Il CRU alla Presidente Tesei: “Fate allenare i nostri giovani!”

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E’ datata 22 gennaio 2021 la lettera che il Presidente del C.R.U. Luigi Repace ha inviato alla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con la quale il massimo esponente del calcio regionale vuole sensibilizzare circa l’inopportunità di vietare ancora gli allenamenti dei giovani calcatori Under 18, anche in forma individuale.
Il divieto, già contenuto nell’Ordinanza Regionale n. 69 del 30 ottobre 2020, viene ribadito nell’ultima, in ordine cronologico, emanata ieri, dove l’art. 3 estende la validità del divieto fino al 13 febbraio 2021.
Certamente condivisibili le motivazioni addotte, soprattutto con riferimento al fatto che le nostre società sportive, che si occupano della formazione calcistica degli atleti, stanno perdendo pezzi a favore di altri sport, non soggetti a tali limitazioni.
In pratica – sostiene Repace – i giovani aspiranti calciatori dilettanti, non potendo praticare il calcio, emigrano verso altri sport che invece sono consentiti.
Da chi sono consentiti? E in che modo?
Per rispondere a queste domande – argomento peraltro già in parte approfondito in un nostro precedente articolo – dobbiamo fare un passo indietro al 24 ottobre scorso, quando il DPCM di allora ha sospeso tutte le competizioni sportive, salvando solo quelle “di interesse nazionale”. Il tutto poi ribadito nel DPCM del 3 novembre 2020. In  pratica, secondo l’art. 1, comma 9, lettera D del citato DPCM, sono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva.” 
Sono quindi il CONI, il CIP e le diverse federazioni sportive che stabiliscono a quali gare può essere riconosciuta questa rilevanza nazionale. Il DPCM del 3 dicembre 2020 aggiunge infine l’aggettivo “preminente” alle competizioni di interesse nazionale. Ebbene, alcune federazioni – per esempio la FIPAV, a cui di recente si è aggiunta anche la FIP – hanno incluso nelle competizioni di interesse nazionale praticamente tutti i campionati indetti dalla stessa federazione, con pochissime eccezioni. Il CONI, dal canto suo, ha avallato queste scelte (qui sono riportati gli eventi classificati dal CONI di preminente interesse nazionale). E questo è il motivo per cui, nonostante l’Ordinanza Regionale restrittiva, alcune discipline sportive hanno potuto proseguire la loro attività, nel rispetto dei protocolli di sicurezza.
Frugando nel link al sito istituzionale del CONI, troviamo quali sono per la FIGC, e quindi per il CONI, le Competizioni Agonistiche Nazionali dei Dilettanti. Non c’è traccia dei campionati giovanili, nemmeno quelli agonistici Under 15, 17 o 19 e nemmeno per quelli disputati nella massima categoria regionale A1, traccia che invece si ritrova nei comunicati (sempre a titolo esemplificativo e non esaustivo) di FIPAV e FIP.
Qualche autorevole commentatore aveva ravvisato il preminente interesse nazionale in tutti quei campionati suscettibili di terminare, potenzialmente, con una finale nazionale. E, con questa accezione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio potrebbe ammettere almeno l’attività di quelle società sportive dilettantistiche che hanno squadre che militano in A1. Se non l’ha fatto, ci sarà sicuramente un motivo, anche se a noi sconosciuto. Diverse devono essere state le motivazioni che, al contrario, hanno fatto ritenere a FIPAV e FIP che anche un campionato regionale Under 13 – e non solo – avesse preminente interesse nazionale.
Noi, nel nostro piccolo, abbiamo già avuto modo di affermare, in assoluto accordo con il Presidente Repace, che lo sport ha, in tutto il suo complesso, rilevanza nazionale. Innanzi tutto, già da molto tempo, il diritto allo sport, sia pure inteso come diritto di seconda generazione – cioè non contemplato dalle fonti giuridiche tradizionali – è stato sancito anche da organismi sovranazionali autorevoli, quali le Nazioni Unite, che hanno riconosciuto lo sport quale elemento fondamentale per il sano sviluppo psico-fisico di ciascun individuo. Lo Stato Italiano certifica questa visione, nel momento in cui contempla, tra le massime istituzioni governative, il Ministero dello Sport. Inoltre, un bambino sportivo in più oggi sarà un adulto malato in meno domani, il cui benessere psico-fisico gli consentirà di condurre una vita più serena e di evitare alcune patologie, non gravando in questo modo sul Servizio Sanitario Nazionale, i cui evidenti limiti, in questo sciagurato momento storico, sono sotto gli occhi di tutti.
Del resto, la Presidente della Regione Umbria, su espressa richiesta della FIPAV Umbria, ha già avuto modo di precisare che non c’è alcuna limitazione allo svolgimento dell’attività sportiva per gli atleti che partecipano a campionati di interesse nazionale.
In conclusione, è bene, come fatto dal Presidente del CRU, sensibilizzare il governo regionale sul tema; altrettanto importante, a giudizio di chi scrive, sarebbe un intervento diretto al Presidente della FIGC Gabriele Gravina, il quale, analogamente a quanto fatto dai vertici di altre federazioni, potrebbe includere diversi campionati, quantomeno quelli agonistici – giovanili e non – fra gli eventi di preminente interesse nazionale, la cui attività andrebbe condotta comunque entro il perimetro stretto dei protocolli di sicurezza, peraltro già esistenti e a suo tempo autorizzati.
 
 
                      E’ datata 22 gennaio 2021 la lettera che il Presidente del C.R.U. Luigi Repace ha inviato alla Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, con la quale il massimo esponente del calcio regionale vuole sensibilizzare circa l’inopportunità di vietare ancora gli allenamenti dei giovani calcatori Under 18, anche in forma individuale. Il divieto, già contenuto nell’Ordinanza Regionale n. 69 del 30 ottobre 2020, viene ribadito nell’ultima, in ordine cronologico, emanata ieri, dove l’art. 3 estende la validità del divieto fino al 13 febbraio 2021. Certamente condivisibili le motivazioni addotte, soprattutto con riferimento al fatto che le nostre società sportive, che si occupano della formazione calcistica degli atleti, stanno perdendo pezzi a favore di altri sport, non soggetti a tali limitazioni. In pratica – sostiene Repace – i giovani aspiranti calciatori dilettanti, non potendo praticare il calcio, emigrano verso altri sport che invece sono consentiti. Da chi sono consentiti? E in che modo? Per rispondere a queste domande – argomento peraltro già in parte approfondito in un nostro precedente articolo – dobbiamo fare un passo indietro al 24 ottobre scorso, quando il DPCM di allora ha sospeso tutte le competizioni sportive, salvando solo quelle “di interesse nazionale”. Il tutto poi ribadito nel DPCM del 3 novembre 2020. In  pratica, secondo l’art. 1, comma 9, lettera D del citato DPCM, sono “sospesi gli eventi e le competizioni sportive degli sport individuali e di squadra, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni sportive, riconosciuti di interesse nazionale, nei settori professionistici e dilettantistici, dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva; le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, degli sport individuali e di squadra partecipanti alle competizioni di cui alla presente lettera sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva.”  Sono quindi il CONI, il CIP e le diverse federazioni sportive che stabiliscono a quali gare può essere riconosciuta questa rilevanza nazionale. Il DPCM del 3 dicembre 2020 aggiunge infine l’aggettivo “preminente” alle competizioni di interesse nazionale. Ebbene, alcune federazioni – per esempio la FIPAV, a cui di recente si è aggiunta anche la FIP – hanno incluso nelle competizioni di interesse nazionale praticamente tutti i campionati indetti dalla stessa federazione, con pochissime eccezioni. Il CONI, dal canto suo, ha avallato queste scelte (qui sono riportati gli eventi classificati dal CONI di preminente interesse nazionale). E questo è il motivo per cui, nonostante l’Ordinanza Regionale restrittiva, alcune discipline sportive hanno potuto proseguire la loro attività, nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Frugando nel link al sito istituzionale del CONI, troviamo quali sono per la FIGC, e quindi per il CONI, le Competizioni Agonistiche Nazionali dei Dilettanti. Non c’è traccia dei campionati giovanili, nemmeno quelli agonistici Under 15, 17 o 19 e nemmeno per quelli disputati nella massima categoria regionale A1, traccia che invece si ritrova nei comunicati (sempre a titolo esemplificativo e non esaustivo) di FIPAV e FIP. Qualche autorevole commentatore aveva ravvisato il preminente interesse nazionale in tutti quei campionati suscettibili di terminare, potenzialmente, con una finale nazionale. E, con questa accezione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio potrebbe ammettere almeno l’attività di quelle società sportive dilettantistiche che hanno squadre che militano in A1. Se non l’ha fatto, ci sarà sicuramente un motivo, anche se a noi sconosciuto. Diverse devono essere state le motivazioni che, al contrario, hanno fatto ritenere a FIPAV e FIP che anche un campionato regionale Under 13 – e non solo – avesse preminente interesse nazionale. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo già avuto modo di affermare, in assoluto accordo con il Presidente Repace, che lo sport ha, in tutto il suo complesso, rilevanza nazionale. Innanzi tutto, già da molto tempo, il diritto allo sport, sia pure inteso come diritto di seconda generazione – cioè non contemplato dalle fonti giuridiche tradizionali – è stato sancito anche da organismi sovranazionali autorevoli, quali le Nazioni Unite, che hanno riconosciuto lo sport quale elemento fondamentale per il sano sviluppo psico-fisico di ciascun individuo. Lo Stato Italiano certifica questa visione, nel momento in cui contempla, tra le massime istituzioni governative, il Ministero dello Sport. Inoltre, un bambino sportivo in più oggi sarà un adulto malato in meno domani, il cui benessere psico-fisico gli consentirà di condurre una vita più serena e di evitare alcune patologie, non gravando in questo modo sul Servizio Sanitario Nazionale, i cui evidenti limiti, in questo sciagurato momento storico, sono sotto gli occhi di tutti. Del resto, la Presidente della Regione Umbria, su espressa richiesta della FIPAV Umbria, ha già avuto modo di precisare che non c’è alcuna limitazione allo svolgimento dell’attività sportiva per gli atleti che partecipano a campionati di interesse nazionale. In conclusione, è bene, come fatto dal Presidente del CRU, sensibilizzare il governo regionale sul tema; altrettanto importante, a giudizio di chi scrive, sarebbe un intervento diretto al Presidente della FIGC Gabriele Gravina, il quale, analogamente a quanto fatto dai vertici di altre federazioni, potrebbe includere diversi campionati, quantomeno quelli agonistici – giovanili e non – fra gli eventi di preminente interesse nazionale, la cui attività andrebbe condotta comunque entro il perimetro stretto dei protocolli di sicurezza, peraltro già esistenti e a suo tempo autorizzati.    
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Il CRU alla Presidente Tesei: “Fate allenare i nostri giovani!”





Alcuni genitori, docenti e studenti scrivono alla Regione per aprire un tavolo che assicuri sempre scuole aperte

Un gruppo di genitori, docenti e studenti scrive alla presidente Tesei e agli assessori regionali per chiedere che dopo la riapertura delle scuole si pensi a una serie di iniziative per mantenere l’intera “filiera” in sicurezza e assicurare così la didattica in presenza

 

A scriverle sono alcuni, tra genitori e/o docenti, di coloro che le hanno inviato n. 5 Istanze per richiedere la riapertura delle scuole superiori di primo grado, firmate nel complesso da 615 tra genitori, docenti, studenti maggiorenni e altre persone residenti in Umbria intenzionate a perorare la causa, tra i quali anche alcuni genitori, con figli alle scuole medie inferiori, che hanno presentato ricorso al Tar dell’Umbria per la riapertura di tutte le classi delle stesse.  Abbiamo accolto la possibilità da parte del Governo di riapertura delle Scuole Superiori di Secondo Grado in maniera positiva e confidiamo nella data del 25 gennaio per la loro riapertura anche nel nostro territorio.

Da genitori e/o docenti osserviamo tutti i giorni le difficoltà che i nostri ragazzi affrontano in questa situazione di confinamento sociale, non solo a livello didattico, ma soprattutto a livello psicologico e cognitivo.  Si stanno alzando in questo senso molte autorevoli voci: da Miozzo, all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, a pedagogisti come Daniele Novara.  Lo stesso ordine degli psicologi ha sollevato più volte durante questo periodo le problematiche alle quali potrebbero essere sottoposti i nostri ragazzi. Non meno di pochi giorni fa la cronaca locale ci ha dato notizia della perdita di un’adolescente: ecco, siamo qui, per far sì che questo non si ripeta e per tutelare la salute a 360 gradi dei nostri ragazzi, non solo quella fisica ma anche quella mentale.

L’OMS stessa definisce il concetto di salute non solo dal punto di vista fisico, che non è comunque da sottovalutare in mancanza della possibilità per i nostri ragazzi di poter svolgere anche attività sportiva organizzata, ma anche dal punto di vista dell’integrità psicologica e mentale, aspetti entrambe strettamente connessi con la necessità di impostare e mantenere sane relazioni sociali.  Interpretare “l’andare a Scuola” esclusivamente come luogo di raccolta delle conoscenze svilisce questa Istituzione e la priva dell’alto compito che dovrebbe svolgere collaborando con le famiglie e le altre istituzioni: formare cittadini dotati di senso civico, responsabilità e degli strumenti necessari a sviluppare la capacità di intessere e mantenere sane relazioni e una attiva partecipazione sociale.  Siamo convinti che per tutte queste ragioni, nel rispetto dei protocolli di sicurezza, già forniti dai Ministeri competenti e attuati dalle Istituzioni scolastiche, si sia aspettato troppo e sia ormai non ulteriormente procrastinabile la riapertura della Scuola in presenza.

Tuttavia siamo consapevoli di tutte le problematicità che la Scuola in presenza può mettere in evidenza all’esterno di essa, criticità che il più delle volte non si adducono alla Scuola stessa, bensì ad altre ragioni ormai palesate, che peraltro erano già emerse ben prima del manifestarsi dell’epidemia.  In qualità di genitori e/o docenti responsabili, nonché membri della “comunità educativa”, siamo comunque pronti, per quanto possibile, a fare la nostra parte per contribuire al superamento di dette criticità.  Dopo la riapertura imminente delle Scuole secondarie superiori, auspichiamo di poter collaborare ai tavoli allestiti tra i vari ambiti insieme a Regione, Province, Comuni, Ufficio Scolastico Regionale ed altri soggetti, per poter lavorare in sinergia al fine di poter mantenere la Scuola aperta in condizioni di sicurezza anche dal lato dei trasporti e della sanità con particolare riguardo al sistema dei tracciamenti.  Al contempo ci auguriamo che anche i Sindacati che rappresentano le categorie di lavoratori nella scuola (docenti e personale A.T.A.), svolgano un ruolo di propulsori e non di ostacolo al mantenimento della Scuola in presenza al fine di evitare spiacevoli “strumentalizzazioni” dei nostri ragazzi.

Questi i temi che siamo disposti ad affrontare con voi:

TRASPORTI:

  • avviare un’indagine rivolta a tutte le famiglie con figli che frequentano le scuole per conoscere LE REALI ESIGENZE DI SPOSTAMENTO CON I MEZZI PUBBLICI PER MOTIVI SCOLASTICI in tutto il territorio umbro; invitiamo ad attivarsi a tal fine in particolare le figure dei MOBILITY MANAGERS SCOLASTICI individuati in base alla Legge n. 221 del 28 dicembre 2015, nello specifico del comma 6 dell’articolo 5, nell’ambito delle “disposizioni per incentivare la mobilità sostenibile”, secondo quanto indicato dal Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca per favorirne l’istituzione, in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia amministrativa ed organizzativa;
  • spostare le corse “semi-vuote” nei momenti di maggior afflusso, attivando quindi corse multiple nelle fasce orarie e sulle direttrici di maggior necessità;
  • attivazione di modalità digitali di acquisto del biglietto e/o prenotazione della corsa, in modo da prevedere il carico degli autobus;
  • vietare l’acquisto dei biglietti sul mezzo;
  • affittare bus ad uso turistico o con Ncc, che al momento si trovano fermi, a causa della mancanza di turismo;
  • stipulare convenzioni con taxi per il trasporto di studenti non coperti da adeguato servizio pubblico;
  • impiegare le figure degli Steward per il controllo in salita e discesa dai mezzi alle fermate dove possono verificarsi assembramenti;
  • stilare eventuali patti di corresponsabilità con i genitori/tutori dei ragazzi che si vogliano far carico di accompagnare i figli con il proprio mezzo evitando l’impiego di mezzi pubblici.

SCUOLA

  • garantire il massimo rispetto delle regole di sicurezza all’interno delle scuole con il coinvolgimento diretto di figure appositamente individuate all’interno di ogni istituto scolastico;
  • incaricare le forze dell’ordine all’ingresso e all’uscita delle scuole per monitorare su eventuali assembramenti;
  • favorire, dove necessario, lo sviluppo di investimenti finalizzati al miglioramento e all’integrazione dell’edilizia scolastica pubblica;
  • favorire il percorso di riduzione graduale del numero di studenti per classe (classi pollaio);
  • favorire il necessario e conseguente processo di assunzione di nuovo personale docente ed

A.T.A.

  • favorire il miglioramento ed il mantenimento di norme igienico-sanitarie in particolare attraverso l’installazione di purificatori d’aria all’interno dei plessi scolastici;
  • promuovere l’educazione ad un sano regime alimentare;
  • contribuire al processo di potenziamento dell’offerta formativa relativa all’esercizio di attività sportive all’interno delle scuole.

SANITA’

  • riteniamo che l’iniziativa promossa dalla Regione attraverso le Farmacie al fine di testare su base volontaria gli studenti e il personale scolastico, sia un punto di partenza ma non basti. Riteniamo infatti opportuno che i test debbano essere eseguiti a SCUOLA (tramite apposite figure ASL) predisponendo un piano di tracciamento in ambito scolastico che miri ad osservare un campione realmente rappresentativo della popolazione scolastica, con tamponi di frequenza non mensile, ma settimanale, sulla fattispecie per esempio di quanto già predisposto dalla Regione Toscana;
  • promuovere la figura del medico scolastico che si occupi della prevenzione e del tracciamento in ambito scolastico e potenziare le figure di supporto piscologico presso gli istituti scolastici;
  • favorire l’inserimento in prima fascia per la somministrazione del vaccino, subito dopo i sanitari, dei docenti e del personale Ata.

 

Confidando nell’accoglimento delle richieste esposte e dell’offerta di collaborazione manifestata, rimaniamo in attesa che vengano prese decisioni a riguardo da parte della Regione Umbria.

Cordiali saluti.

Perugia, 21 gennaio 2021

I FIRMATARI:

  • Francesca Leone
  • Martina Leonardi



Nuova ordinanza Tesei, ritorno a scuola al 50%, ancora niente sport e nuove prescrizioni per il commercio

Da lunedì 25 gennaio il 50% degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado umbre torneranno a svolgere l’attività scolastica in presenza, per il restante 50% le lezioni si svolgeranno con la didattica a distanza. È quanto prevede l’ordinanza firmata dalla Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, nella quale si normano, anche in base al parere del Comitato Tecnico Scientifico nazionale e regionale nonché dei dati epidemiologici e nel rispetto del principio di massima precauzione a tutela del bene primario del diritto alla salute, anche altri settori oltre quello scolastico.

Queste alcune delle prescrizioni regionali contenute nell’Ordinanza odierna che si aggiungono a quelle già previste nel quadro nazionale.

Scuola. A decorrere da lunedì 25 gennaio e sino al 13 febbraio 2021 le attività didattiche delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, si svolgeranno in presenza nella misura del 50% della popolazione studentesca. Le disposizioni si applicano anche agli studenti iscritti per l’anno formativo 2020/2021 ai corsi di istruzione e formazione professionale (leFP) presso le agenzie formative e gli Istituti Professionali Statali in regime di sussidiarietà. Nello stesso periodo le attività in presenza degli organismi e soggetti privati, diversi dalle scuole paritarie e non paritarie, che svolgono corsi nelle materie presenti negli ordinamenti scolastici di competenza del Ministero della Pubblica Istruzione sono consentite in presenza per numero massimo del 50% dei partecipanti ad ogni singolo corso e nel rigoroso rispetto delle norme di prevenzione e del distanziamento interpersonale.

Associazioni

–    Vietato. Rimangono sospese fino al 13 febbraio 2021 tutte le attività realizzate in presenza in spazi aperti o in luoghi chiusi da associazioni e circoli ricreativi e culturali, centri di aggregazione sociale, università del tempo libero e della terza età. Sono vietati per il medesimo periodo i giochi da tavolo, delle carte, biliardo, bocce effettuati nei centri e circoli sportivi pubblici e privati.

–    Consentiti. È invece consentito, ai sensi all’articolo 1 comma 10 lettera c) del DPCM 14 gennaio 2021, l’accesso di bambini e ragazzi al luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche, ricreative ed educative anche non formali, al chiuso o all’aria aperta con l’ausilio di operatori cui affidarli in custodia e con obbligo di adottare appositi protocolli di sicurezza predisposti in conformità alle linee guida del Dipartimento delle Politiche della Famiglia di cui all’allegato 8 del medesimo DPCM.

Sono inoltre consentite le attività affidate e regolate da formali atti amministrativi adottati da aziende sanitarie, enti pubblici, zone sociali, fondazioni, aziende di servizi alla persona, altri soggetti pubblici, afferenti alla sfera dei servizi socio sanitari, della protezione civile, dei servizi alla persona, dei servizi scolastici-educativi.

È, infine, consentita la realizzazione di attività corsistiche in presenza, esclusivamente in forma individuale, relativamente a titolo esemplificativo e non esaustivo gli ambiti delle arti musicali, figurative, teatrali, danza, nonché le attività inerenti le lingue straniere nel rigoroso rispetto delle norme di prevenzione e del distanziamento interpersonale.

Sport. Fino al 13 febbraio sospese anche tutte le attività di gare e competizioni riconosciute di interesse regionale, provinciale o locale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, in relazione agli sport di squadra e di contatto e svolti dalle associazioni e società dilettantistiche.

È sospeso per il medesimo periodo, limitatamente agli atleti di età inferiore ai 18 anni che militano nelle società e nelle associazioni dilettantistiche e amatoriali degli sport di squadra e di contatto, lo svolgimento degli allenamenti e preparazione atletica anche in forma individuale. È altresì precluso per tutti l’uso delle parti comuni nonché degli spogliatoi.

Commercio. Si ricorda il rispetto delle regole di accesso, distanziamento, pulizia e igiene presenti anche nell’allegato dell’ordinanza. Per tutto il resto la Regione Umbria si conforma alle disposizioni nazionali.

Allegato con le disposizioni per il commercio




A1, TIR che trasportava bestiame prende fuoco, morti alcuni capi. Sul posto agenti della polizia stradale e i vigili del fuoco

Alle primissime luci dell’alba del 23 gennaio un TIR che trasportava bovini è stato improvvisamente avvolto dalle fiamme per cause che sono ancora in corso di accertamento.  Il fatto è avvenuto nel tratto autostradale tra Orvieto e Fabro.  Sul luogo dell’incidente si sono recate più pattuglie della polizia stradale di Orvieto e Terni per mettere in sicurezza il traffico e consentire contemporaneamente gli interventi di spegnimento dell’incendio da parte delle squadre dei vigili del fuoco.

Per consentire che le operazioni si svolgessero in completa sicurezza gli agenti della stradale hanno momentaneamente bloccato il traffico in A1.  L’incidente non ha causato feriti ma alcuni animali sono morti per le esalazioni di fumo.