Perugia:

Tornano in presenza i servizi educativi della scuola dell’infanzia 0-36 mesi, statali e paritarie, mentre sono sospesi i servizi educativi della scuola dell’infanzia (3-6 anni). Rimane in vigore la didattica a distanza per gli studenti delle scuole primarie e secondario di primo e secondo grado. Sospese tutte le attività laboratoriali nelle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie e nei corsi IeFP (salvo la possibilità di svolgere attività in presenza in ragione di mantenere l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali). Rimane la modalità telematica a distanza per tutti i corsi di formazione pubblici o privati approvati o autorizzati dalla Regione Umbria e da ARPAL Umbria

Solo per la provincia di Terni:

Le attività didattiche delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, sono svolte in presenza nella misura del 50% della popolazione studentesca. Dai servizi per l’infanzia alla terza media rimane la didattica in presenza.

 

Misure valide per tutta la regione:

 

Coprifuoco dalle ore 21

Scuole

E’ consentita l’attività in presenza nelle sedi scolastiche delle scuole secondarie di secondo grado per gli studenti delle classi quinte ai fini dell’effettuazione delle prove INVALSI, nonché degli studenti delle medesime istituzioni per le Olimpiadi della Fisica 2021 organizzate da AIF sulla base del bando del Ministero delle Università e della ricerca.

Associazioni

Vietate le attività realizzate in presenza in spazi aperti o in luoghi chiusi da associazioni e circoli ricreativi e culturali, centri di aggregazione sociale, università del tempo libero e della terza età. Sono vietati per il medesimo periodo i giochi da tavolo, delle carte, biliardo, bocce effettuati nei centri e circoli sportivi pubblici e privati.

Consentite le attività affidate e regolate da formali atti amministrativi adottati da aziende sanitarie, enti pubblici, zone sociali, fondazioni, aziende di servizi alla persona, altri soggetti pubblici, afferenti alla sfera dei servizi socio sanitari, della protezione civile, dei servizi alla persona, dei servizi scolastici-educativi.

Commercio

Per gli esercizi commerciali di vicinato, medie e grandi superfici di vendita si avrà l’obbligo di rispettare alcune specifiche disposizioni, tra cui: misurazione della temperatura a tutti i clienti agli ingressi degli esercizi commerciali di media e grande superfici; mantenimento del distanziamento interpersonale non inferiore a due metri fatto salvo il tempo strettamente necessario all’interazione con gli operatori; garanzia di ricambio di areazione. Inoltre gli accessi dovranno essere regolamentati secondo le seguenti modalità: per locali fino a 40 mq può accedere al massimo una persona alla volta, oltre a un massimo di 2 operatori presenti; per locali di dimensioni superiori l’accesso è regolamentato nel limite del rapporto di una persona ogni 20 mq di superficie lorda di pavimento, comprendendo gli operatori. All’ingresso di ogni esercizio commerciale dovrà essere esposto un cartello indicante il numero massimo di clienti che possono essere presenti contemporaneamente all’interno. E’ fatto obbligo a tutti gli operatori di indossare dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie FFP2 certificati ai sensi della normativa vigente. Tale protezione è fortemente raccomandata anche per la clientela.

Per i Centri commerciali o ed altre strutture assimilabili si applicano le disposizioni contenute nell’allegato 1 che oltre a misure di controllo, pulizia e distanziamento prevedono una capienza di 1 persona ogni 20 mq oltre gli operatori.

Sport

Sospesi gli eventi e le competizioni organizzati dagli enti di promozione sportiva, tutte le attività di gare e competizioni riconosciute di interesse regionale, provinciale o locale dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, in relazione agli sport di squadra e di contatto svolti esclusivamente dalle associazioni e società dilettantistiche.

Sospeso anche lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale sia al chiuso che in spazi aperti, per gli atleti che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche ed amatoriali degli sport di squadra e di contatto. Infine è sospeso le sessioni di allenamento e preparazione atletica anche in forma individuale anche per gli atleti non professionisti, limitatamente a quelli le cui attività di gare e competizioni siano temporaneamente sospese in base ai provvedimenti e disposizioni delle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva.

Comportamenti in luoghi pubblici:

Sono vietati: consumazione di alimenti e bevande all’aperto nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico, per l’intera giornata; distribuzione di alimenti e bevande, mediante sistemi automatici (distributori automatici), che affacciano nelle pubbliche vie per l’intera giornata; svolgimento delle attività̀ sportive e ludiche di gruppo, nei parchi ed aree verdi, nonché́ il divieto di utilizzo delle aree gioco dei medesimi.

Attività venatoria:

E’ consentito lo spostamento al di fuori del comune di residenza, domicilio o abitazione: per le attività di controllo e monitoraggio della fauna selvatica autorizzate dall’amministrazione regionale; per l’esercizio della caccia di selezione, per lo svolgimento delle attività complementari alla caccia e al controllo; per le attività di ripopolamento ittico dei corsi d’acqua secondo il calendario delle immissioni approvato dalla Regione. Gli spostamenti nonché l’esercizio di tutte le attività dovranno avvenire nel rispetto delle misure di distanziamento sociale e con l’utilizzo dei previsti dispositivi di protezione individuale.




Si allarga il cluster nel carcere, siamo a quota 28 positivi. A Orvieto 6 in più in un giorno, e siamo a 46

Si allarga il cluster del carcere di Orvieto.  A quanto ci risulta, anche dopo aver avuto conferma indiretta, quindi non ufficiale, ora sono 14 detenuti e altrettanti agenti di polizia penitenziaria, due impiegati civi dell’amministrazione e un medico.  Se domenica 21, quando sempre da orvietolife avevamo anticipato i contagi, i positivi sembravano essere sotto controllo, ora sembrerebbe, ma non ne abbiamo conferma ufficiale, che anche all’interno dei nuclei familiari si stiano riscontrando dei casi.

Intanto secondo l’aggiornamento quotidiano della dashboard regionale, a Orvieto sono 46 gli attualmente positivi con un aumento di 6 unità nella ultime 24 ore.




I sindacati chiedono “rilancio e territorialità” per la CariOrvieto

Cassa di Risparmio è di nuovo al centro delle discussioni anche se, ad oggi, non abbiamo la possibilità di confrontare numeri e voci di bilancio né di CRO né di Popolare di Bari.  Il nuovo piano commerciale per la CariOrvieto è un mix di fatto, tra depotenziamento dell’indipendenza, ridimensionamento delle filiali, chiusura di altre e per il resto un piano piuttosto standard per un gruppo che deve rinascere dopo, come ha specificato proprio il dg Bergami in un’intervista rilasciata ad ekuonews.it, “il fallimento non ufficiale del 2019”.  Nero su bianco la CRO diventa una vera e propria grande area commerciale con la sua autonomia controllata e la chiusura entro ottobre del 2021 di 9 filiali, mentre altre diverranno cashless, cioè senza il servizio di cassa, e altre ancora con funzionamento di cassa solo al mattino.  Dopo le anticipazioni durante il TG OrvietoLife del 25 febbraio anche i sindacati hanno inviato una lunga nota che riportiamo qui di seguito, firmata da  FABI, First-Cisl e FISAC-Cgil. Tutti dobbiamo lavorare per il rilancio della Cassa di risparmio di Orvieto, che è un patrimonio non solo del Comune, ma anche e soprattutto della Regione Umbria, in particolare oggi, alla vigilia della presentazione del nuovo piano industriale del Gruppo.  Di recente sia da parte dell’ad della Banca Popolare di BARI, Bergami, in occasione della recentissima nomina del nuovo cda di CRO, espressione di MCC e di professionalità orvietane, che da parte della Fondazione CRO, sono arrivate parole in tale direzione.  Come sindacati della categoria condividiamo e sottoscriviamo le dichiarazioni di ‘voler rafforzare la presenza della banca sul territorio’ e di voler perseguire ‘un progetto di rilancio e crescita della CR di Orvieto’, negando ogni ipotesi di fusione con BPB e sottolineando il futuro ‘ruolo importante di CRO nel Gruppo MCC’, non più BPB.

Come RR.SS.AA. non possiamo esimerci però dall’esprimere i nostri timori ed i nostri auspici circa gli eventi che ci attendono.  Auspichiamo fortemente che detto piano industriale non si risolva in qualche chiusura di filiale o in qualche modifica organizzativa dal sapore ‘Gattopardesco’, ma che rappresenti e rinnovi le peculiarità e le caratteristiche della CRO e che soprattutto non dimentichi l’impegno profuso da lavoratori e lavoratrici che nonostante le difficoltà, hanno dimostrato con costanza e disponibilità di tenere alla propria realtà lavorativa ed al proprio territorio.  Sarebbe infatti corretto e veramente nel segno della discontinuità che, finalmente, si ritornasse ad investire in tecnologia, digitalizzazione, in un catalogo prodotti adeguato, in formazione ed in sistemi premianti ed incentivanti.  Auspichiamo inoltre che le trattative sindacali si possano svolgere almeno in parte, a livello aziendale, dando modo per primo all’azienda, di meglio cogliere, comprendere e utilizzare, le tipicità che la CRO possiede.

Esortiamo quindi con forza MCC, Fondazione ed il nostro nuovo CdA a mantenere fede agli impegni e concretizzare in fatti le dichiarazioni ufficiali diramate qualche giorno fa soprattutto alla vigilia della scelta del nuovo Direttore Generale CRO, attesa per i prossimi giorni.  Le RRSSAA, come hanno sempre fatto, continueranno a vigilare sulla politica aziendale e sulle condizioni di lavoro dei dipendenti e si faranno promotori di un’azione di sensibilizzazione presso tutte le Istituzioni nella difesa dell’unica banca umbra ormai rimasta sul territorio”.

E’ un appello, accorato, che sembra confermare alcuni timori che abbiamo sottolineato durante il TG del 25 a partire dalla definizione di “integrazione” che nel linguaggio finanziario ha il significato di fusione o meglio incorporazione, magari lasciando un’autonomia decisionale come area commerciale, divisione o soluzioni similari nel medio periodo.

Come OrvietoLife  continueremo ad approfondire l’argomento fin dalla prossima settimana con un primo focus video.

 




Accademia di Brera e Associazione Lea Pcini firmano una convenzione per i costumi del Corteo delle Dame

Foto di Fabio Materazzini – FotaAmaOrvieto

L’Accademia di Belle Arti di Brera, storico ateneo milanese, fondato nel 1776 da Maria Teresa d’Austria, e l’Associazione “Lea Pacini” hanno siglato una importante convenzione per la realizzazione di nuovi modelli per il Corteo delle Dame di Orvieto.  Giovanni Iovane, direttore didattico dell’Accademia di Brera e il presidente dell’Associazione “Lea Pacini”, Silverio Tafuro, hanno firmato quello che rappresenta un vero e proprio patto di intenti congiunto, che prevede una serie di attività destinate agli studenti dell’Accademia di Brera iscritti al corso di II livello in scenografia indirizzo costume per lo spettacolo.  Nello specifico, le attività prevedono la preparazione di bozzetti e cartamodelli di costumi storici nell’ottica della loro realizzazione per il Corteo delle Dame di Orvieto.  Viviana Vannucci, docente di storia del costume, è stata designata come responsabile del coordinamento fra le due realtà.

Agli studenti del corso, incaricati della realizzazione dei bozzetti dei costumi, verranno presentati i pezzi più importanti che sfilano nel Corteo delle Dame di Orvieto; successivamente a Brera per l’esecuzione dei disegni saranno seguiti dalle docenti della specialistica di Costume. La realizzazione avverrà sempre sotto la guida dello stesso staff di professioniste.  Un vero e proprio percorso storico-didattico, di grande valenza anche simbolica, che prende il via in un momento storico particolarmente difficile, a dispetto del quale Accademia di Brera e Associazione “Lea Pacini” intendono guardare al futuro, al costruire e costruire nel rispetto della tradizione quel bagaglio di tesori che tutti ci auguriamo di rivedere presto sfilare per la città.




PrometeOrvieto, “Orvieto, la politica, le emergenze sociali, la pandemia e una visione di futuro”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera dell’associazione PrometeOrvieto.  Il dibattito sui fondi europei e il futuro del territorio lo ha aperto il sindaco di Ficulle, Gian Luigi Maravalle, qui su OrvietoLife.  La pandemia ancora morde ma si deve assolutamente guardare al futuro per farsi trovare preparati ai blocchi di partenza senza perdere quei pochi treni che ancora passano che si chiamano sviluppo, tecnologia, reti immateriali, sostenibilità, investimenti, crescita demografica, credito a famiglie e imprese, banca locale, sanità di territorio e ospedale, istruzione qualificata e attrattori culturali.

 

La situazione economica, sanitaria e sociale ha imposto scelte politiche di emergenza e, di fronte alla difficoltà dei partiti a offrire risposte adeguate alle esigenze del Paese, ha determinato la nascita di un governo che auspichiamo sia in grado di lavorare esclusivamente per il bene del Paese, ponendo in secondo piano i legittimi interessi dei riferimenti di parte e di partito.

La condizione di eccezionalità riguarda anche la nostra comunità locale.  L’Amministrazione comunale di Orvieto appare priva di ogni strategia che possa far immaginare un futuro per la città nel post epidemia, quando sarà necessario avere idee maturate e azioni già avviate per affrontare con energia la ripresa.  Le oggettive difficoltà imposte da uno stallo pericoloso delle attività economiche, della vita sociale e della discussione politica stanno producendo un terreno melmoso in cui si affannano maggioranza e opposizione.  La classe dirigente amministrativa, che si è candidata a governare per propria scelta, ritenendosi portatrice di idee e capacità, è impossibilitata ad esprimere elaborazioni progettuali per limitazioni oggettive causate dall’esigua vitalità dei partiti, da limiti personali, da settarismo annoso e dalla mancanza di occasioni pubbliche in cui coinvolgere le intelligenze presenti in città e nel territorio.  La solitudine e l’individualismo disegnano l’amministrazione orvietana e la sua opposizione.

Riteniamo che sia necessario trovare una pausa nell’asfittica e deleteria dinamica politica presente a Orvieto e definire quindi nuovi rapporti tra i gruppi consiliari, tra maggioranza e minoranza.  Una pausa lunga quanto sarà utile per definire un progetto comune che coinvolga tutte le intelligenze e sappia rappresentare i diversi interessi della città, del centro storico e delle frazioni, di tutte le attività e professionalità.  Una pausa che coinvolga in questo clima anche gli altri comuni del territorio, perché Orvieto da sola non può essere bastevole a porsi con efficacia come interlocutore delle diverse istituzioni, che ieri come oggi ignorano le richieste dei territori marginali e ne condizionano la vita e il futuro.  Un’esperienza simile a questa che suggeriamo è stata compiuta quando si determinò la condizione dell’”anatra zoppa”, nel 2009.

Oggi tutto è più grave e, seppure non ci sia come allora la pressante esigenza di garantire i numeri per governare la città, c’è però l’urgenza di progettare e pilotare il futuro dopo la débacle economica, culturale e sociale determinata dalla pandemia.  In un momento in cui tutto cambia con velocità straordinaria e necessita allinearsi con il flusso della prossima ripresa, non bastano energie comuni, necessita uno sforzo eccezionale e coinvolgente.  Chi non è disponibile si assumerà la responsabilità di non aver saputo cogliere l’opportunità di collaborare fattivamente al rilancio della città e del territorio, per egoismo o calcolo politico o insipienza personale.

Non sarà facile, ma è possibile e doveroso.

PROMETEORVIETO




Il Comitato Tutela Monte Peglia dice no con forza al progetto di fotovoltaico “San Faustino FV”

Il comitato “Tutela Monte Peglia” si oppone con decisione al progetto “SAN FAUSTINO FV” di una centrale fotovoltaica e lancia un appello alla popolazione, al Comune di Orvieto e ai Comuni del comprensorio.   Il progetto, di circa 20 milioni di euro, risulta presentato dalla società ECG Umbria s.r.l.s.  e prevede l’installazione di circa 74000 pannelli fotovoltaici su 40 ettari di terreno agricolo produttivo in 3 lotti, in località Morrano – S. Faustino e località Poggente – S. Bartolomeo.  ECG Umbria s.r.l.s. – costituitasi nel 2019 – non solo non ha comprovato alcuna esperienza pregressa circa la realizzazione di impianti di tale natura e dimensione ma altresì risulta “inattiva” così come dimostrato dal Certificato camerale presentato dalla stessa Società a sostegno della domanda di approvazione del progetto.

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La comunità locale era completamente ignara, fino a poche settimane fa, che ci fosse un simile progetto. Il Comune di Orvieto, per dichiarati errori tecnici, aveva omesso di darne informazione nell’Albo Pretorio. L’ormai indispensabile attenzione delle associazioni ambientaliste e della cittadinanza ha portato alla luce questa mancanza e il comune di Orvieto ha dovuto porre rimedio: sono riaperti dunque i termini per le osservazioni sul progetto da parte di organizzazioni e cittadini.  Un impianto fotovoltaico industriale, di così vasta estensione, su terreni agricoli inseriti in un contesto di elevato valore ambientale, sarebbe un’azione impattante sulla biodiversità e deturpante il paesaggio. Sarebbe inoltre l’ennesimo consumo di suolo agricolo, in totale controtendenza con le politiche e gli indirizzi di tutela attuati da oltre 20 anni su questo territorio.  La zona di incidenza del progetto è infatti inserita in una vasta area di pregio e interesse naturalistico, agricolo e storico, riconosciuta a tutti i livelli di pianificazione territoriale, attraverso l’istituzione di Aree Naturali Protette, Zone Speciali di Conservazione della Rete Natura 2000.  Da ultimo, nel 2018, l’UNESCO con il riconoscimento di una riserva Man and Biosphere (MAB) riconosce in particolare la sostenibile integrazione delle attività umane in un contesto ad alta naturalità. L’impatto sulla biodiversità e sulla fauna per interferenza dell’habitat naturale a causa delle lunghe recinzioni che circonderanno gli impianti non può essere trascurato.

Abbiamo timore che un progetto di tale ampiezza rappresenti un precedente che possa aprire la strada ad uno stravolgimento della vocazione del nostro territorio.  Negli ultimi anni, questi luoghi hanno attratto l’attenzione e i capitali di molte persone che credono in progetti di sviluppo di un tessuto economico sociale che si basa su un’agricoltura sostenibile di qualità. Far realizzare un progetto come questo significherebbe arrecare un danno enorme alle realtà imprenditoriali presenti, ed espone il Comune di Orvieto a prevedibili quanto fondate azioni per il risarcimento dei danni.  Il Comitato “Tutela Monte Peglia” non è assolutamente contrario alle energie rinnovabili e in particolare al fotovoltaico, ma crede che queste opere debbano essere realizzate in aree dove la loro costruzione non incida in modo così pesante sul territorio, sulla vita e sull’economia della popolazione locale.  I cittadini stanno dimostrando un enorme spirito di coesione e in modo coordinato lavorano alla scrittura delle osservazioni che saranno presentate entro il 6 aprile alla Regione Umbria affinché sia presa in considerazione la posizione di chi questo territorio lo vive e lo custodisce.

Chiediamo al Comune di Orvieto di essere coerente con le politiche di tutela che hanno preservato l’integrità di questo territorio, esprimendo parere negativo sulla realizzazione del progetto.

Chiediamo a tutti i Comuni del territorio di prendere posizione ed assumere ogni atto ed impegno per contrastare questo e altri simili progetti che ricadono in zone per le produzioni agricole di alta qualità, ad elevata vocazione turistica e che entrano in collisione con la tutela ambientale e paesaggistica.

Abbiamo bisogno del supporto di tutta la cittadinanza, ognuno con le sue competenze, per difendere l’identità del paesaggio e della natura umbra.

Per questo siete tutti invitati a spargere la voce utilizzando l’hashtag #tutelamontepeglia e rimanere aggiornati attraverso la pagina Facebook – @TutelaMontePeglia – e il sito www.tutelamontepeglia.info




Accelerazione nel piano vaccinale, via alle prenotazioni per docenti e non, forze dell’ordine, ultraottantenni e partono anche le domiciliari

Si amplia la platea dei cittadini umbri che possono prenotare la vaccinazione. La Regione ha infatti comunicato tempi e modalità di prenotazione per il personale della scuola, le forze dell’ordine, i volontari, gli ultra-ottantenni che ancora non avevano potuto accedere alla vaccinazione.

Il personale docente e non docente della scuola statale, dal 24 febbraio alle ore 8.30, potrà prenotarsi direttamente tramite il portale https://vaccinocovid.regione.umbria.it/cup/ e presso le farmacie.  Chi ha attivato la App IO riceverà la notifica per l’adesione alla campagna. La loro vaccinazione, con vaccino Astrazeneca, riservato ai soggetti di età compresa tra i 18 e i 54 anni senza patologie, inizierà sabato 27 febbraio e proseguirà per tutto il mese di marzo.

Per la prenotazione del personale universitario, verranno adottate procedure specifiche in accordo con l’Ateneo di Perugia che saranno comunicate a breve.

Il personale docente e non docente della scuola non statale potrà prenotarsi successivamente, non appena verranno comunicati alla Regione gli elenchi ufficiali. Tali soggetti riceveranno una mail con le istruzioni per l’adesione, oltre alla notifica sulla App IO, per chi l’ha scaricata.

Per quanto riguarda i cittadini, nati da febbraio a dicembre 1941, nel 1939 e negli anni precedenti potranno prenotare la vaccinazione a partire da giovedì 25 febbraio alle ore 8.30. La loro vaccinazione, con vaccino Pfizer, inizierà lunedì 1 marzo e proseguirà nei mesi di aprile e maggio.

Per tutti i soggetti sopraelencati le modalità di prenotazione sono le stesse già comunicate: tramite il portale https://vaccinocovid.regione.umbria.it/cup/ e presso le farmacie.

Il personale delle Forze dell’Ordine, Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e gli altri corpi, inizieranno la vaccinazione questa settimana e verranno contattati dai rispettivi referenti.

Da lunedì primo marzo inoltre, i medici di medicina generale cominceranno le vaccinazioni a domicilio dei cittadini ultraottantenni impossibilitati a recarsi presso i punti vaccinali. Per questa fascia della popolazione non è necessaria la prenotazione, in quanto coloro che vi rientrano, saranno contattati direttamente dal medico.

I punti vaccinali territoriali sono consultabili sul sito https://emergenzacoronavirus.regione.umbria.it/




La Lega insorge contro il progetto del mega impianto fotovoltaico sul Monte Peglia

Il progetto che prevede l’utilizzo di 40 ettari di terreno dove dovrebbero essere posizionati più di 74 mila pannelli fotovoltaici con potenza di picco pari a 460 W, ha messo in allerta i consiglieri comunali della Lega di Orvieto e San Venanzo.  La zona individuata dall’azienda ECG Umbria srls e presentata in Regione e in Comune (Orvieto) è costituita da tre lotti di terreno, rispettivamente in zona San Faustino, San Bartolomeo e Colonnetta. Il progetto si ascrive nel più grande Piano Nazionale Energia Clima, che prevede entro il 2030 la triplicazione di energia rinnovabile da fotovoltaico e la duplicazione di quella prodotta con eolico su scala nazionale.
La nostra contrarietà, non è relativa alla produzione di energia green, ma sul luogo dove questo impianto dovrebbe sorgere, ovvero nel contesto paesaggistico del Peglia, Area Mab Unesco e territorio STINA – Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale.  “Come ho già dichiarato con la mia interrogazione rivolta al sindaco in sede di question time durante l’ultimo consiglio comunale del 12 febbraio – afferma il capogruppo della Lega, al consiglio comunale di Orvieto, Andrea Sacripanti –  esprimo la mia più totale contrarietà all’ennesimo progetto che rischia di deturpare il nostro pregiato territorio. La tutela e la valorizzazione dell’ambiente, non solo si pongono come dovere morale per chi amministra, ma possono e devono rappresentare un’opportunità di rilancio per la quasi totalità dei principali comparti economici e produttivi della nostra realtà. Per questi motivi vigileremo e porremo in essere tutto quanto sarà nelle nostre possibilità affinché non trovi attuazione un progetto che, sottraendo decine e decine di ettari all’agricoltura e all’economia rurale, risulta fortemente lesivo degli interessi della nostra comunità”

Gli fa sponda il consigliere comunale di San Venanzo Riccardo Nucci (Lega) che, nonostante il progetto non riguardi specificatamente il territorio del suo comune, nota sicuramente ricadute negative anche per San Venanzo. “La vocazione turistica del Monte Peglia – sottolinea Nucci –  è incompatibile con progetti di questo tipo, in più la Regione Umbria ha da poco finanziato un progetto “Le vie del Peglia” volto a valorizzare un territorio dal potenziale turistico enorme e ancora non completamente espresso, in questa ottica qualsiasi altro tipo di iniziativa antitetica ai progetti in essere, non può trovare spazio nell’orvietano. Non è la classica sindrome NIMBY ma una valutazione oggettiva sulle ricadute negative dell’iniziativa”.

Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore della Lega Comprensorio Orvietano,  Davide Melone. ”Come referente della Lega del comprensorio orvietano – conclude Melone – sarà sempre mio compito vigilare sulla salvaguardia del nostro territorio. Lo sviluppo economico e sociale dell’orvietano deve passare necessariamente per il rispetto delle bellezze paesaggistiche che insistono nei nostri territori. Non siamo per i no a priori a questo tipo di impianti, ma la riflessione deve aprirsi sul come mai si scelga una zona a forte vocazione turistica come quella al confine con il Mab Unesco e il parco STINA”.




Franco Raimondo Barbabella, “Per fare un po’ di chiarezza e alzare gli occhi dall’ombelico”

La complessa, lunga, difficile, drammatica, crisi in atto cambia tutti i riferimenti fondamentali e costringe le classi dirigenti a riorientarsi in modo rapido e radicale. Chi non lo fa è fuori. A Orvieto non lo si sta facendo. Questo il primo dato, e a conferma tre fatti.

Il primo è la mancanza di un qualsiasi cenno di riflessione e di elaborazione progettuale da parte della giunta e della maggioranza che governa la città. Vecchi e nuovi problemi stanno lì.  Il secondo è l’assenza di ogni tentativo di mettere insieme con visione e capacità progettuale le forze e le risorse territoriali. Qualche sindaco lo dice, altri lo fanno intendere ma non si capisce perché tacciono e non rispondono nemmeno agli appelli. Comunque nessun tentativo di agganciare il PNRR tramite Regione. Semplicemente assenti. Nel frattempo con accadimenti che parlano da soli il territorio va come in allegra indifferenza verso l’emarginazione.  Il terzo è che nel bel mezzo di questa situazione il vicesindaco dà le dimissioni senza renderne note le ragioni. Come se si trattasse di questione privata. La sindaco se ne esce con una dichiarazione laconica come fosse una delle tante che ci vengono comunicate tutti i giorni.

E qui c’è il secondo dato, questo invece senz’altro rilevante. La sindaca ha dichiarato che la decisione del vicesindaco “è stata condivisa con il suo partito di riferimento” e che nei prossimi giorni avrà “un colloquio con i vertici regionali del partito per affrontare insieme la questione”. Io non voglio fare le pulci alla sindaca, ma i significati politici e pratici non si possono ignorare.  Il sindaco è figura istituzionale e rappresenta tutti i cittadini, anche me. Per questo esercita le sue funzioni in piena indipendenza di giudizio e nella scelta della squadra di governo non dipende da nessuno. Le nomine le fa lei, sceglie a suo giudizio e si sottopone poi al giudizio dei cittadini. Le dichiarazioni della sindaca non sono perciò un errore di comunicazione. Non sono nemmeno un atto che dimostra mancanza di senso di opportunità. Sono un’uscita dal senso della funzione istituzionale.  Emerge quello che si è temuto fin dall’inizio, che la cura dei problemi della città e del territorio è in subordine alla cura dei rapporti politici, agli equilibri e all’esercizio del potere. Peraltro in dipendenza del più forte. Le dimissioni del vicesindaco, date all’improvviso, senza spiegazioni delle ragioni e con rinvio solo agli equilibri, spiegano la logica con cui si amministra.

CoviciX Orvieto lo scorso 8 febbraio fa ha fatto un appello ai sindaci dell’area orvietana, e in primo luogo al sindaco di Orvieto, perché si uniscano in uno sforzo comune per far uscire il nostro territorio dal torpore attuale con un forte rilancio progettuale coerente con la fase di ricostruzione nazionale che caratterizzerà il periodo prossimo e un non breve tempo a venire. Abbiamo fatto delle proposte. Non abbiamo ricevuto risposta.  Le minoranze, pochi giorni fa, hanno rilevato i danni che derivano da questo modo di interpretare la funzione amministrativa nella nostra città ed hanno fatto ancora proposte. La sindaca ha l’occasione di indicare un cambiamento di rotta. Accetti di confrontarsi per affrontare in spirito collaborativo i tanti problemi.

Si vada poi in Consiglio per gettare le basi di una reazione unanime della città. Una situazione straordinaria richiede decisioni straordinarie. Richiede lucidità e coraggio. L’età del politichese e degli equilibri politici a prescindere, con il governo dei problemi della città in subordine, è finita.

23 febbraio 2021

Franco Raimondo Barbabella

Consigliere comunale

Esecutivo regionale CiviciX