Due ragazzi deferiti dai Carabinieri alla Procura e due al Tribunale dei Minori di Perugia per detenzione e spaccio di hashish

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Comando Compagnia Carabinieri di Orvieto, a conclusione di una prima tranche di un’attività d’indagine scaturita dal sequestro amministrativo di 1,5 grammi circa di hashish a carico di due giovani del luogo, avvenuto circa a metà dello scorso anno, hanno deferito in stato di libertà alle competenti Procure della Repubblica, di Terni e per i Minori di Perugia, quattro persone (un giovane orvietano di 22 anni, già noto alle forze dell’ordine, un suo coetaneo gambiano in Italia senza fissa dimora, anch’egli già noto alle forze dell’ordine, e due minori orvietani – una ragazza ed un ragazzo – entrambi diciassettenni ed incensurati), tutte responsabili del reato di “spaccio di sostanze stupefacenti”.  Nei confronti del gruppo sono stati ricostruiti una serie di episodi di cessione di sostanze stupefacenti a giovani orvietani, cessioni avvenute tra i mesi di giugno e dicembre del 2020.

Nel corso dell’intera attività d’indagine sono stati effettuati ulteriori sequestri di minime quantità di hashish a supporto dell’attività investigativa, che ha evidenziato una certa diffusione, nell’orvietano, del fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti cosiddette “leggere”, che può e deve suonare come un campanello d’allarme per la (a volte) giovanissima età dei consumatori. In tale ottica appare sempre più importante affrontare in maniera sinergica il problema, non solamente su un piano squisitamente repressivo, ma anche preventivo.




Gli studenti del Liceo Majorana alla XIX edizione di “I giovani ricordano la Shoah”

Il lavoro degli studenti dell’IISST Liceo Scientifico Majorana di Orvieto è stato scelto dall’Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria per partecipare alla fase nazionale dell’XIX edizione del concorso “I giovani ricordano la Shoah”, indetto dal MIUR.  L’edizione  di quest’anno aveva come traccia  il ritorno alla vita dopo la Liberazione alla fine della II Guerra Mondiale, ritorno non facile per chi era stato costretto alla clandestinità per salvare la propria vita, era sopravvissuto alle persecuzioni nazi-fasciste, ai campi di sterminio, alla deportazione politica e militare e alle stragi.

L’opera è il frutto di un laboratorio interclasse che ha coinvolto sedici studenti delle classi terze del Liceo Scientifico. L’attività si è svolta on line sulla piattaforma Classroom e su Meet con cadenza settimanale ed è stato un reale laboratorio interdisciplinare che ha coinvolto, oltre alle insegnanti di lettere, anche le insegnanti di storia e filosofia e d’inglese.

Il lavoro è partito dalla fase di documentazione attraverso la lettura di testi storiografici e di testimonianza come La strada di casa di Elisa Guida, Meglio non sapere di Titti Marrone, Sopravvissuta ad Auschwitz di Liliana Segre e Emanuela Zuccalà, Testimoninza. Memoria della Shoah a Yad Vashem, Il giorno di Elie Wiesel. Dopo una analisi collettiva dei testi, si è discusso del tema che poteva costituire un raccordo fra tutte le letture e gli studenti hanno proposto il tema “Da Auschwitz non si torna”, riprendendo le parole di Piero Terracina, parole che hanno dato anche il titolo all’opera e che vogliono sottolineare come chi ha fatto esperienza del lager ne porti il peso come doloroso ricordo e come dovere di testimonianza.  Si è soprattutto riflettuto su come la liberazione dai campi non abbia significato un immediato ritorno alla normalità e alla propria casa, ma come ritorno fisico e psicologico sia stato a volte lungo e doloroso. Ispirandosi alle testimonianze lette, gli studenti hanno creato dei racconti originali che hanno poi deciso di raccogliere in un Podcast, una forma di comunicazione che ha acquisito un grande spazio nella comunicazione mediatica negli ultimi anni e che gli studenti hanno ritenuto particolarmente efficace perché permette di concentrarsi sul testo e il suo profondo significato e suggestione, senza l’interferenza di immagini.

La registrazione degli audio è stato un lavoro collettivo a cui hanno partecipato insegnanti, familiari, ed amici. Ne è venuto fuori un podcast che tocca le corde dell’emozione e allo stesso tempo lo conduce dentro le vite dei sopravvissuti ai lager che attraverso un percorso piuttosto difficile hanno raggiunto una progressiva consapevolezza del valore della propria esistenza come riscatto delle vite di chi non è sopravvissuto e della necessità della testimonianza e della memoria.

All’IISST si continuerà a ricordare la Shoah anche il 27 gennaio, Giorno della Memoria. In questa occasione saranno le classi quinte a partecipare alla video-conferenza di presentazione del libro A volte sogniamo di essere libere, la cui edizione italiana è stata curata da Ambra Laurenzi che ne parlerà con gli studenti insieme ad Aldo Pavia, vicepresidente nazionale dell’ANED.




“Orvieto Sporte”

“Orvieto Sporte” di Giuseppe San Giorgio

Mi manca, quello stare insieme, comunicare per gettare il seme, rapporti senza filtri, senza malizia, giocare, correre, in amicizia. Come fratelli di uno sforzo atletico, senza se, senza ma, niente dubbio amletico! Che tempra fisico e tempra la mente, si cresce e si è più cosciente, e manca, in modo angoscioso, manca quell’ essere gioioso, mancano quei ragazzini allegri e indolenti, quelle sedie che sembrano bollenti che non riesci a tenerceli sopra, attendono un riconoscimento, non c’è voce che quel brusio copra, e ogni premio è sentimento. Ogni motivazione è un emozione forte, manca quel premio, Orvieto Sporte…

Mancano i premi quelli sicuri, mica roba posticcia… La Sora Pedetti e Romolo Pelliccia. Quelle targhe messe in fila, fiori, coppe, quelle squadre forti ma sempre co le toppe, quelle che ogni anno è correre a perdifiato, con i soldi, che non arrivi, sempre pochi, che vorresti far fare a tutti un campionato, che se finisci, magari vinci e allora fuochi!! Ecco i premi sono loro, sudati, vinti, di tutti quei ragazzi belli, forti, convinti, gli occhi lucidi, i sentimenti, i cuori stretti, abbracci forti, complimenti schietti, e manca Fabio, come mancava Giulio, come Corrado, come Quinto, come Paolo Rossi… Come mancano tanti… troppi! Come manca sto premio, la passione, la fretta, l’angoscia, la pressione, di non arrivare, di scordare, di lasciare… Ma è tutto, sempre, indimenticabile, è troppo forte…
Me manca Orvieto Sporte!!!

(Tutta la redazione ringrazia Giuseppe per il suo grande cuore che in ogni momento ci è stato sempre vicino e che tornerà sicuramente a farlo appena lo sport orvietano tornerà in campo, eh si manca tanto anche a noi!”




Carlo Orsini, presidente della SII, “futuro e progetti per il 2021”

“La mission della società è quella di ripensare quale migliore servizio idrico integrato possiamo offrire alla nostra comunità. Servizi ed investimenti pagati da una tariffa equa. Continua e rigorosa attenzione alla gestione economica e finanziaria della società. Stabile e fattiva interlocuzione con i soci e con i territori. Attenzione all’ambiente. Educazione civica sul valore dell’acqua”. Sono questi i punti cardine per il futuro della Società Sii Terni raccontati dal presidente Carlo Orsini, che fa un bilancio del 2020, anno in cui si è insediato e parla dei progetti per il 2021.

BILANCIO 2020 – “Il consiglio d’amministrazione da me presieduto – spiega Orsini –  si è insediato il 3 luglio 2020 e si è trovato subito da subito a dover affrontare la delicata questione relativa ai rapporti economici tra la società Sii ed i soci (Comuni della provincia, Asm, Aman Umbriadue), chiamati a contribuire, come da statuto societario, alla mitigazione della crisi finanziaria della società stessa. La situazione di crisi si è creata negli anni in quanto alla Sii si chiedeva di realizzare gli investimenti stabiliti dall’autorità provinciale composta da tutti i comuni, senza però adeguare le tariffe con le quali pagare gli investimenti. Questo sistema ha portato la Sii ad avere un credito che negli anni è stato pagato solo in parte. Oggi, finalmente, grazie ad un complesso percorso di razionalizzazione societaria, nonché a seguito dell’approvazione della nuova manovra tariffaria, dell’approvazione delle modifiche statutarie, l’attivazione di nuove linee di credito e la definizione dei rapporti economici con i Comuni, la società Sii ha riacquistato la sua stabilità finanziaria. E non solo. E’ stata restituita – continua il presidente –  serenità e dignità a tutta la struttura della società di cui ho già potuto apprezzare professionalità ed impegno dei dipendenti che, a causa della pandemia, lavorano al 100 per cento in smart working. Un ringraziamento sentito ai colleghi del cda che con dedizione e spirito di servizio si sono spesi tutti per il superamento delle criticità riscontrate”.

CONSOLIDAMENTO SOCIETARIO DI SII IN ACEA – Ed il 2020 è stato anche l’anno del consolidamento di Sii in Acea. “Il rafforzamento della partecipazione di Acea nella Sii per il tramite del socio Umbriadue – afferma Orsini –  porterà indubbiamente grandi vantaggi. Acea è società leader nel mondo per quanto riguarda il settore idrico e pertanto metterà a disposizione della Sii il proprio know how su personale, gestione, investimenti, manutenzioni. Mi preme ribadire che non si tratta di privatizzazione dell’acqua, come sento demagogicamente ed infondatamente ripetere da alcuni detrattori. L’acqua è e rimarrà pubblica, così come è e rimane pubblico il controllo sulla gestione del servizio idrico, spettando all’Auri la determinazione della tariffa e la redazione del piano degli investimenti. Il Sii ha il compito di gestire l’intero servizio nella massima trasparenza ed efficienza. Su tali aspetti ho sinceramente trovato un percorso già avviato dall’amministratrice delegata Tiziana Buonfiglio, a cui va il mio personale ringraziamento, che per l’appunto ha ritenuto opportuno rendere il più comprensibile possibile l’attività svolta alla società, attraverso la pubblicazione di atti e documenti relativi agli appalti, alle consulenze, alle delibere, sensibilizzando tutti i collaboratori ad un atteggiamento di chiarezza e di evidenza del lavoro svolto”.

INVESTIMENTI 2020 E PROGETTI 2021 – Molti sono stati gli investimenti fatti nel 2020 e tanti saranno quelli per il 2021, anno di grandi progetti.  “La Società Sii – spiega il presidente –  realizza investimenti di continuo. Circa 14 milioni per il 2020 ed altrettanti per il 2021. Si tratta di interventi distribuiti sul territorio provinciale ed eseguiti in base alle priorità stabilite dal piano investimenti. Sicuramente servirebbero più investimenti ma ciò determinerebbe un aumento della tariffa. Per questo stiamo sempre alla ricerca di finanziamenti pubblici al fine di realizzare quanto necessario senza gravare ulteriormente sugli utenti. Ci sono ottime possibilità di rientrare nel Recovery Plan. E’ in programma la realizzazione di un impianto di essicamento dei fanghi, che consentirà la riduzione di circa l’80 per cento dei fanghi da conferire in discarica con un saldo positivo ambientale ed economico di grande rilievo.  Un cenno sulla più grande opera da ultimo realizzata: l’acquedotto denominato Scheggino – Pentima. Venticinque chilometri di acquedotto che per almeno i prossimi 100 anni fornirà la città di Terni di ottima acqua. Un’opera del valore di 18 milioni di euro di finanziamenti europei e realizzata in tempi record (3 anni e mezzo) per non perdere il finanziamento pubblico.  Sono molti, poi – continua Orsini –  i progetti per il 2021 e per gli anni a seguire. Innanzitutto rilanciare l’immagine della società Sii attraverso una adeguata attività di comunicazione anche al fine di riallacciare quel giusto rapporto di fiducia e di collaborazione con l’utenza, comunicando quanto di importante la società svolge in termini di servizio, di investimenti, di tutela ambientale. Una società sempre più trasparente che spieghi più specificatamente, ad esempio, cosa si paga con la tariffa, (consumi, oneri di depurazione, per salvaguardia ambientale, dissesti). Il 2021 è anche l’anno del primo bilancio di sostenibilità della società”.

Ed il 2021 rappresenta anche una data importante per la società Sii che compie 20 anni.

“Sicuramente – conclude Orsini –  sarà l’occasione per fare un bilancio di quanto realizzato, sia in termini di investimenti, manutenzioni e servizi. Poi, covid permettendo, si potrà immaginare un evento. Per ora, posso anticipare che la nuova veste della società si tramuterà anche nella realizzazione del nuovo logo che verrà presentato a breve”




Quattro ragazzi giocano pericolosamente sul muro dell’Albornoz e i carabinieri li multano per violazione delle norma anti-covid

Domenica 24 gennaio verso le 17 un cittadino ha chiamato il 112 per segnalare che una persona vestita di scuro stava affacciato in maniera pericolosa sul muro della fortezza Albornoz di Orvieto.  Chi ha chiamato ha potuto notare la scena da Orvieto Scalo.  Secondo quanto riferito dal testimone la persona vestita da scuro è stata avvicinata da un altra persona che in un primo tempo lo ha convinto a scendere me poi ci è tornato camminandoci sopra. Ad un certo punto la persona è scomparsa velocemente dalla visuale.  I carabinieri, temendo il peggio, si sono subito recati sul posto allertando anche Vigili del Fuoco e 118. Per fortuna nessun dramma.  I carabinieri, nel corso dei controlli hanno visto 4 ragazzi a cui hanno chiesto informazioni sull’accaduto.  Uno dei ragazzi, vestito di scuro, ha ammesso di essere stato lui a rendersi protagonista della bravata.  A quel punto i militari hanno redatto i verbali di contestazione per violazione delle norme di contrasto al covid dopo aver redarguito i quattro per il comportamento sconsiderato e pericoloso.




Il fiume Paglia in piena. Chiuso il ponte pedonale dei laghetti di Ciconia e a Sugano le strade Ulivella e Tione

In seguito alle forti piogge della giornata del 24 gennaio e al conseguente innalzamento del livello del fiume Paglia è stato chiuso in via precauzionale il passaggio pedonale di accesso alla zona dei laghetti di Orvieto scalo-Ciconia.

Il fiume Paglia dopo aver raggiunto l’altezza di 5 metri, secondo livello di allerta arancione, sta rientrando progressivamente sotto una maggiore soglia di sicurezza.  A Sugano il maltempo ha causato una frana lungo la strada comunale dell’Ulivella che è stata chiusa al traffico in attesa di poter intervenire per rimuovere fango e detriti.

Sempre a Sugano chiusa anche la strada del Tione nella zona in prossimità della fonte dove si è verificata la caduta di una pianta che ostruisce la carreggiata.  Altri piccoli movimenti franosi e soprattutto allagamenti di alcuni tratti di strade sono presenti in varie zone del Comune.  L’evolversi della situazione metereologica è costantemente monitorata dalla Protezione Civile Orvieto.




Ritrovato ad Alviano dai Vigili del Fuoco il corpo dell’uomo che si è gettato nel Tevere dal ponte di Baschi

Durante le prime ore della mattina del 24 gennaio i Vigili del Fuoco di orvieto sono stati avvertiti di un possibile uomo che si è gettato dal ponte sul fiume Tevere vicino alla stazione di baschi.  Sono scattate immediatamente le ricerche con l’arrivo sul posto anche della squadra fluviale sempre dei vigili del fuoco da Terni.  La pioggia forte e il fiume in piena hanno reso le ricerche lunghe, difficili e pericolose .  Nel primo pomeriggio un corpo è stato individuato nei pressi della diga di Alviano trasportato lì, molto probabilmente, dalla forte corrente del Tevere in piena.  Fino al riconoscimento ufficiale, però, non si potrà avere la certezza che si tratti della stessa persona che si è gettata dal ponte di Baschi.




Il CRU alla Presidente Tesei: “Fate allenare i nostri giovani!”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ datata 22 gennaio 2021 la lettera che il Presidente del C.R.U. Luigi Repace ha inviato alla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con la quale il massimo esponente del calcio regionale vuole sensibilizzare circa l’inopportunità di vietare ancora gli allenamenti dei giovani calcatori Under 18, anche in forma individuale.
Il divieto, già contenuto nell’Ordinanza Regionale n. 69 del 30 ottobre 2020, viene ribadito nell’ultima, in ordine cronologico, emanata ieri, dove l’art. 3 estende la validità del divieto fino al 13 febbraio 2021.
Certamente condivisibili le motivazioni addotte, soprattutto con riferimento al fatto che le nostre società sportive, che si occupano della formazione calcistica degli atleti, stanno perdendo pezzi a favore di altri sport, non soggetti a tali limitazioni.
In pratica – sostiene Repace – i giovani aspiranti calciatori dilettanti, non potendo praticare il calcio, emigrano verso altri sport che invece sono consentiti.
Da chi sono consentiti? E in che modo?
Per rispondere a queste domande – argomento peraltro già in parte approfondito in un nostro precedente articolo – dobbiamo fare un passo indietro al 24 ottobre scorso, quando il DPCM di allora ha sospeso tutte le competizioni sportive, salvando solo quelle “di interesse nazionale”. Il tutto poi ribadito nel DPCM del 3 novembre 2020. In  pratica, secondo l’art. 1, comma 9, lettera D del citato DPCM, sono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva.” 
Sono quindi il CONI, il CIP e le diverse federazioni sportive che stabiliscono a quali gare può essere riconosciuta questa rilevanza nazionale. Il DPCM del 3 dicembre 2020 aggiunge infine l’aggettivo “preminente” alle competizioni di interesse nazionale. Ebbene, alcune federazioni – per esempio la FIPAV, a cui di recente si è aggiunta anche la FIP – hanno incluso nelle competizioni di interesse nazionale praticamente tutti i campionati indetti dalla stessa federazione, con pochissime eccezioni. Il CONI, dal canto suo, ha avallato queste scelte (qui sono riportati gli eventi classificati dal CONI di preminente interesse nazionale). E questo è il motivo per cui, nonostante l’Ordinanza Regionale restrittiva, alcune discipline sportive hanno potuto proseguire la loro attività, nel rispetto dei protocolli di sicurezza.
Frugando nel link al sito istituzionale del CONI, troviamo quali sono per la FIGC, e quindi per il CONI, le Competizioni Agonistiche Nazionali dei Dilettanti. Non c’è traccia dei campionati giovanili, nemmeno quelli agonistici Under 15, 17 o 19 e nemmeno per quelli disputati nella massima categoria regionale A1, traccia che invece si ritrova nei comunicati (sempre a titolo esemplificativo e non esaustivo) di FIPAV e FIP.
Qualche autorevole commentatore aveva ravvisato il preminente interesse nazionale in tutti quei campionati suscettibili di terminare, potenzialmente, con una finale nazionale. E, con questa accezione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio potrebbe ammettere almeno l’attività di quelle società sportive dilettantistiche che hanno squadre che militano in A1. Se non l’ha fatto, ci sarà sicuramente un motivo, anche se a noi sconosciuto. Diverse devono essere state le motivazioni che, al contrario, hanno fatto ritenere a FIPAV e FIP che anche un campionato regionale Under 13 – e non solo – avesse preminente interesse nazionale.
Noi, nel nostro piccolo, abbiamo già avuto modo di affermare, in assoluto accordo con il Presidente Repace, che lo sport ha, in tutto il suo complesso, rilevanza nazionale. Innanzi tutto, già da molto tempo, il diritto allo sport, sia pure inteso come diritto di seconda generazione – cioè non contemplato dalle fonti giuridiche tradizionali – è stato sancito anche da organismi sovranazionali autorevoli, quali le Nazioni Unite, che hanno riconosciuto lo sport quale elemento fondamentale per il sano sviluppo psico-fisico di ciascun individuo. Lo Stato Italiano certifica questa visione, nel momento in cui contempla, tra le massime istituzioni governative, il Ministero dello Sport. Inoltre, un bambino sportivo in più oggi sarà un adulto malato in meno domani, il cui benessere psico-fisico gli consentirà di condurre una vita più serena e di evitare alcune patologie, non gravando in questo modo sul Servizio Sanitario Nazionale, i cui evidenti limiti, in questo sciagurato momento storico, sono sotto gli occhi di tutti.
Del resto, la Presidente della Regione Umbria, su espressa richiesta della FIPAV Umbria, ha già avuto modo di precisare che non c’è alcuna limitazione allo svolgimento dell’attività sportiva per gli atleti che partecipano a campionati di interesse nazionale.
In conclusione, è bene, come fatto dal Presidente del CRU, sensibilizzare il governo regionale sul tema; altrettanto importante, a giudizio di chi scrive, sarebbe un intervento diretto al Presidente della FIGC Gabriele Gravina, il quale, analogamente a quanto fatto dai vertici di altre federazioni, potrebbe includere diversi campionati, quantomeno quelli agonistici – giovanili e non – fra gli eventi di preminente interesse nazionale, la cui attività andrebbe condotta comunque entro il perimetro stretto dei protocolli di sicurezza, peraltro già esistenti e a suo tempo autorizzati.
 
 
                      E’ datata 22 gennaio 2021 la lettera che il Presidente del C.R.U. Luigi Repace ha inviato alla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con la quale il massimo esponente del calcio regionale vuole sensibilizzare circa l’inopportunità di vietare ancora gli allenamenti dei giovani calcatori Under 18, anche in forma individuale. Il divieto, già contenuto nell’Ordinanza Regionale n. 69 del 30 ottobre 2020, viene ribadito nell’ultima, in ordine cronologico, emanata ieri, dove l’art. 3 estende la validità del divieto fino al 13 febbraio 2021. Certamente condivisibili le motivazioni addotte, soprattutto con riferimento al fatto che le nostre società sportive, che si occupano della formazione calcistica degli atleti, stanno perdendo pezzi a favore di altri sport, non soggetti a tali limitazioni. In pratica – sostiene Repace – i giovani aspiranti calciatori dilettanti, non potendo praticare il calcio, emigrano verso altri sport che invece sono consentiti. Da chi sono consentiti? E in che modo? Per rispondere a queste domande – argomento peraltro già in parte approfondito in un nostro precedente articolo – dobbiamo fare un passo indietro al 24 ottobre scorso, quando il DPCM di allora ha sospeso tutte le competizioni sportive, salvando solo quelle “di interesse nazionale”. Il tutto poi ribadito nel DPCM del 3 novembre 2020. In  pratica, secondo l’art. 1, comma 9, lettera D del citato DPCM, sono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva.”  Sono quindi il CONI, il CIP e le diverse federazioni sportive che stabiliscono a quali gare può essere riconosciuta questa rilevanza nazionale. Il DPCM del 3 dicembre 2020 aggiunge infine l’aggettivo “preminente” alle competizioni di interesse nazionale. Ebbene, alcune federazioni – per esempio la FIPAV, a cui di recente si è aggiunta anche la FIP – hanno incluso nelle competizioni di interesse nazionale praticamente tutti i campionati indetti dalla stessa federazione, con pochissime eccezioni. Il CONI, dal canto suo, ha avallato queste scelte (qui sono riportati gli eventi classificati dal CONI di preminente interesse nazionale). E questo è il motivo per cui, nonostante l’Ordinanza Regionale restrittiva, alcune discipline sportive hanno potuto proseguire la loro attività, nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Frugando nel link al sito istituzionale del CONI, troviamo quali sono per la FIGC, e quindi per il CONI, le Competizioni Agonistiche Nazionali dei Dilettanti. Non c’è traccia dei campionati giovanili, nemmeno quelli agonistici Under 15, 17 o 19 e nemmeno per quelli disputati nella massima categoria regionale A1, traccia che invece si ritrova nei comunicati (sempre a titolo esemplificativo e non esaustivo) di FIPAV e FIP. Qualche autorevole commentatore aveva ravvisato il preminente interesse nazionale in tutti quei campionati suscettibili di terminare, potenzialmente, con una finale nazionale. E, con questa accezione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio potrebbe ammettere almeno l’attività di quelle società sportive dilettantistiche che hanno squadre che militano in A1. Se non l’ha fatto, ci sarà sicuramente un motivo, anche se a noi sconosciuto. Diverse devono essere state le motivazioni che, al contrario, hanno fatto ritenere a FIPAV e FIP che anche un campionato regionale Under 13 – e non solo – avesse preminente interesse nazionale. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo già avuto modo di affermare, in assoluto accordo con il Presidente Repace, che lo sport ha, in tutto il suo complesso, rilevanza nazionale. Innanzi tutto, già da molto tempo, il diritto allo sport, sia pure inteso come diritto di seconda generazione – cioè non contemplato dalle fonti giuridiche tradizionali – è stato sancito anche da organismi sovranazionali autorevoli, quali le Nazioni Unite, che hanno riconosciuto lo sport quale elemento fondamentale per il sano sviluppo psico-fisico di ciascun individuo. Lo Stato Italiano certifica questa visione, nel momento in cui contempla, tra le massime istituzioni governative, il Ministero dello Sport. Inoltre, un bambino sportivo in più oggi sarà un adulto malato in meno domani, il cui benessere psico-fisico gli consentirà di condurre una vita più serena e di evitare alcune patologie, non gravando in questo modo sul Servizio Sanitario Nazionale, i cui evidenti limiti, in questo sciagurato momento storico, sono sotto gli occhi di tutti. Del resto, la Presidente della Regione Umbria, su espressa richiesta della FIPAV Umbria, ha già avuto modo di precisare che non c’è alcuna limitazione allo svolgimento dell’attività sportiva per gli atleti che partecipano a campionati di interesse nazionale. In conclusione, è bene, come fatto dal Presidente del CRU, sensibilizzare il governo regionale sul tema; altrettanto importante, a giudizio di chi scrive, sarebbe un intervento diretto al Presidente della FIGC Gabriele Gravina, il quale, analogamente a quanto fatto dai vertici di altre federazioni, potrebbe includere diversi campionati, quantomeno quelli agonistici – giovanili e non – fra gli eventi di preminente interesse nazionale, la cui attività andrebbe condotta comunque entro il perimetro stretto dei protocolli di sicurezza, peraltro già esistenti e a suo tempo autorizzati.    
Leggi tutto su: OrvietoSport
Il CRU alla Presidente Tesei: “Fate allenare i nostri giovani!”





Alcuni genitori, docenti e studenti scrivono alla Regione per aprire un tavolo che assicuri sempre scuole aperte

Un gruppo di genitori, docenti e studenti scrive alla presidente Tesei e agli assessori regionali per chiedere che dopo la riapertura delle scuole si pensi a una serie di iniziative per mantenere l’intera “filiera” in sicurezza e assicurare così la didattica in presenza

 

A scriverle sono alcuni, tra genitori e/o docenti, di coloro che le hanno inviato n. 5 Istanze per richiedere la riapertura delle scuole superiori di primo grado, firmate nel complesso da 615 tra genitori, docenti, studenti maggiorenni e altre persone residenti in Umbria intenzionate a perorare la causa, tra i quali anche alcuni genitori, con figli alle scuole medie inferiori, che hanno presentato ricorso al Tar dell’Umbria per la riapertura di tutte le classi delle stesse.  Abbiamo accolto la possibilità da parte del Governo di riapertura delle Scuole Superiori di Secondo Grado in maniera positiva e confidiamo nella data del 25 gennaio per la loro riapertura anche nel nostro territorio.

Da genitori e/o docenti osserviamo tutti i giorni le difficoltà che i nostri ragazzi affrontano in questa situazione di confinamento sociale, non solo a livello didattico, ma soprattutto a livello psicologico e cognitivo.  Si stanno alzando in questo senso molte autorevoli voci: da Miozzo, all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, a pedagogisti come Daniele Novara.  Lo stesso ordine degli psicologi ha sollevato più volte durante questo periodo le problematiche alle quali potrebbero essere sottoposti i nostri ragazzi. Non meno di pochi giorni fa la cronaca locale ci ha dato notizia della perdita di un’adolescente: ecco, siamo qui, per far sì che questo non si ripeta e per tutelare la salute a 360 gradi dei nostri ragazzi, non solo quella fisica ma anche quella mentale.

L’OMS stessa definisce il concetto di salute non solo dal punto di vista fisico, che non è comunque da sottovalutare in mancanza della possibilità per i nostri ragazzi di poter svolgere anche attività sportiva organizzata, ma anche dal punto di vista dell’integrità psicologica e mentale, aspetti entrambe strettamente connessi con la necessità di impostare e mantenere sane relazioni sociali.  Interpretare “l’andare a Scuola” esclusivamente come luogo di raccolta delle conoscenze svilisce questa Istituzione e la priva dell’alto compito che dovrebbe svolgere collaborando con le famiglie e le altre istituzioni: formare cittadini dotati di senso civico, responsabilità e degli strumenti necessari a sviluppare la capacità di intessere e mantenere sane relazioni e una attiva partecipazione sociale.  Siamo convinti che per tutte queste ragioni, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, già forniti dai Ministeri competenti e attuati dalle Istituzioni scolastiche, si sia aspettato troppo e sia ormai non ulteriormente procrastinabile la riapertura della Scuola in presenza.

Tuttavia siamo consapevoli di tutte le problematicità che la Scuola in presenza può mettere in evidenza all’esterno di essa, criticità che il più delle volte non si adducono alla Scuola stessa, bensì ad altre ragioni ormai palesate, che peraltro erano già emerse ben prima del manifestarsi dell’epidemia.  In qualità di genitori e/o docenti responsabili, nonché membri della “comunità educativa”, siamo comunque pronti, per quanto possibile, a fare la nostra parte per contribuire al superamento di dette criticità.  Dopo la riapertura imminente delle Scuole secondarie superiori, auspichiamo di poter collaborare ai tavoli allestiti tra i vari ambiti insieme a Regione, Province, Comuni, Ufficio Scolastico Regionale ed altri soggetti, per poter lavorare in sinergia al fine di poter mantenere la Scuola aperta in condizioni di sicurezza anche dal lato dei trasporti e della sanità con particolare riguardo al sistema dei tracciamenti.  Al contempo ci auguriamo che anche i Sindacati che rappresentano le categorie di lavoratori nella scuola (docenti e personale A.T.A.), svolgano un ruolo di propulsori e non di ostacolo al mantenimento della Scuola in presenza al fine di evitare spiacevoli “strumentalizzazioni” dei nostri ragazzi.

Questi i temi che siamo disposti ad affrontare con voi:

TRASPORTI:

  • avviare un’indagine rivolta a tutte le famiglie con figli che frequentano le scuole per conoscere LE REALI ESIGENZE DI SPOSTAMENTO CON I MEZZI PUBBLICI PER MOTIVI SCOLASTICI in tutto il territorio umbro; invitiamo ad attivarsi a tal fine in particolare le figure dei MOBILITY MANAGERS SCOLASTICI individuati in base alla Legge n. 221 del 28 dicembre 2015, nello specifico del comma 6 dell’articolo 5, nell’ambito delle “disposizioni per incentivare la mobilità sostenibile”, secondo quanto indicato dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca per favorirne l’istituzione, in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia amministrativa ed organizzativa;
  • spostare le corse “semi-vuote” nei momenti di maggior afflusso, attivando quindi corse multiple nelle fasce orarie e sulle direttrici di maggior necessità;
  • attivazione di modalità digitali di acquisto del biglietto e/o prenotazione della corsa, in modo da prevedere il carico degli autobus;
  • vietare l’acquisto dei biglietti sul mezzo;
  • affittare bus ad uso turistico o con Ncc, che al momento si trovano fermi, a causa della mancanza di turismo;
  • stipulare convenzioni con taxi per il trasporto di studenti non coperti da adeguato servizio pubblico;
  • impiegare le figure degli Steward per il controllo in salita e discesa dai mezzi alle fermate dove possono verificarsi assembramenti;
  • stilare eventuali patti di corresponsabilità con i genitori/tutori dei ragazzi che si vogliano far carico di accompagnare i figli con il proprio mezzo evitando l’impiego di mezzi pubblici.

SCUOLA

  • garantire il massimo rispetto delle regole di sicurezza all’interno delle scuole con il coinvolgimento diretto di figure appositamente individuate all’interno di ogni istituto scolastico;
  • incaricare le forze dell’ordine all’ingresso e all’uscita delle scuole per monitorare su eventuali assembramenti;
  • favorire, dove necessario, lo sviluppo di investimenti finalizzati al miglioramento e all’integrazione dell’edilizia scolastica pubblica;
  • favorire il percorso di riduzione graduale del numero di studenti per classe (classi pollaio);
  • favorire il necessario e conseguente processo di assunzione di nuovo personale docente ed

A.T.A.

  • favorire il miglioramento ed il mantenimento di norme igienico-sanitarie in particolare attraverso l’installazione di purificatori d’aria all’interno dei plessi scolastici;
  • promuovere l’educazione ad un sano regime alimentare;
  • contribuire al processo di potenziamento dell’offerta formativa relativa all’esercizio di attività sportive all’interno delle scuole.

SANITA’

  • riteniamo che l’iniziativa promossa dalla Regione attraverso le Farmacie al fine di testare su base volontaria gli studenti e il personale scolastico, sia un punto di partenza ma non basti. Riteniamo infatti opportuno che i test debbano essere eseguiti a SCUOLA (tramite apposite figure ASL) predisponendo un piano di tracciamento in ambito scolastico che miri ad osservare un campione realmente rappresentativo della popolazione scolastica, con tamponi di frequenza non mensile, ma settimanale, sulla fattispecie per esempio di quanto già predisposto dalla Regione Toscana;
  • promuovere la figura del medico scolastico che si occupi della prevenzione e del tracciamento in ambito scolastico e potenziare le figure di supporto piscologico presso gli istituti scolastici;
  • favorire l’inserimento in prima fascia per la somministrazione del vaccino, subito dopo i sanitari, dei docenti e del personale Ata.

 

Confidando nell’accoglimento delle richieste esposte e dell’offerta di collaborazione manifestata, rimaniamo in attesa che vengano prese decisioni a riguardo da parte della Regione Umbria.

Cordiali saluti.

Perugia, 21 gennaio 2021

I FIRMATARI:

  • Francesca Leone
  • Martina Leonardi



Nuova ordinanza Tesei, ritorno a scuola al 50%, ancora niente sport e nuove prescrizioni per il commercio

Da lunedì 25 gennaio il 50% degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado umbre torneranno a svolgere l’attività scolastica in presenza, per il restante 50% le lezioni si svolgeranno con la didattica a distanza. È quanto prevede l’ordinanza firmata dalla Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, nella quale si normano, anche in base al parere del Comitato Tecnico Scientifico nazionale e regionale nonché dei dati epidemiologici e nel rispetto del principio di massima precauzione a tutela del bene primario del diritto alla salute, anche altri settori oltre quello scolastico.

Queste alcune delle prescrizioni regionali contenute nell’Ordinanza odierna che si aggiungono a quelle già previste nel quadro nazionale.

Scuola. A decorrere da lunedì 25 gennaio e sino al 13 febbraio 2021 le attività didattiche delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, si svolgeranno in presenza nella misura del 50% della popolazione studentesca. Le disposizioni si applicano anche agli studenti iscritti per l’anno formativo 2020/2021 ai corsi di istruzione e formazione professionale (leFP) presso le agenzie formative e gli Istituti Professionali Statali in regime di sussidiarietà. Nello stesso periodo le attività in presenza degli organismi e soggetti privati, diversi dalle scuole paritarie e non paritarie, che svolgono corsi nelle materie presenti negli ordinamenti scolastici di competenza del Ministero della Pubblica Istruzione sono consentite in presenza per numero massimo del 50% dei partecipanti ad ogni singolo corso e nel rigoroso rispetto delle norme di prevenzione e del distanziamento interpersonale.

Associazioni

–    Vietato. Rimangono sospese fino al 13 febbraio 2021 tutte le attività realizzate in presenza in spazi aperti o in luoghi chiusi da associazioni e circoli ricreativi e culturali, centri di aggregazione sociale, università del tempo libero e della terza età. Sono vietati per il medesimo periodo i giochi da tavolo, delle carte, biliardo, bocce effettuati nei centri e circoli sportivi pubblici e privati.

–    Consentiti. È invece consentito, ai sensi all’articolo 1 comma 10 lettera c) del DPCM 14 gennaio 2021, l’accesso di bambini e ragazzi al luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative anche non formali, al chiuso o all’aria aperta con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida del Dipartimento delle Politiche della Famiglia di cui all’allegato 8 del medesimo DPCM.

Sono inoltre consentite le attività affidate e regolate da formali atti amministrativi adottati da aziende sanitarie, enti pubblici, zone sociali, fondazioni, aziende di servizi alla persona, altri soggetti pubblici, afferenti alla sfera dei servizi socio sanitari, della protezione civile, dei servizi alla persona, dei servizi scolastici-educativi.

È, infine, consentita la realizzazione di attività corsistiche in presenza, esclusivamente in forma individuale, relativamente a titolo esemplificativo e non esaustivo gli ambiti delle arti musicali, figurative, teatrali, danza, nonché le attività inerenti le lingue straniere nel rigoroso rispetto delle norme di prevenzione e del distanziamento interpersonale.

Sport. Fino al 13 febbraio sospese anche tutte le attività di gare e competizioni riconosciute di interesse regionale, provinciale o locale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, in relazione agli sport di squadra e di contatto e svolti dalle associazioni e società dilettantistiche.

È sospeso per il medesimo periodo, limitatamente agli atleti di età inferiore ai 18 anni che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche e amatoriali degli sport di squadra e di contatto, lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale. È altresì precluso per tutti l’uso delle parti comuni nonché degli spogliatoi.

Commercio. Si ricorda il rispetto delle regole di accesso, distanziamento, pulizia e igiene presenti anche nell’allegato dell’ordinanza. Per tutto il resto la Regione Umbria si conforma alle disposizioni nazionali.

Allegato con le disposizioni per il commercio