La Lega insorge contro il progetto del mega impianto fotovoltaico sul Monte Peglia

Il progetto che prevede l’utilizzo di 40 ettari di terreno dove dovrebbero essere posizionati più di 74 mila pannelli fotovoltaici con potenza di picco pari a 460 W, ha messo in allerta i consiglieri comunali della Lega di Orvieto e San Venanzo.  La zona individuata dall’azienda ECG Umbria srls e presentata in Regione e in Comune (Orvieto) è costituita da tre lotti di terreno, rispettivamente in zona San Faustino, San Bartolomeo e Colonnetta. Il progetto si ascrive nel più grande Piano Nazionale Energia Clima, che prevede entro il 2030 la triplicazione di energia rinnovabile da fotovoltaico e la duplicazione di quella prodotta con eolico su scala nazionale.
La nostra contrarietà, non è relativa alla produzione di energia green, ma sul luogo dove questo impianto dovrebbe sorgere, ovvero nel contesto paesaggistico del Peglia, Area Mab Unesco e territorio STINA – Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico Ambientale.  “Come ho già dichiarato con la mia interrogazione rivolta al sindaco in sede di question time durante l’ultimo consiglio comunale del 12 febbraio – afferma il capogruppo della Lega, al consiglio comunale di Orvieto, Andrea Sacripanti –  esprimo la mia più totale contrarietà all’ennesimo progetto che rischia di deturpare il nostro pregiato territorio. La tutela e la valorizzazione dell’ambiente, non solo si pongono come dovere morale per chi amministra, ma possono e devono rappresentare un’opportunità di rilancio per la quasi totalità dei principali comparti economici e produttivi della nostra realtà. Per questi motivi vigileremo e porremo in essere tutto quanto sarà nelle nostre possibilità affinché non trovi attuazione un progetto che, sottraendo decine e decine di ettari all’agricoltura e all’economia rurale, risulta fortemente lesivo degli interessi della nostra comunità”

Gli fa sponda il consigliere comunale di San Venanzo Riccardo Nucci (Lega) che, nonostante il progetto non riguardi specificatamente il territorio del suo comune, nota sicuramente ricadute negative anche per San Venanzo. “La vocazione turistica del Monte Peglia – sottolinea Nucci –  è incompatibile con progetti di questo tipo, in più la Regione Umbria ha da poco finanziato un progetto “Le vie del Peglia” volto a valorizzare un territorio dal potenziale turistico enorme e ancora non completamente espresso, in questa ottica qualsiasi altro tipo di iniziativa antitetica ai progetti in essere, non può trovare spazio nell’orvietano. Non è la classica sindrome NIMBY ma una valutazione oggettiva sulle ricadute negative dell’iniziativa”.

Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore della Lega Comprensorio Orvietano,  Davide Melone. ”Come referente della Lega del comprensorio orvietano – conclude Melone – sarà sempre mio compito vigilare sulla salvaguardia del nostro territorio. Lo sviluppo economico e sociale dell’orvietano deve passare necessariamente per il rispetto delle bellezze paesaggistiche che insistono nei nostri territori. Non siamo per i no a priori a questo tipo di impianti, ma la riflessione deve aprirsi sul come mai si scelga una zona a forte vocazione turistica come quella al confine con il Mab Unesco e il parco STINA”.




Franco Raimondo Barbabella, “Per fare un po’ di chiarezza e alzare gli occhi dall’ombelico”

La complessa, lunga, difficile, drammatica, crisi in atto cambia tutti i riferimenti fondamentali e costringe le classi dirigenti a riorientarsi in modo rapido e radicale. Chi non lo fa è fuori. A Orvieto non lo si sta facendo. Questo il primo dato, e a conferma tre fatti.

Il primo è la mancanza di un qualsiasi cenno di riflessione e di elaborazione progettuale da parte della giunta e della maggioranza che governa la città. Vecchi e nuovi problemi stanno lì.  Il secondo è l’assenza di ogni tentativo di mettere insieme con visione e capacità progettuale le forze e le risorse territoriali. Qualche sindaco lo dice, altri lo fanno intendere ma non si capisce perché tacciono e non rispondono nemmeno agli appelli. Comunque nessun tentativo di agganciare il PNRR tramite Regione. Semplicemente assenti. Nel frattempo con accadimenti che parlano da soli il territorio va come in allegra indifferenza verso l’emarginazione.  Il terzo è che nel bel mezzo di questa situazione il vicesindaco dà le dimissioni senza renderne note le ragioni. Come se si trattasse di questione privata. La sindaco se ne esce con una dichiarazione laconica come fosse una delle tante che ci vengono comunicate tutti i giorni.

E qui c’è il secondo dato, questo invece senz’altro rilevante. La sindaca ha dichiarato che la decisione del vicesindaco “è stata condivisa con il suo partito di riferimento” e che nei prossimi giorni avrà “un colloquio con i vertici regionali del partito per affrontare insieme la questione”. Io non voglio fare le pulci alla sindaca, ma i significati politici e pratici non si possono ignorare.  Il sindaco è figura istituzionale e rappresenta tutti i cittadini, anche me. Per questo esercita le sue funzioni in piena indipendenza di giudizio e nella scelta della squadra di governo non dipende da nessuno. Le nomine le fa lei, sceglie a suo giudizio e si sottopone poi al giudizio dei cittadini. Le dichiarazioni della sindaca non sono perciò un errore di comunicazione. Non sono nemmeno un atto che dimostra mancanza di senso di opportunità. Sono un’uscita dal senso della funzione istituzionale.  Emerge quello che si è temuto fin dall’inizio, che la cura dei problemi della città e del territorio è in subordine alla cura dei rapporti politici, agli equilibri e all’esercizio del potere. Peraltro in dipendenza del più forte. Le dimissioni del vicesindaco, date all’improvviso, senza spiegazioni delle ragioni e con rinvio solo agli equilibri, spiegano la logica con cui si amministra.

CoviciX Orvieto lo scorso 8 febbraio fa ha fatto un appello ai sindaci dell’area orvietana, e in primo luogo al sindaco di Orvieto, perché si uniscano in uno sforzo comune per far uscire il nostro territorio dal torpore attuale con un forte rilancio progettuale coerente con la fase di ricostruzione nazionale che caratterizzerà il periodo prossimo e un non breve tempo a venire. Abbiamo fatto delle proposte. Non abbiamo ricevuto risposta.  Le minoranze, pochi giorni fa, hanno rilevato i danni che derivano da questo modo di interpretare la funzione amministrativa nella nostra città ed hanno fatto ancora proposte. La sindaca ha l’occasione di indicare un cambiamento di rotta. Accetti di confrontarsi per affrontare in spirito collaborativo i tanti problemi.

Si vada poi in Consiglio per gettare le basi di una reazione unanime della città. Una situazione straordinaria richiede decisioni straordinarie. Richiede lucidità e coraggio. L’età del politichese e degli equilibri politici a prescindere, con il governo dei problemi della città in subordine, è finita.

23 febbraio 2021

Franco Raimondo Barbabella

Consigliere comunale

Esecutivo regionale CiviciX